CORBELLINI, Guido
Nacque ad Ancona il 28 giugno 1890 da Vittore ed Edvige Griffini in una famiglia di origine lombarda. Fu alunno del collegio "Ghislieri" di Pavia e nel 1913 si laureò in ingegneria civile presso la Scuola di applicazione per ingegneri. Nel 1913-14 fu assistente di geodesia teoretica e topografia nella stessa Scuola. Entrò quindi a far parte come funzionario dell'amministrazione delle Ferrovie dello Stato, mantenendo peraltro l'insegnamento universitario, amministrazione nella quale percorse tutti i gradi della carriera tecnica, in gran parte presso il servizio materiale e trazione a Firenze. Libero docente dal 1936, fu incaricato di tecnica ed economia dei trasporti nella facoltà di ingegneria a Bologna.
Come ingegnere delle ferrovie (fu a capo dell'ufficio esperimenti dinamometrici dal 1920 al 1932), diede veste razionale e rigore tecnico scientifico alle norme ed ai regolamenti dell'esercizio ferroviario (pubblicò infatti il volumetto Sicurezza e regolarità di marcia dei treni, Roma 1936, che per molti anni costituì un vero e proprio manuale tecnico per gli ingegneri ferroviari). Fu il primo in Italia ad introdúrre studi ed esperienze sistematiche sull'aerodinamica dei treni ad alta velocità mediante prove con la galleria del vento e la vasca aerodinamica; da queste esperienze trasse notevoli conseguenze pratiche sulla variabilità dei coefficienti di forma e di portanza, tuttora ritenute valide, in relazione al tipo di costruzione dei veicoli ferroviari: è di questi tempi l'introduzione della carenatura inferiore dei veicoli stessi, poi generalizzata. Come ulteriore conseguenza, furono da lui condotte le prove pratiche ad alta velocità sui primi elettrotreni a tre casse ETR/200, fino a stabilire (1939) un primato di velocità oltre 1200 km/h sulle tratte Napoli-Roma e Bologna-Milano.
Nel 1941-42, dopo l'occupazione italiana della Grecia, fu ad Atene in qualità di capo dei servizio trazioni e della cominissione tecnica per la ricostruzione delle ferrovie della Grecia presso l'ambasciata italiana, nonché commissario per il ripristino della navigazione nel canale di Corinto. Organizzò e condusse a termine con mezzi civili (servizi delle ferrovie e varie ditte private), sostituendosi ai comandi militari italiano e tedesco, la ricostruzione di un grande viadotto metallico sul torrente Brallo, fondamentale per motivi militari ma anche per il rifornimento della popolazione civile. Predispose poi altri lavori, parimenti necessari per la ripresa della vita civile in Grecia, come la sistemazione delle pareti franose del canale di Corinto, la trasformazione delle caldaie della centrale termo-elettrica del Pireo per consentire l'alimentazione con ligniti locali, la regolazionè della distribuzione di acqua potabile ad Atene dal lago di Maratona e la ripresa dei lavori per l'ampliamento dei bacino.
Rientrato in Italia alla fine del 1942, fu nominato sovrintendente dei servizi ferroviari nel Mezzogiorno e, durante il Regno del Sud, il governo Badoglio lo nominò capo del compartimento ferroviario di Napoli. Nell'agosto 1944 divenne membro del Military Railway Board of Italy, inquadrato nell'esercito alleato, e partecipò dal maggio 1945 ai lavori di riorganizzazione dei trasporti militari nell'Europa centrale.
