GUIDA
Bibliologia e turismo (XVIII, p. 249). - Guide di viaggio. - Rappresentano la maggiore e più significativa espressione della letteratura turistica e, per il loro carattere di utilità e di praticità, hanno raggiunto negli ultimi tempi un enorme sviluppo.
Il più lontano esempio di guida turistica si può considerare la Periegesi dell'Ellade di Pausania, dell'epoca degli Antonini, utile pure agli archeologi di oggi, per continuare coi Mirabilia Urbis Romae, scritti nelle varie lingue e copiati per molti secoli, con la Descriptio plenaria totius Urbis, che è del sec. XII, e con la Graphia aureae urbis Romae, che è del XIII. Quando nel Cinquecento, col progredire della cultura, promossa in questo campo dalle opere di Flavio Biondo da Forlì (Italia illustrata e Roma instaurata) e di Leandro Alberti (Descrittione di tutta Italia), si fece più viva la passione dei viaggi, le guide si moltiplicarono e si arricchirono di dati forniti dallo studio e dall'esperienza, giungendo perfino a un manuale d'igiene pel viaggiatore qual'è il libro di G. Grataroli, De regimine omnium iter agentium (Basilea 1561). Roma venne illustrata dall'Opusculum de mirabilibus novae et veteris Romae di Francesco Albertini (1510), dalle Antiquaria Urbis di Andrea Fulvio (1513 e, in italiano, nel 1588), da Le antichità di Roma di Sebastiano Serlio (1544) e dal Romae Gallus hospes... di Ludovicus Demontiosius (Louis de Montjosieu; 1585), che probabilmente è la prima guida romana per uso degli stranieri. Napoli ebbe la sua prima guida nel 1549 per opera di Benedetto De Falco (Descrizione dei luoghi antichi di N. e del suo distretto), seguita dalla Descrizione dei Luoghi Sacri di N. di Pietro Di Stefano (1560) e dalla guida completa di Giuseppe Mormile (1617). Seguirono Venezia con l'opera di Giov. Nicolò Doglioni (Delle cose notabili che sono in V., 1562), Milano col Sommario delle cose mirabili della città di M. di Paolo Morigia (1609), Firenze con Le bellezze della città di F. di Francesco Bocchi e Giovanni Cinelli (1677); però fin dal 1589 era uscito il Sommario delle chiese, Spedali e Confraternite di F. di Michele Poccianti.
Accanto alle guide delle città più importanti apparvero quelle dei santuarî celebri, quali il Sacro Monte di Varallo, che ebbe una guida fin dal 1514, Loreto (1597), la Verna (1636). La descrizione di singoli insigni monumenti presto seguì e talora precedette quella delle città. Il Palazzo Ducale di Venezia ebbe nel 1578 la guida di Girolamo Bardi, il duomo di Milano quella di Paolo Morigia nel 1597, mentre S. Maria del Fiore a Firenze dovette attendere fino al 1733 per avere la sua Descrizione per opera di Bernardo Sansone Sgrilli.
Venivano intanto sempre meglio fondendosi, nelle guide, la forma letteraria della pura descrizione di monumenti o paesaggi, e l'altra (altrettanto antica e sviluppatasi poi nel Medioevo, sia presso i Cristiani sia presso gli Arabi) degl'itinerarî (v. itinerari). Anche se dettati da finalità religiosa, o con carattere soggettivo di memoria di viaggio, o di descrizione geografica, essi già adempivano a una funzione pratica (di carattere logistico, o più genericamente turistico) che sarà inseparabile dalla moderna guida di viaggio.
Nel Settecento e nell'Ottocento quasi tutte le altre città d'Italia ebbero la loro guida. Però fin dal'600 si iniziarono guide più generali, estese a tutta l'Furopa o a gran parte di essa, come l'Itinerarium Galliae, Germaniae, Angliae, Italiae di P. Hentzner (1612), le Instructions for Porreine Travell di James Howell (1642) e il Getrewer Reisgefert di M. Zeiller (1666); per giungere al Guide des Voyageurs en Europe di Henri-Auguste Reichard (1793), opera che ebbe numerose edizioni.
Una grande Guida d'Italia, in tre grossi volumi, pubblicò a Lipsia J. J. Volkmann nel 1770-71 e una copia di essa, nella seconda edizione, fu compagna di viaggio al Goethe. Quando, alla fine del '700 e all'inizio dell'Ottocento, i. viaggi si resero più facili e più rapidi, grazie al miglioramento delle strade e dei servizî postali, si diffuse un Itinéraire d'Italie contenant la description des routes les plus frequentées et des principales villes d'Italie, che ebbe moltissime edizioni, compresa un'edizione italiana la quale giunse almeno alla ventesima ristampa (1832).
I nuovi rapidi mezzi di locomozione del sec. XIX allargarono il mondo del turismo, che da privilegio di pochi fortunati divenne necessità di molti e poi di tutti. Per corrispondere ai nuovi bisogni anche le guide subirono una profonda evoluzione, divenendo imprese di case editoriali e trasformandosi nel loro contenuto, col fornire al viaggiatore copiosa ed esatta informazione e ampia documentazione cartografica. La prima guida con queste caratteristiche fu il Handbook for Holland, Belgium and Northern Germany (1836), che aprì la serie delle Guide Murray di Londra. Queste vennero fin dal 1839 imitate da Karl Baedeker in Germania, però con maggiore copia di notizie pratiche, con più sicuro apparato di erudizione e d'informazioni storiche e con l'intento di rivolgersi in particolar modo alle classi di media fortuna. Il successo delle Guide Baedeker è stato così vivo che il nome specifico è divenuto antonomasticamente sinonimo di "guida per viaggiatori" e così sono stati editi un Baedeker de Chile e un Baedeker de Argentina e al principio del sec. XX una casa libraria tedesca pubblicò un manuale d'astronomia col fantastico titolo Himmels Baedeker (Baedeker del cielo).
Altre collezioni germaniche di guide sono i Meyers Reiserführer in cui vennero a inserirsi i volumi del dr. Th. Gsell-Fels, i Griebens Reiserführer (211 volumi), la collezione Genter e la collezione Woerl. La collezione Hartleben è stata pubblicata a Vienna. In Francia i manuali più in uso del turismo sono i "Guides Bleus" della libreria Hachette, trasformazione e sviluppo delle Guide Joanne, iniziate dal I840, le guide Michelin (automobilistiche), Delagrave, Pol, Conty, Flammarion. Per l'Italia esiste l'opera della Consociazione Turistica Italiana, già Touring Club Italiano.