SUSANI, Guido
– Nacque a Mantova il 16 dicembre 1823 da Moisé e da Maria Rosa Formigini, di origini ebraiche.
I registri d’iscrizione all’Università di Pavia recano tuttavia anche altre due date: 15 dicembre 1824 e persino 16 dicembre 1819.
Susani crebbe in una famiglia agiata, di sentimenti liberali e di buona cultura. Il padre (1800-1863), ricco proprietario terriero, venne cooptato da Carlo Cattaneo nella raccolta delle informazioni preliminari alla stesura delle Notizie naturali e civili su la Lombardia con l’incarico di preparare un testo sull’agricoltura del Mantovano.
Nel 1836 la famiglia si trasferì a Milano, dove Susani frequentò il liceo di Porta Nuova. Iniziò gli studi universitari nell’anno accademico 1842-43, iscrivendosi alla facoltà matematica dell’Università di Pavia (ateneo frequentato da molti studenti israeliti originari del Mantovano e dove il padre si era laureato in legge nel 1817). A Pavia risiedette presso l’abitazione del professor Ambrosoli. Conseguì il titolo di dottore in fisica e matematica il 24 novembre 1845, discutendo le tesi Del calcolo sublime e Dell’architettura.
Sin dal 1845 sono accertati i suoi contatti con la Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri di Milano (uno dei principali centri di promozione del sapere tecnico-scientifico del tempo e di sostegno alla causa italiana), della quale fu socio promotore e divenne ben presto una delle figure di spicco. La Società era diretta allora da Enrico Mylius e Carlo Cattaneo. Nel settembre del 1845 Mylius decise di inviare Susani a rappresentare la Società al VII Congresso nazionale degli scienziati italiani che si svolse a Napoli. Cattaneo stesso attestò la presenza di Susani tra gli assistenti della Scuola della Società sin dal novembre del 1845, dapprima in qualità di assistente di Luigi Magrini alle «letture di fisica industriale» e, dall’ottobre del 1846, come collaboratore di Paolo Jacini alle lezioni di «geometria e meccanica».
Fondamentali furono in quel periodo i contatti che Susani stabilì anche con altre figure dell’intellettualità lombarda quali Giuseppe Cadolini, Antonio Kramer e Giulio Curioni. Con Jacini era nata una vera e propria amicizia. Quando questi lasciò l’insegnamento presso la Scuola nel luglio del 1847, Susani lo sostituì (su proposta di Cattaneo) insieme a Francesco Brioschi.
Gli eventi del 1848 videro Susani particolarmente attivo. Partecipò ai moti rivoluzionari e intrattenne uno stretto rapporto, come risulta da documentazione successiva, non solo con Cattaneo, ma anche con Cesare Correnti ed Enrico Cernuschi. Fu dunque sottoposto a stretta sorveglianza da parte del governo austriaco, che ancora nella prima metà degli anni Cinquanta lo considerava con sospetto.
All’inizio di quel decennio ritroviamo tuttavia Susani ancora attivo presso la Società d’incoraggiamento. Gli avvenimenti del Quarantotto e la morte di docenti come Jacini (1852) e Kramer (1853) avevano creato serie difficoltà di funzionamento alla Scuola. Susani fu uno di coloro (con Luigi Chiozza per la chimica e Luigi Bossi per il setificio) attorno ai quali riprese l’attività. Nel 1854-55 gli venne affidato il nuovo corso di meccanica, che condusse sino all’inizio degli anni Sessanta, quando fu sostituito da Giuseppe Colombo. Il suo corso biennale di meccanica industriale impartì nozioni di base per la costruzione di macchine e approfondì lo studio delle diverse tipologie di motori idraulici disponibili per le applicazioni industriali (Lezioni di chimica e di meccanica industriale alla Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri in Milano, in Il crepuscolo, 18 dicembre 1853), assumendo una valenza strategica nel sostegno all’industrializzazione del territorio lombardo.
