Brignone, Guido
Regista e attore cinematografico, nato a Milano il 6 dicembre 1887 e morto a Roma il 5 maggio 1959. Abile uomo di spettacolo, tra i registi più noti e apprezzati durante il periodo fascista, seppe sfruttare fino in fondo e con grande abilità le risorse della letteratura, e soprattutto del feuilleton, per trasporle in una ricca filmografia incentrata su soggetti spettacolari di carattere melodrammatico, mostrando in ogni sua opera una sensibilità e un mestiere che gli procurarono la qualifica di robusto e onesto artigiano. Nel 1934 ottenne la Coppa Mussolini per il miglior film italiano alla Mostra del cinema di Venezia con Teresa Confalonieri, protagonista Marta Abba. Appartenente a una famiglia di attori di origine torinese, figlio di Giuseppe, attore di teatro passato al cinema, e fratello di Mercedes, che debuttò nella compagnia paterna, cominciò anch'egli la carriera sulla scena e fu per qualche tempo interprete di film del muto alla vigilia della Prima guerra mondiale, per farsi assorbire poi quasi completamente dalla regia cinematografica. La sua prima prova, anche come attore, fu nel 1916 …E l'altare crollò. B. diresse quindi una gran quantità di film sia in Italia sia in Francia e in Germania, dedicandosi al genere avventuroso e conquistandosi i favori del pubblico e quindi dei produttori. Dopo il notevole successo di Corte d'Assise (1930) e il premio veneziano del 1934, diresse Passaporto rosso (1935) con Isa Miranda, considerata una delle opere più interessanti del ventennio fascista. Il film narra le vicende di una famiglia di emigrati italiani in Argentina che, allo scoppio della Prima guerra mondiale, sentono il richiamo della patria e tornano in Italia per combattere. Seguirono, tra gli altri, Vivere! (1936) con Tito Schipa, e Mamma (1941) con Beniamino Gigli, titoli di rilievo di una serie di film basati su canzoni di grande successo. Dopo la Seconda guerra mondiale il regista affiancò il genere melodrammatico a quello storico-mitologico: ne sono dimostrazione film come La sepolta viva (1949), Il bacio di una morta (1949), Le schiave di Cartagine (1956), Nel segno di Roma (1959), che fu portato a termine da Riccardo Freda (per gli esterni) e Michelangelo Antonioni (per gli interni). Questa intensa produzione e la versatilità e il mestiere che seppe mostrarvi procurarono a B. un certo successo anche al di là dei confini nazionali, e ai suoi film si riferirono molti dei registi che negli anni Cinquanta e Sessanta continuarono a realizzare opere appartenenti ai generi a lui più congeniali e capaci di raccogliere il consenso di pubblico, soprattutto il peplum.La figlia di B., Lilla (Roma 1913-1984), fu una delle attrici di teatro più apprezzate da registi come Luchino Visconti, Giorgio Strehler, Luigi Squarzina, Edmo Fenoglio, e lavorò nel cinema con registi come Antonioni (L'eclisse, 1962), Alberto Lattuada (Lettere di una novizia, 1960), Valerio Zurlini (Estate violenta, 1959; Il deserto dei tartari, 1976), mentre era stata diretta dal padre in Teresa Confalonieri. Con l'inizio delle trasmissioni televisive, a partire dal 1954, interpretò numerosi sceneggiati e commedie.