POLENTA, Guido da
POLENTA, Guido da. – Figlio di Bernardino, nacque probabilmente tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta del Trecento.
Coinvolto nel governo cittadino già nel corso degli anni Cinquanta, divenne signore di Ravenna alla morte del padre (1359). Gli anni del duro regime di Bernardino avevano stremato la città e reso impopolare la signoria polentana; Guido comprese pertanto la necessità di riconciliarsi con la popolazione e di gestire con più equilibrio sia i rapporti familiari che le relazioni con l’esterno, inaugurando un nuovo corso politico.
Fautore, agli inizi, di una politica filopapale, si distinse in varie imprese al servizio della S. Sede, in primo luogo nella battaglia di S. Ruffillo del 1361. La militanza per la Chiesa, specialmente durante la legazione del cardinale Albornoz, fruttò al polentano, nel 1364, il rinnovo del vicariato apostolico su Ravenna e sugli altri domini polentani.
Tuttavia, le mire dei Visconti verso la Romagna spinsero Guido a legarsi sempre più a Venezia, una scelta che gettò le basi per la futura dedizione di Ravenna alla Serenissima. L’alleanza con Venezia segnò una progressiva rottura con il Papato, favorita anche dai propositi di Guido da Polenta di ampliare la propria sfera di influenza attraverso importanti acquisizioni patrimoniali e mediante una politica matrimoniale che lo portò a instaurare legami con le principali famiglie signorili.
I primi dissapori con la Curia papale si ebbero nel 1369, quando Guido venne scomunicato per la mancata corresponsione del censo; tuttavia, la rapida assoluzione così come la testimonianza della Descriptio Romandiole del cardinale Anglico (1371) consentono di ipotizzare che, in tale fase, l’intesa con il Papato non fosse ancora caduta.
L’importante fonte fiscale, infatti, registra ancora Guido da Polenta come signore censuario della S. Sede, investito della città di Ravenna e delle 101 ville del suo comitato, della città e della rocca di Cervia, dei castra di Polenta, Cuglianello, Fusignano e Russi, quest’ultimo in via di edificazione, così come della località di villa Melsa, nel Ravennate.
I rapporti con la Sede apostolica dovettero incrinarsi definitivamente qualche anno dopo, allo scoppio della guerra degli Otto santi, che vide Guido schierato contro la Chiesa. Con l’insorgere del Grande Scisma, il polentano scelse il papa avignonese Clemente VII, rompendo definitivamente con la Curia romana. L’adesione all’obbedienza avignonese ebbe però gravi conseguenze: papa Urbano VI concesse al suo fedele Galeotto Malatesti il vicariato apostolico su Ravenna e sugli altri domini di Guido da Polenta; la guerra che ne scaturì vide un netto successo dei Malatesti, che fra il 1382 e il 1383 conquistarono quasi tutti i domini polentani, minacciando la stessa Ravenna. Un tale rovescio politico e militare, aggravato dalla scomunica e dal coinvolgimento nella fallimentare spedizione di Luigi d’Angiò, segnò la fine del regime di Guido, che, malato e completamente solo, verso la fine del 1389 venne deposto dai suoi stessi figli. Messo probabilmente agli arresti, morì nel gennaio 1390.
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