GUERRINI, Guido
Dal poeta Olindo e da Maria Nigrisoli, nacque a Bologna il 15 genn. 1878 e, conseguita con un anno di anticipo la maturità classica, nel 1896 si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università bolognese. Allievo interno, durante gli anni del corso, negli istituti di istologia e di anatomia patologica, diretti rispettivamente da R. Fusari e da G. Martinotti, si avviò presto alla ricerca scientifica, pubblicando, ancora studente, interessanti lavori di morfologia normale e patologica (si ricordano: Sugli elementi elastici delle vie respiratorie superiori, in Giornale della R. Accademia di medicina di Torino, s. 4, IV [1898], pp. 33-53; Contributo alla conoscenza dell'anatomia minuta dei nervi, in Anatomischer Anzeiger, XV [1898], pp. 17-30; Delle minute modificazioni di struttura delle cellule nervose della corteccia, in Riv. di patologia nervosa e mentale, V [1900], pp. 1-18); un cenno particolare merita il suo studio, condotto in questo periodo, di due casi di sarcoma primitivo del fegato, corredato da un'ampia rassegna dei casi sino allora consegnati alla letteratura medica: Due casi di sarcoma primitivo del fegato, in La Riforma medica, XVII (1901), pp. 351-378, in collab. con B. De Vecchi.
Conseguita la laurea a pieni voti e con lode nel 1902, discutendo la tesi col Martinotti, nello stesso anno fu assunto con la qualifica di "assistente onorario" nell'Istituto di anatomia patologica dell'Università bolognese. Dopo appena un anno, tuttavia, si interruppero bruscamente i suoi rapporti con il maestro, che aveva cominciato a manifestare i primi segni del grave turbamento che lo avrebbe presto portato al suicidio: il G. allora, consigliato e seguito dal chirurgo B. Nigrisoli, cugino di sua madre, per un certo tempo frequentò la clinica medica universitaria di Bologna, quindi si trasferì a Firenze ove gli era stato offerto l'incarico di assistente volontario presso l'istituto di patologia generale degli Istituti di studi superiori pratici e di perfezionamento diretto da A. Lustig. Tra il 1904 e il 1906 frequentò l'istituto di patologia generale dell'Università di Napoli, diretto da G. Galeotti, ove conseguì la libera docenza in patologia generale. Nel 1907, rientrato a Firenze, fu incaricato di sostituire il Lustig nell'insegnamento della patologia generale e di svolgere un corso complementare di batteriologia. Nello stesso anno, dopo aver conseguito a Firenze una seconda libera docenza in patologia generale, si recò a Francoforte sul Meno ove per un semestre partecipò come Mitarbeiter all'attività scientifica dell'Institut für experimentelle Therapie diretto da P. Ehrlich, dedicandosi in modo particolare allo studio del fenomeno dell'opsonizzazione. Il fortuito incontro nell'istituto tedesco con N. Lanzillotti Buonsanti, direttore della Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano, segnò l'avvio del G. all'attività didattica e scientifica nel settore della zooiatria: assunto l'incarico dell'insegnamento della patologia generale presso la scuola milanese nel 1908, due anni dopo, conseguita la libera docenza in anatomia patologica veterinaria e superato il relativo concorso, egli divenne nella stessa scuola professore straordinario della disciplina.
Prese parte alle operazioni belliche del primo conflitto mondiale: arruolatosi volontario nel 7° reggimento di fanteria, diresse poi con il grado di capitano medico un lazzaretto per colerosi. Promosso maggiore per merito eccezionale, in occasione del disastro di Caporetto riuscì a mettere in salvo il suo ospedale con i 200 feriti che vi erano ricoverati.
Resse la cattedra e la direzione dell'istituto di patologia veterinaria per 19 anni, durante i quali fu più volte incaricato anche dell'insegnamento dell'anatomia e dell'istologia patologica veterinaria e svolse un corso di parassitologia presso gli istituti clinici di perfezionamento. Come direttore curò in modo particolare la funzionalità e l'efficienza dell'istituto ispirandosi anche a modelli stranieri, quali gli istituti di Vienna, Budapest, Dresda e Berlino; molto apprezzato fu il suo catalogo della pregevole collezione di parassiti conservata nell'istituto, pubblicato a Bologna nel 1909, Index parasitarium qui exstant in Instituto pathologico regiae Scholae superioris medicinae veterinariae Mediolani.
