CANTELLI, Guido
Nacque a Novara il 27 apr. 1920 da Antonio e da Angela Riccardone. Giovanissimo iniziò lo studio della musica, dal 1939 al 1941 fu allievo di A. Pedrollo, quindi di G. F. Ghedini (1941-43) e A. Votto. Iniziata l'attività direttoriale fin dal 1940, si diplomò in composizione presso il conservatorio di Milano nel 1943. La sua prima affermazione ebbe luogo nel 1943 con una rappresentazione della Traviata di Verdi al teatro Coccia di Novara, di cui fu anche direttore artistico, ma poco dopo fu costretto a interrompere la carriera in seguito al precipitare della situazione bellica: inviato con una squadra di lavoratori a Francoforte, fu poi internato in un campo di concentramento di Stettino. Rimpatriato per malattia nel 1944, il C. si stabilì a Torino, ove riprese l'attività musicale; poco dopo fu invitato a dirigere alcuni concerti con l'orchestra sinfonica della Radio di Milano. Il 27 luglio 1945 R. Pick Mangiagalli, direttore del conservatorio, ritenendo che fosse giunto il momento di farlo conoscere al pubblico milanese, gli organizzò un concerto con l'orchestra della Scala nel cortile della Rocchetta al Castello Sforzesco. Il programma particolarmente impegnativo, comprendente tra l'altro la Sesta sinfonia di Čiajkovskij, ne mise subito in evidenza l'innata eleganza del gesto, la forza interpretativa e la purezza stilistica, che, animate dallo slancio giovanile, fecero grande presa sul pubblico.
Da questo momento ebbe inizio per il C. una brillante carriera internazionale, che in breve tempo lo condusse nei maggiori centri musicali europei e americani; tuttavia le crescenti affermazioni e i riconoscimenti ricevuti da parte sia della critica sia del pubblico non lo distolsero dallo studio, cui continuò a dedicarsi con scrupoloso impegno e serietà professionale, incoraggiato dall'aiuto di A. Toscanini. Il risultato di questo periodo di approfondimento stilistico, e in un certo senso di conquista assoluta dei propri mezzi espressivi, trovò la sua realizzazione il 21 maggio 1948 in un concerto che segnò la sua definitiva consacrazione scaligera e allo stesso tempo il suo autorevole ingresso nel ristretto numero dei grandi direttori in campo internazionale. Toscanini per primo volle infatti invitarlo a dirigere l'orchestra sinfonica della NBC di New York, e il 15 genn. 1949 ebbe luogo il debutto americano del C. e il felicissimo incontro con il pubblico newyorkese, al quale si presentò poi il 3 genn. 1952 per dirigere l'orchestra della Filarmonica. Frattanto era stato invitato al festival di Edimburgo nel 1950, e nel 1951 aveva compiuto una applaudita tournée a Londra.
Contemporaneamente il C. proseguiva la sua trionfale carriera in patria, e dopo un lungo periodo di attività dedicato esclusivamente alla musica sinfonica volle ritornare anche al repertorio lirico, dirigendo alla Piccola Scala una memorabile edizione di Così fan tutte di Mozart (27 genn. 1956), di cui curò anche la regia e alla quale parteciparono interpreti d'eccezione, tra cui E. Schwarzkopf e G. Sciutti. L'opera, che ebbe esito trionfale e confermò le sue eccezionali qualità direttoriali, venne replicata il 27 settembre dello stesso anno all'His Majesty's Theatre di Johannesburg, ove riportò un altrettanto clamoroso successo. Il C. era stato da poco nominato direttore stabile dell'orchestra della Scala, quando venne invitato negli Stati Uniti per dirigere una serie di concerti con la Filarmonica di New York, ma una sciagura aerea all'aeroporto di Orly (Parigi), avvenuta all'alba del 24 nov. 1956, pose tragicamente fine alla sua esistenza.
Artista sensibile e raffinato, eletto da Toscanini fin dagli inizi della carriera a erede spirituale, il C. è ricordato quale presenza viva nel mondo musicale italiano, soprattutto come esempio mirabile di serietà professionale, il cui impegno artistico fu costantemente rivolto al raggiungimento di una severa e inappagabile perfezione stilistica. Sorretto da una volontà ferrea e da doti di carattere che contribuivano ad accentuare il naturale magnetismo della comunicativa, aveva un repertorio vasto, e di ogni composizione, che dirigeva sempre a memoria anche durante le prove, eseguiva un'analisi sistematica rigorosissima, annotando a margine di ogni partitura le frasi salienti di ogni composizione, precisandone anche caratteristiche ritmiche e aspetti interpretativi.
Afferma il Mila che per il C. "la direzione d'orchestra era una vocazione perentoria e assoluta, una determinazione inesorabile", che in breve tempo gli aveva permesso di impadronirsi dei più riposti segreti dell'arte direttoriale e di raggiungere assai presto una sorprendente maturità artistica. A questa conquista era pervenuto anche attraverso l'osservazione dei direttori che più stimava cercando di carpirne i segreti o l'esperienza; tuttavia non imitò mai nessuno e manifestò senza tentennamenti la sua personalità artistica, entrando al momento di ogni esecuzione "in uno stato quasi soprannaturale che lo isolava dal mondo circostante".
Queste ed altre doti, quali la naturale limpidezza del gesto, la comunicativa con l'orchestra e con il pubblico e la versatilità interpretativa avevano fatto di lui una delle figure più rappresentative del panorama direttoriale contemporaneo, per cui non a caso si era visto in lui il naturale e più diretto successore di Toscanini.
Fonti e Bibl.: Necrol., in Il Messaggero, 25 nov. 1956; M. Mila, Ricordo di G. C., in Rassegna musicale, XXVI (1956), pp. 276-79; F. Herzfeld, Magie des Taktstocks - Die Welt der grossen Dirigenten,Konzerte und Orchester, Berlin 1953, p. 164; S. Hughes, The Toscanini legacy, London 1959, p. 71; L. S. Colonna, Presenza di G. C., Novara 1962; C. Gatti, Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte, II, Cronologia, Milano 1964, pp. 133, 303; I. Cantelli, Un mucchio di mani, Roma 1965; E. Romano, G. C. e la scuola di Toscanini, in Rass. di polit. e st., XII (1966), 146, pp. 367 ss.; L. Frassati, IlMaestro - A. Toscanini e il suo mondo, Torino 1967, pp. 228, 276; H. C. Schonberg, The great conductors, London 1968, p. 264; E. Minetti, Ricordo di G. C., in Rass. musicale Curci, XXII (1969), 4, pp. 13-16; O. Thompson, The internat. cyclopedia of music and musicians, a cura di N. Slonimsky - R. Sabin, London 1964, p. 334; La Musica,Dizionario, I, Torino 1968, p. 340; Baker's Biogr. Dict. of musicians, a cura di N. Slonimsky, New York 1971, p. 249; Suppl. p. 40; Enciclopedia della Musica Rizzoli Ricordi, I, Milano 1972, p. 467; Riemann Musik-Lexikon - Ergänzungsteil - Personenteil, I, a cura di C. Dahlhaus, Mainz 1972, p. 187.