Gli anni Cinquanta videro Susani presente anche all’estero in occasione di diverse esposizioni industriali promosse nelle più importanti città europee. Fu a Monaco nel 1854, a Parigi nel 1855 e nel 1856 partecipò all’Esposizione di Bruxelles, sulla quale pubblicò una relazione l’anno dopo (Intorno all’esposizione di economia domestica stata nel 1856 a Bruxelles. Relazione del socio ingegnere Guido Susani professore di meccanica industriale presso la Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri di Milano, Milano 1857).
Nel frattempo Susani era entrato a far parte dei collaboratori di Il crepuscolo, periodico fondato da Carlo Tenca nel 1850. Alla vigilia dell’Unità egli esprimeva posizioni filosabaude e moderate, intrattenendo rapporti con Quintino Sella e con lo stesso Camillo Benso conte di Cavour. Dopo la svolta del 1859, come molti rappresentanti della classe dirigente lombarda quali Antonio Allievi, Brioschi e Stefano Jacini, anche Susani assunse un ruolo nelle istituzioni politiche nazionali. Nel 1860 fu eletto alla Camera come deputato di Sarnico e alle elezioni dell’anno successivo andò a rappresentare il collegio di Sondrio. Partecipò attivamente ai lavori parlamentari sia in Assemblea sia nelle commissioni. Presentò interpellanze e propose progetti di legge, e fu anche relatore su disegni di legge governativi. Si occupò di temi fondamentali tra i quali la modernizzazione del servizio postale e telegrafico, la costruzione di edifici di pubblica utilità, lo sviluppo della rete viaria (specie in Sicilia e Sardegna) e delle infrastrutture portuali, l’ampliamento della rete ferroviaria nazionale. Appoggiò, tra l’altro, la proposta di costituire un’inchiesta parlamentare sulla Marina avanzata da Nino Bixio e Giovanni Ricci.
La sua carriera politica si interruppe bruscamente, tuttavia, il 17 luglio 1864, quando si dimise da parlamentare in seguito allo scandalo provocato dalla concessione al conte Pietro Bastogi della gestione delle ferrovie meridionali, provvedimento del quale Susani era stato relatore alla Camera. L’inchiesta parlamentare sulla vicenda aveva accertato infatti il suo cointeressamento nell’affare e si era conclusa con una ‘reprimenda’ ufficiale nei confronti suoi e di Bastogi.
Ritiratosi dalla vita pubblica, Susani ebbe da quel momento un ruolo importante, anche se poco noto, nella ripresa della bachicoltura in Italia e in Europa. Il settore attraversava negli anni Sessanta un periodo di grave difficoltà a causa dell’epidemia di pebrina e del decadimento conseguente del prodotto. Dalla sua villa di Rancate nel Varesotto Susani si applicò intensamente agli studi sulla selezione dei bachi, tenendo stretti rapporti con qualificati specialisti quali Emilio Cornalia, Eugenio Bettoni e lo stesso Louis Pasteur, più volte suo ospite e come lui legato da amicizia al chimico e imprenditore Luigi Chiozza. Con costoro fu tra i pionieri lombardi nell’applicazione del metodo Pasteur. Sperimentò i principi di selezione del seme bachi messo in atto dal biologo transalpino, conseguendo risultati significativi. Susani fu pertanto uno dei primi importatori italiani di semi bachi dal Giappone con l’intento di migliorare la qualità del prodotto presente sul mercato nazionale.
Nel 1870 fece costruire in Brianza un edificio specifico per la confezione e conservazione del seme bachi (G. Susani, Cascina Pasteur. Allevamento di deposizioni separate. Studio bacologico, Milano 1872). Fu in corrispondenza con Federico Habertlandt, dirigente dell’importante Istituto bacologico sperimentale di Gorizia. Partecipò ai periodici congressi internazionali di bacologia che si svolsero a partire dal 1870, dove fu sovente relatore. Fu presente al I Congresso bacologico di Gorizia (dove intervenne sul tema dei frequenti abusi nel commercio dei semi), ai Congressi di Udine (1871), di Rovereto (1872), di Milano (1877, dove sostenne l’importanza di un’istituzione ad hoc per la custodia dei semi bachi) e a quello di Parigi nel 1878. Pubblicò in varie sedi scientifiche i risultati della sua attività (ad esempio, nelle riviste La selezione microscopica, la Rivista settimanale di bacologia, L’Italia agricola, gli Atti del Reale Istituto lombardo di scienze e lettere).