Come dirigente delle ferrovie nel Mezzogiorno prima e poi come ministro dei Trasporti, si dedicò alla ricostruzione ferroviaria, riuscendo ad apportare un contributo decisivo. Diversamente dal parere di molti e suscitando anche qualche critica nell'ambiente politico, il C. sostenne l'estrema urgenza, al fine di ricostruire l'economia nazionale e la stessa vita civile del Paese, di riattivare in breve tempo la rete ferroviaria ricostruendo le linee e le opere edili interrotte o disastrate nella loro forma ed entità originarie salvo poche incisive modifiche. I fatti diedero ragione al C., poiché in poco più di due anni la rete delle ferrovie e delle principali linee in concessione, come pure le principali aziende di trasporto urbano e locale, raggiunsero la precedente efficienza, migliorata dalla costruzione di impianti e di materiale rotabile più moderno; l'operazione "ricostruzione ferroviaria" rimise altresì in movimento energie ed attività industriali specializzate (imprese di costruzione, industria ferroviaria e dei veicoli in generale, con tutte le attività collaterali) che altrimenti sarebbero rimaste inattive, con evidente beneficio dell'occupazione.
Eletto consigliere comunale a Firenze nel dopoguerra nelle liste della Democrazia cristiana, nel 1947, non ricoprendo ancora cariche parlamentari, fu chiamato come ministro dei Trasporti nel quarto governo De Gasperi e confermato nel quinto (complessivamente dal 31 maggio 1947 al 27 genn. 1950). Dal 7 nov. 1949 assunse anche l'interim del ministero della Marina Mercantile. Nel frattempo era stato eletto senatore nell'aprile 1948 nel collegio di Vicenza, seggio nel quale sarebbe stato confermato nel 1953 nel medesimo collegio, nel 1958 nel collegio di Rho, e nel 1963, nel collegio di Vimercate. Nella prima legislatura fu vicepresidente e poi presidente della VII commissione legislativa del Senato (Lavori Pubblici, Trasporti, Marina Mercantile, Poste e Telegrafi), presidenza alla quale fu confermato nella seconda legislatura. Dal 1952 al 1955 fu presidente della giunta di coordinamento del Comitato nazionale per la produttività e, dal 1957 al 1960, presidente della Confederazione nazionale della municipalizzazione. Nella terza legislatura fu confermato presidente della commissione Lavori Pubblici e Trasporti. Il 21 febbr. 1962 entrò nel governo Fanfani come ministro senza portafoglio e dal 29 maggio al 1° dicembre dello stesso anno resse il ministero delle Poste e Telecomunicazioni, tornando quindi ministro senza portafoglio per il Coordinamento della Ricerca Scientifica. Dal 21 giugno al 4 dic. 1964 fu ministro dei Trasporti e dell'Aviazione Civile nel governo Leone. Nella quarta legislatura fu altresì membro della commissione Lavori Pubblici.
La sua opera di tecnico è pure legata alla riorganizzazione dell'Azienda comunale elettricità ed acque (ACEA) di Roma, in particolare al completamento delle opere di sfruttamento idroelettrico del Tevere, della quale il C. fu presidente per alcuni anni dopo il 1951.
Nel 1950 fu nominato professore ordinario di tecnica ed economia dei trasporti al politecnico di Milano, insegnamento che mantenne, insieme con la direzione dell'omonimo istituto, fino al 1960. Legate alla sua attività accademica furono le Lezioni di tecnica ed economia dei trasporti (Milano 1952) e la presidenza dell'Istituto colombiano di Genova (divenuto poi Istituto internazionale delle comunicazioni). Per queste attività la città di Genova gli conferì la cittadinanza onoraria e una medaglia d'oro di benemerenza. Fu anche presidente di un consorzio di industrie costruttrici di grandi impianti per la produzione di energia elettrica, destinati all'esportazione.
Il C. morì a Roma il 16 marzo 1976.
Fonti e Bibl.: Atti parlamentari, Senato della Repubblica, legislature I-IV, ad Indices; Panorama biografico,degli Italiani d'oggi, I, Roma 1956, ad vocem; I deputati e i senatori del quarto Parlamento repubblicano, Roma, 1965, ad vocem; Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, I, Milano 1968, ad vocem; Lessico universale italiano, V, Roma 1970, ad vocem; F. Bartolotta, Parlamenti e governi d'Italia dal 1848 al 1970, I-II, Roma 1971, ad Indices; Corriere della sera, 18 marzo 1976 (necrologio).