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CIMOSO, Guido

di Giuseppe Radole - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 25 (1981)
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CIMOSO, Guido

Giuseppe Radole

Nato a Vicenza il 1° febbr. 1804 da Domenico, buon compositore e celebre improvvisatore all'organo, oltre che violinista, apprese "ottimi e chiari fondamenti" nel violino, pianoforte, organo e in composizione: successivamente approfondì lo studio e le regole del contrappunto. Nel 1817, a soli tredici anni, lo troviamo a Venezia, dove si era stabilito il padre, con mansioni di organista nella chiesa di S. Eustachio: passò quindi a Thiene (1825-1828). dove ricoprì il posto di organista e direttore della locale Società filarmonica. Rientrato a Venezia nel 1829, vi rimase sino al 1840, come organista stabile di S. Giovanni in Bragora, suonando però saltuariamente (in aiuto al padre) in molte altre chiese (S. Francesco della Vigna, S. Marziale e i Carmini). Mentre non è documentata una sua supposta presenza a capo dell'orchestra di Zara (1829) e a Spalato (1830), sappiamo con certezza che dal 1831 il suo nome figurava tra quello dei violini del teatro La Fenice di Venezia, dove fu socio onorario, inoltre, della Società apollinea.

Quando nel 1840 il padre lasciò. per motivi di salute, l'incarico (ottenuto nel 1836) di organista a S. Antonio Nuovo di Trieste e rientrò a Venezia, l'amministrazione della chiesa triestina chiamò a succedergli il C., il quale, sciogliendo tutti i contratti che lo legavano a Venezia, nello stesso anno si stabilì definitivamente a Trieste, dove poté usufruire di un buon trattamento economico. Uomo di carattere mite (anche se le sue dediche a regnanti denotano una certa presunzione) e lavoratore metodico, per molti anni (1840-1856) si occupò quotidianamente del servizio liturgico come organista presso il grande tempio di S. Antonio. Nello stesso periodo assunse (e mantenne per una dozzina di anni) anche la direzione del coro della vicina chiesa greco-ortodossa, per la quale scrisse parecchie musiche a cappella: inoltre, per crescenti necessità familiari, trovò altre occupazioni, prima come maestro di canto presso le scuole civiche (1848-1857). Poi come prima viola nell'orchestra del teatro Comunale (1856-1873).

Resosi vacante il posto di organista della cappella civica di S. Giusto, partecipò e vinse il concorso bandito dal comune nel 1861, rimanendo in carica sino al pensionamento che avvenne nel 1877, I doveri erano piuttosto gravosi ed andavano dall'obbligo di suonare durante tutte le funzioni, festive e feriali, a quello di tenere l'archivio: il tutto per un onorario annuale che toccava appena i 500 fiorini. Era allora direttore di cappella l'eminente compositore e direttore d'orchestra G. Rota, con il quale i rapporti furono costantemente buoni. Il comune di Trieste utilizzò più volte la profonda competenza del C. per collaudare nuovi organi. Morì a Trieste, di emorragia cerebrale, il 18 maggio 1878.

Ebbe un figlio, Luigi (Trieste 1846-Milano 1884), valente pianista e buon compositore che strinse buoni rapporti di amicizia con il giovanissimo Busoni, del quale forse fu il primo maestro di composizione.

Delle molte musiche, in gran parte di carattere liturgico, ma anche strumentali, da camera e vocali, testinioniava un elenco, non più agli atti, presentato al concorso per organista di S. Giusto. Quelle poche a noi pervenute rivelano un musicista in possesso di una buona tecnica armonico-contrappuntistica e strumentale, ma condizionato nelle forme strutturali e negli sviluppi dall'ampollosità della musica a programma, di derivazione lisztiana, vuoi evocatrice di sonorità concrete (trombe dei giudizio), vuoi dettate da momenti psicologici (le passioni dell'uomo).

Il volume Principîelementari di musica, che il C. pubblicò a Vicenza nel 1828 e che si richiama al Metodo di Bonifazio Asioli, ha portato qualche biografo a concludere che il C. ne fosse stato allievo al conservatorio di Milano. La ricchezza delle note bibliografiche che punteggiano il trattato testimoniano della sua ampia ed aggiornata erudizione.

