JUNG, Guido
Nato il 10 febbraio 1876 in Palermo, compì all'estero i suoi studî, e, poco più che ventenne, divenne prima membro e poi capo della ditta Fratelli Jung, casa di esportazione e di banca, fondata dal padre tra il 1860 e il 1870. Consigliere di amministrazione della Cassa di risparmio Vittorio Emanuele II per le provincie siciliane, si occupò di assistenza sociale. Fu tra i fondatori e insegnanti più attivi dell'Università popolare di Palermo nell'anteguerra. Nell'agosto 1914 si iscrisse al partito nazionalista; fu uno dei capi del "comitato interventista" e partecipò alla lotta per l'intervento, molto aspra, in Sicilia, data la base economica che vi aveva il neutralismo. Volontario di guerra, nel maggio 1915 era al fronte come ufficiale; e vi rimase, ininterrottamente, fino al settembre 1918; fu decorato tre volte di medaglia d'argento al valor militare ed ebbe la promozione a capitano per merito dì guerra.
Fece parte della delegazione italiana alla Conferenza della pace come tecnico per questioni finanziarie ed economiche e partecipò attivamente all'elaborazione della parte finanziaria ed economica dei trattati con la Gemiania e con l'Austria. Abbandonò volontariamente la delegazione nell'agosto 1919.
In qualità di tecnico o di delegato prese parte a quasi tutte le conferenze internazionali che si tennero successivamente in materia di riparazioni e di altre questioni finanziarie connesse coi trattati di pace.
Nel dicembre 1922 fu inviato dal governo a Washington, consigliere finanziario presso quella ambasciata con rango di ministro plenipotenziario onorario. Tornato in Italia ebbe, nell'agosto 1923, il mandato di provvedere alla sistemazione del Banco di Roma e alla regolazione definitiva della Banca Nazionale di Credito in rapporto alle pendenze derivanti dalla liquidazione della Banca Italiana di Sconto. Fu eletto deputato fascista nel 1924. Nel febbraio 1924 fu nominato commissario per la liquidazione dei beni ex-nemici e tenne tale posto fino all'agosto 1925. Durante questo periodo fu uno dei delegati italiani alla Conferenza di Londra e di Parigi per l'applicazione del piano Dawes e per la ripartizione tra gli alleati dei proventi di esso. Fu anche delegato italiano nella Commissione dell'oro della Società delle Nazioni. Nell'agosto 1927 fu nominato presidente dell'Istituto nazionale per l'esportazione, del cui consiglio faceva parte dalla fondazione; nel 1931 presidente della Società finanziaria industriale italiana. Nel luglio 1932 fu nominato ministro delle Finanze e nel giugno 1933 inviato a Londra come presidente della delegazione italiana alla Conferenza economica mondiale.