guiderdonare [guiderdone, in rima, cong. pres. II singol.]
Denominale da ‛ guiderdone ', di uso non raro in poeti e prosatori antichi; se ne trovano esempi non solo nel Cavalcanti e nel Boccaccio, ma anche in testi sicilianizzanti: cfr. Panvini, Rime 533 (l'anonima poesia Del meo disio spietato ha, al verso 36, " merzè chera e pietanza, / non dica ‛ guiderduna ' "). In D. se ne ha un unico esempio in Vn XXXIX 5, oltre a un'occorrenza nel Fiore e a una nel Detto.
Nel passo della Vita Nuova non vale " ricompensare ", " premiare ", ma " ripagare ", anche in senso negativo, detto figuratamente degli occhi che de la loro vanitade fuoro degnamente guiderdonati, " furono puniti ". Valore positivo nel Fiore (ell'avea voglienza / di quel presente ancor guiderdonarmi, CCI 14) e in Detto 306 ella ti renda / del servir guiderdone, / santa che guiderdone, " senza che tu la ricompensi ".