Delle numerosissime composizioni manoscritte probabilmente andate tutte disperse, del C., ricordiamo: Vespero solenne a 3 vocie orchestra per la Società S. Cecilia di Venezia (1832); i salmi Dixit Dominus e Miserere; Litanie; Divertimento; Suonata militare (1850); Inno a 5voci e pianoforte (1851 c., dedicato al re Ottone di Grecia); Ode, per l'attentato a Francesco Giuseppe (1853).

A stampa, sono pervenuti due poemi sinfonici nella riduzione per pochi strumenti: Il finimondo, il giudizio universale, l'eternità. Grande studio di allegorie armonico-religiose a piena orchestra con forte piano, harmonium ed arpa... dedicato a... Elisabetta imperatrice d'Austria... Riduzione fatta dall'autore per piano a quattro mani con violino e violoncello ad libitum (Udine 1870); L'uomo considerato nelle passioni del malvagio e nei sentimenti del giusto. Grande studio allegorico, fantastico musicale a piena orchestra con forte piano, harmonium ed arpa obbligati, dedicato ai... Conservatori musicali di Bologna, Milano e Napoli. Riduzione... (ibid. 1874). Inoltre delle sue opere teoriche ricordiamo, oltre al già citato Principî elementari di musica..., 1828, il Trattato teorico-pratico sulla costituzione della scala melodica ed armonica e delle modulazioni e infine Numerica applicata ai 50 Salmi di B. Marcello mai pubblicate, già in possesso degli. eredi e ora disperse.

Fonti e Bibl.: Trieste, Arch. storico comunale, fasc. 5/2-4, anno 1861, Atti concorso organista, n. 6443; Ibid., Museo teatrale C. Schmidl Musicisti triestini, fasc. Cimoso; P. Bianchini I Cenni biografici del maestro G. C., Trieste 1879; Raccolta di cenni necrologici in morte di G. C., Venezia 1881; G. Masutto, Della musica sacra in Italia, Venezia 1889, III, pp. 107 s.; G. Mantese, St. musicale vicentina, Vicenza 1956, pp. 129 ss.; G. Radole, La civica capp. di S. Giusto in Trieste, Trieste 1970, pp. 59 s.; Id., L'arte organaria a Trieste, Bologna 1975, pp. 45, 47, 58, 107, 126, 156, 178, 239 s., 270; M. Saccardo, Arte organaria, organisti e attività musicale a S. Corona..., Vicenza 1976, pp. 67 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 436; La Musica. Diz., I, p. 407.

Vedi anche
direttóre d'orchèstra direttóre d'orchèstra Chi dirige le esecuzioni musicali di un insieme di strumentisti. Sebbene la necessità di una guida ritmica ed espressiva fosse riconosciuta fin dall'antichità, l'uso di una gestualità manuale convenzionale risale al Medioevo, al praecentor, cioè al direttore di coro del canto gregoriano, ... arpa Strumento musicale costituito da una serie di corde d’ineguale lunghezza, tese secondo una regolare intonazione fra una cassa di risonanza e una mensola, e che vengono toccate a vuoto col pizzico delle dita o, eccezionalmente, per mezzo di un plettro.  ● La diffusione dell’arpa fu maggiore tra i popoli ... violino Strumento musicale a corde e ad arco, appartenente alla famiglia della viola, del violoncello e del contrabbasso, nella quale occupa il posto del soprano, offrendo l’estensione più acuta di tutti gli altri, dal sol2 al do7. Fissato nella sua forma attuale alla fine del Cinquecento (violino fig.), è costituito ... violoncello Strumento musicale ad arco, con 4 corde accordate per quinta (do1, sol1, re2, la2), appartenente alla famiglia del violino, della viola e del contrabbasso, nella quale occupa il posto del tenore o del baritono, con un’estensione dal do1 al mi5. Derivato nel 16° sec. dalla viola da gamba di registro basso, ...
Categorie
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cimóso
cimoso cimóso agg. [der. di cima]. – In botanica, relativo a cima: infiorescenza c.; ramificazione c., lo stesso che ramificazione a cima (v. cima, n. 3 b).
cimósa
cimosa cimósa (non com. cimóssa) s. f. [lat. *cimussa, di etimo incerto]. – 1. Ciascuno dei due margini laterali di un tessuto in pezza; è detta anche vivagno. 2. Striscia di panno arrotolata che serve a cancellare gli scritti col gesso...
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