Nel lungo periodo compreso tra il conseguimento della laurea e l'insegnamento nella Scuola superiore di Milano, il G. fu autore di numerose ricerche di carattere morfologico, normale e patologico, e sperimentale: si ricordano le sue osservazioni sui diversi tipi di secrezioni dell'ipofisi (Sulla funzione dell'ipofisi, in Lo Sperimentale, LVIII [1904], pp. 837-882; Di un'ipertrofia secondaria, sperimentale, della ipofisi, in Riv. di patologia nervosa e mentale, IX [1904], pp. 513-531); la bella serie di studi sulla funzione dei muscoli degenerati (Sulla funzione dei muscoli degenerati, I, Tetano, fatica, soglia dell'eccitazione, in Lo Sperimentale, LIX [1905], pp. 187-200; II, Tempo di eccitazione latente, ibid., pp. 797-823; III, Di una proprietà meccanica del muscolo che si può chiamare potenza, ibid., LX [1906], pp. 415-419; IV, Sull'elasticità dei muscoli normali e degenerati, ibid., pp. 529-549; V, Azione della corrente galvanica, ibid., pp. 621-636; VI, Lesioni morfologiche e loro rapporto con le alterazioni funzionali, ibid., LXI [1907], pp. 229-242; VII, Curva di contrazione, curva isotonica, curva isometrica, curva veratrinica, ibid., pp. 267-294); i contributi alla conoscenza della morfologia e dell'azione patologica di alcuni zooparassiti (Sulla cosiddetta tossicità degli ascaridi, in Lo Sperimentale, LXIV [1910], pp. 549-580; I trematodi parassiti dell'uomo, in Natura, III [1912], pp. 1-20; I veleni dei zooparassiti, ibid., pp. 193-220); le sue osservazioni di anatomia patologica, di patologia sperimentale, di fisiopatologia (I neoplasmi degli animali, in Pathologica, I [1908], pp. 156-159; Sulla fisiopatologia dello shock anafilattico, ibid., III [1910], pp. 557-561; Lo strapazzo fisico, in Atti della Società lombarda di scienze mediche e biologiche, IV [1914], pp. 207-234; Dell'azione dei sieri eterogenei, saggiata in vitro sui tessuti, in Ricerche di biologia dedicate al prof. A. Lustig, Firenze 1915, pp. 581-596; Ricerche sulla avitaminosi, in Annali d'igiene, XXXI [1921], pp. 597-619) e quelle riguardanti alcuni aspetti della profilassi delle malattie infettive (Disposizioni sanitarie contro la peste bubbonica, in Medicina italiana, V [1924], pp. 123-147; Saggi di organizzazione profilattica, ibid., VI [1925], pp. 341-349).
Dal 1929 il G. iniziò a insegnare patologia generale nelle facoltà di medicina e chirurgia, dapprima presso l'Università di Modena e nel 1931 in quella di Padova; nel 1935, infine, con provvedimento ministeriale fu trasferito alla cattedra di patologia generale dell'Università di Bologna, che diresse fino al collocamento fuori ruolo nel 1948. Richiamato alle armi nel 1940 con il grado di colonnello medico, nei periodi estivi di quest'anno e dei due successivi organizzò e diresse alcuni ospedali territoriali sulla costa romagnola. Preside di facoltà dal 1941 al 1945, dal 10 ott. 1944 al 21 apr. 1945 ricoprì anche l'incarico di prorettore. In questo periodo si oppose alle disposizioni che imponevano ai docenti universitari di prestare il giuramento di fedeltà alla Repubblica sociale italiana, offrì aiuto ad alcuni partigiani che si erano rifugiati all'interno dell'ateneo e provvide a nascondere il radium in dotazione all'istituto per evitare che cadesse nelle mani delle SS intenzionate a sequestrarlo. Eletto rettore per il triennio 1947-50, si adoperò per riportare l'Università alle sue originarie funzioni di studio, ricerca e formazione, venute meno nel periodo bellico.
