Guiana
Geografia umana ed economica
di Albertina Migliaccio
Stato dell'America Meridionale. Al censimento del 2002 il Paese contava 749.190 ab., saliti a 751.000 a una stima del 2005. Nei primi anni del nuovo secolo l'evoluzione del tasso di mortalità ha fatto segnare un'inversione di tendenza a causa della diffusione dell'AIDS (circa 11.000 persone nel 2003), i cui effetti si riflettono anche sulla speranza di vita alla nascita e sul tasso di mortalità infantile. L'incremento naturale è modesto, e nel decennio 1995-2005 la crescita media annua della popolazione ha presentato valori negativi a causa del forte movimento emigratorio: si stima che nel solo 2005 abbia abbandonato il Paese quasi l'1% della popolazione complessiva.
Il periodo di espansione economica che ha interessato la G. nella seconda metà degli anni Novanta del 20° sec. sembra essersi esaurito, e i tassi annuali di incremento del PIL sono nuovamente attestati su valori molto contenuti. Per dare un impulso allo sviluppo è stato avviato un processo di privatizzazione delle principali imprese statali. Compagnie multinazionali gestiscono il maggiore zuccherificio del Paese e, in parte, le più importanti miniere di bauxite, la cui ristrutturazione dovrebbe, nel medio periodo, migliorarne la produttività. Il debito estero è particolarmente oneroso e tende ad aggravarsi in conseguenza del continuo innalzamento del prezzo del petrolio. È molto complesso, per le autorità pubbliche, reperire i mezzi necessari non solo per avviare riforme strutturali, ma anche per importare mezzi di produzione (macchinari, materie prime e parti di ricambio per il settore industriale), con conseguenze negative in termini di crescita della capacità produttiva e con perdite occupazionali (la percentuale di forza lavoro disoccupata o sottoccupata si aggira sul 30% del totale). Gli sforzi per favorire l'afflusso di capitale estero non hanno portato a risultati apprezzabili, principalmente per il cattivo stato delle infrastrutture e la mancanza di manodopera specializzata.
Storia
di Paola Salvatori
Il difficile rapporto tra la comunità di origine africana, rappresentata politicamente dal People's National Congress (PNC), e quella di origine indiana, maggioritaria e organizzata nel People's Progressive Party (PPP), continuò a costituire ancora nei primi anni Duemila uno degli ostacoli principali alla stabilità politica del Paese che, in una crescente incertezza istituzionale, vide un aumento sensibile della criminalità, soprattutto nelle zone urbane. Per superare l'impasse politica creatasi all'indomani delle elezioni del 1997 - vinte dal PPP ma duramente contestate, nella regolarità del loro svolgimento, dal PNC - il governo guidato da B. Jagdeo (subentrato nell'agosto 1999 alla signora J. Jagan), cercò di intensificare il dialogo con le forze di opposizione, e nell'ottobre 2000 furono varate norme che introducevano maggiori garanzie per le minoranze etniche. La tensione, tuttavia, tornò a crescere in vista delle elezioni fissate per marzo 2001. La vittoria del PPP (52% dei voti e 34 seggi), presentatosi ancora una volta insieme al movimento denominato Civic, espressione di interessi imprenditoriali e professionali, provocò la dura reazione del PNC/R (Reform), nuova denominazione assunta nel 2000 dal PNC, che era risultato sconfitto (42% dei voti e 27 seggi). Dopo un'iniziale resistenza, il PNC/R accettò infine i risultati, a fronte delle assicurazioni di Jagdeo di un maggior coinvolgimento dell'opposizione nell'elaborazione del programma di governo, concretizzatosi poi effettivamente negli anni successivi, durante i quali gli obiettivi prioritari dell'esecutivo furono il rilancio dell'economia, una maggiore attenzione ai problemi sociali e la lotta alla criminalità organizzata. L'inasprimento delle leggi sulla pubblica sicurezza provocò, tuttavia, in molti casi un uso indiscriminato della violenza da parte delle forze dell'ordine, mentre ancora nel 2005 rimaneva irrisolta la questione della procedura elettorale, la cui riforma continuava a essere ripetutamente richiesta dal PNC/R.