CARMIGNANI, Guido
Nacque a Parma il 14 sett. 1813 da Pietro e Giuseppina Tomasi; rimasto orfano, fu posto dal tutore nel collegio Lalatta. Continuando la tradizione familiare, tenne per 23 anni la direzione della importante tipografia Carmignani (vi si stampava la Gazzetta di Parma), ma il suo spirito era più portato alla letteratura e alla pittura, soprattutto di paesaggio, nella quale rivelò finezza e maestria. Probabilmente suo primo maestro fu G. Boccaccio, la cui influenza è avvertibile nel Paesaggio boscoso (propr. eredi Carmignani), che rivela il legame del C. con la scuola accademica locale oscillante fra neoclassicismo e romanticismo. Due Burrasche (ibid.)sono opere di notevole valore, certamente ispirate da soggetti simili di scuola olandese. Pur non avendo frequentato corsi regolari di pittura, il C. si dimostrò artista sicuro e disinvolto; eseguì anche qualche ritratto prendendo a modello la moglie Virginia Guidorossi, ma le sue opere migliori rimangono i paesaggi delicati e spesso malinconici.
Fin dal 1840 aveva cominciato a esporre nel palazzo del Giardino e dal 1855 per la Società d'incoraggiamento. Tribù indiana che adora il sole al tramonto e L'attesa del pescatore, esposti per questa società nel 1861 sono nel palazzo comun. di Felino (Parma). Nel 1859, intensificandosi le richieste di dipinti in Italia e all'estero, abbandonò l'attività tipografica per dedicarsi completamente alla letteratura e alla pittura. Dipinse vari quadri di argomento parmense, tra i quali: Sotto le mura di Parma (1866; propr. comune di Parma) e La città di Parma vista dal torrente Parma (firmato e datato 1867; palazzo comunale di Trecasali). Fra l'altro, il C. volse anche la sua attenzione all'opera pittorica di L. Marchesi: in Piazza grande di Parma in un giorno di mercato (presente fuori concorso assieme a Una veduta di Napoli all'esposizione industriale parmense del 1863) egli fornì, rispetto al Marchesi che trattò lo stesso soggetto, un'interpretazione più ampia e panoramica, creando un vivace quadro d'ambiente.
Notevole importanza per l'evoluzione stilistica del C. ebbe il viaggio a Parigi del figlio Guido, che era anch'egli pittore, e che ne ritornò riportando notizie sulle ricerche formali della pittura francese: influenzato da queste, egli realizzò nel 1864 il suo capolavoro, Tramonto di autunno dopo la pioggia (Parma, Gall. naz.), di evidente modernità rispetto alla tradizione paesistica locale. Un senso dimestizia avvolge la natura, le persone, gli animali in Colpo divento (1870; ibid.) dove la livida nuvolaglia e gli alberi mossi dalle raffiche di vento danno l'idea di una tempesta incombente o che va disperdendosi in lontananza. Si ispirò anche a Massimo d'Azeglio nel dipinto La disfatta della grande compagnia del conte Lando (vedi IlDiavoletto, 18nov. 1871), di cui fece alcune copie. Il suo poetico realismo, che si lega idealmente a quello di Corot, si rivela in opere di solenne semplicità come Iltorrente Parma a Moletolo durante il tramonto (1879; Parma, Coll. comunali) e La valle dell'Enza nell'ora del tramonto.Negli ultimi anni della sua vita il pittore, colpito da una paralisi che gli impediva l'uso delle mani, si dedicò solo a studi letterari (tra l'altro traduceva Orazio).
Morì a Parma il 16 genn. 1890.
Fonti e Bibl.: B. Martini, Guida di Parma, Parma 1871, p. 32; L. Sogimbo, Ricordo diG. C., in Parma giovine, 2 febbr. 1890; A. Alessandri, Notizie sulla vita e sulle opere del pittore… Guido Carmignani, Parma 1910, passim; Mostra del paesaggio parmense (catal.), Parma 1936, pp. 36, 47, 54; G. Allegri Tassoni, Mostra dell'Accad. Parmense (caral.), Parma 1952, pp. 44-56; Id., La pittura parmense dell'Ottocento, Parma 1971, p. 86;G. Godi, in Mecenatismo e collezionismo pubblico a Parma nella pitt. dell'Ottocento (catal. d. mostra a Colorno), Parma 1974, pp. 64 s.; A. Pariset, Dizion. biografico dei parmigiani illustri…, Parma 1905, p. 27; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 14.