In questo secondo periodo della sua attività scientifica, il G. si occupò pressoché esclusivamente dell'azione esercitata dalla luce sui processi biologici: selezionando le diverse attività delle luci monocromatiche, poté dimostrare che le radiazioni rosse e violette inibiscono le fermentazioni indotte da varie specie batteriche, le quali sono invece stimolate da quelle verdi e gialle. Studiò, inoltre, l'attività dei fotocatalizzatori, il meccanismo d'azione del fenomeno fotodinamico e l'azione antifotodinamica del siero di sangue. Su questo vasto argomento fu autore di numerosi contributi che riassunse e compendiò nel volume La luce e la vita, Milano 1951.
Del G. sono ancora da ricordare le monografie Sulle modificazioni istologiche degli organi nel corso dell'immunità sperimentale, sua tesi di laurea, e L'infezione da Bacillus murisepticus, ambedue edite a Bologna nel 1902; i capitoli redatti per il Trattato di malattie infettive dell'uomo e degli animali, a cura di A. Lustig, Milano 1922 (I cocchi patogeni, pp. 471-510; Le affezioni difteriche negli animali, pp. 721-725; Setticemie emorragiche degli animali, pp. 887-921; Forme epizootiche più note della setticemia emorragica, pp. 902-930; Influenza del cavallo, pp. 2019-2025; Meningiti cerebro-spinali del cavallo o di altri animali, pp. 2026-2029; Agalassia contagiosa delle pecore e delle capre, pp. 2030-2034; Difterite aviaria, pp. 2035-2041); la collaborazione col Lustig e col Galeotti alle varie edizioni del Trattato di patologia generale, fino all'ultima, edita a Milano nel 1947 dopo la scomparsa dei suoi maestri; il volume Elmintologia medica, Bologna 1959, pregevole saggio contenente, dopo un'interessante introduzione storica, la classificazione, la descrizione e l'illustrazione del ciclo biologico dei vari vermi parassiti, della loro azione nociva esercitata sull'uomo e dei mezzi per contrastarla. Il G. fu anche autore di pubblicazioni di storia della medicina: oltre a vari articoli (Notizie storiche e statistiche sulla peste, in Riv. di storia delle scienze mediche e naturali, XVI [1925], 7, pp. 293-316; Notizie storiche sul vaiolo, in Giornale della Società italiana d'igiene, XLVIII [1926], pp. 26-37), redasse i volumi Bandi, ordini e provvisioni in tempo di contagio imminente e presente pubblicati in Bologna in occasione della pestilenza di tre secoli fa e I lazzaretti di Bologna durante la peste del Seicento, editi a Bologna nel 1928.
Il G. appartenne all'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna; accademico benedettino dal 1940 e presidente dal 1953 al 1956, fu presidente dell'Accademia delle belle arti dal 1942 al 1945. Nominato professore emerito nel 1954, nel '57 fu insignito dal ministro della Pubblica Istruzione della medaglia d'oro della scuola, della cultura e dell'arte.
Collocato a riposo, curò le riedizioni degli scritti paterni e completò alcuni studi sul folklore romagnolo che aveva iniziato a condurre con la moglie (Di alcuni modi di dire che si dicono nel nostro dialetto, in La Piè, XXXIII [1964], pp. 54-59; Costumanze romagnole del tempo che fu, ibid., pp. 243-245; U s' dis par di', ibid., XXXIV [1965], pp. 159 s.).
Rimasto vedovo nel 1961, ricordò la figura della moglie I. Turati nelle poche, toccanti pagine di La Zia. Lettera ai nipoti, Ravenna 1962.
Il G. morì a Sant'Alberto di Ravenna il 23 ag. 1970.
Fonti e Bibl.: Necrologio, in Annuario dell'Università di Bologna 1970, Bologna 1971, pp. 445-447; Archivio dell'Università di Bologna, fascicolo personale; G. Guerrini, Ricordi di un universitario, Bologna 1965; V. Chiodi, Storia della veterinaria, Bologna 1981, pp. 378 s., 396-398, 450; R. Pasi, Bartolo Nigrisoli, Ravenna 1989, pp. 77-80.