I rapporti di Susani con gli ambienti tecnologici più avanzati sono testimoniati anche dalla sua presenza al I Congresso nazionale degli ingegneri ed architetti italiani, svoltosi a Milano nel settembre del 1872. In quell’occasione egli diede il proprio contributo nell’ambito della IV sezione, affrontando il tema dell’istruzione tecnica degli operai meccanici e operando in sinergia con figure di primo piano quali Ernst Stamm, Giovanni Codazza, Giulio Curioni, Antonio Favaro e Giuseppe Colombo.
Gli studi e l’opera nel campo della sperimentazione bacologica gli valsero nel 1872 il prestigioso premio Brambilla da parte dell’Istituto lombardo di scienze e lettere (il cui corrispettivo in denaro egli distribuì tra gli operai che con lui avevano lavorato nella fase di ricerca). Come molti esponenti delle élites imprenditoriali lombarde non mancò di operare nel campo della beneficenza, facendo edificare a Rancate un asilo per i figli delle lavoratrici e donando al Comune un edificio da adibire a scuola primaria. Nel 1881 ritroviamo Susani tra i protagonisti dell’Esposizione industriale di Milano per il settore dell’industria bacologica. Trascorse lunghi periodi all’estero tra Londra, Parigi, la Svizzera e la Germania. Si sposò tre volte, ma non ebbe figli.
Morì in Francia il 2 luglio 1892.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio storico civico, Ruolo generale della popolazione, a. 1835, vol. 55; Pavia, Archivio antico dell’Università, Facoltà matematica, Registri nn. 87, 321, 322, 354; Atti parlamentari, Camera dei deputati, Legislatura VIII, sessione 1863-64, Discussioni, seduta del 17 luglio 1864; Atti della Società d’incoraggiamento delle arti e dei mestieri in Milano, 1843-1892 (nel corso del periodo assume anche la denominazione Relazioni), passim; Epistolario di Quintino Sella, I, a cura di G. Quazza - M. Quazza, Roma 1980, VIII, a cura di M. Quazza, 2010; Carteggi di Carlo Cattaneo, s. 1, Lettere di Cattaneo, I-III, a cura di M.C. Fugazza - M. Cancarini Petroboni, Firenze-Bellinzona 2001-2010, s. 2, Lettere dei corrispondenti, I-II, a cura di C. Agliati, Firenze-Bellinzona 2001-2005, III, a cura di G. Albergoni - R. Gobbo, 2016.
Gli ultimi tristissimi fatti di Milano narrati dal comitato di pubblica differenza, Milano 1848; C. Arrighi, I 450 ovvero i deputati del presente e i deputati dell’avvenire, I, Milano 1864; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e italiano. Profili e cenni biografici, Terni 1890; L’inaugurazione d’un busto dell’ingegnere G. S. a Rancate. Parole del dottor Serafino Biffi, Milano 1892; R. Di Tocco, Bibliografia del Filugello (Bombix mori I.) e del Gelso (Morus alba I.)..., Padova 1927; Dizionario del Risorgimento nazionale: dalle origini a Roma capitale: fatti e persone, IV, Milano 1937; G. Capodaglio, Storia di investimento di capitale. La società italiana per le strade ferrate meridionali (1862-1937), Bologna 1938; C.G. Lacaita, L’intelligenza produttiva. Imprenditori, tecnici e operai nella Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri di Milano (1838-1988), Milano 1990; M.L. Betri, La giovinezza di Stefano Jacini. La formazione, i viaggi, la ‘proprietà fondiaria’ (1826-1857), Milano 1998; F. Cavarocchi, La comunità ebraica di Mantova fra prima emancipazione e Unità d’Italia, Firenze 2002; M. Premuda Marson, Bombix Mori. La dotta industria bacologica e l’importanza di un insetto nella vita dell’uomo, Padova 2011.