GUILLAUME de Machaut
Poeta francese, nato a Machault nelle Ardenne circa il 1300, morto a Reims nell'aprile 1377. Seguì gli studi di teologia, e la sua carriera ecclesiastica si svolse nella diocesi di Reims: nel 1337 vi ottenne un canonicato, che serbò fino alla morte. Quale poeta e musicista, fu in relazione con molti principi e signori: per oltre un decennio, a cominciare dal 1323 circa, ebbe la protezione di Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, che lo nominò suo cappellano e segretario: G. scrisse per lui Le Jugement dou Roy de Behaingne; nel 1349 trovò un altro mecenate in Carlo il Malvagio, re di Navarra, al quale (prigioniero del re di Francia nel 1357) G. dedicava il Confort d'Amy; da ultimo, rivolse le sue poesie a principi della casa di Francia. È una figura dominante della poesia francese del Trecento, che non levò di certo a grande altezza, ma a cui segnò il cammino per due secoli.
Fedele, nel concetto generale dell'arte, alla tradizione allegorica del Roman de la Rose, consacrò nella lirica il trionfo delle forme chiuse (ballade, rondeau, chant royal, lai, virelai), aiutando la diffusione delle sue rime con la sua conoscenza, ed esperienza notevole, della musica. Nei poemetti narrativi e allegorici, più stretti all'imitazione del Roman de la Rose, recò un elemento personale, che meglio li distingue. Il suo primo successo, dopo un giovanile Dit dou Vergier, riportò con LeJugement dou Roy de Behaingne (anter. al 1342): ripigliando il Jeu parti, caro alla vecchia poesia dell'amor cortese, il poeta immagina di aver assistito, nascosto tra le fronde degli alberi, a un contrasto fra una dama e un cavaliere, ciascuno dei quali si giudicava più sventurato: la prima perché le era morto l'amico, il secondo perché la sua donna l'aveva abbandonato: G. si scopre, e li guida, come ad arbitro, al re di Boemia, che dà ragione al cavaliere. Più tardi, tornò sull'argomento, e diede al contrasto la soluzione opposta, nel Jugement dou Roy de Navarre. Seguirono: Le Lay de Plour, Remède de Fortune, Le Dit dou Lyon, Le Confort d'Amy, La Fontaine amoureuse, che intrecciano anch'essi un racconto personale col tema allegorico. Le Voir Dit ci mostra il poeta, in età matura, avvolto nell'amore che gli propone una giovine damigella, ammiratrice dei suoi versi: è come un romanzo, alternato di liriche e di lettere in prosa, in cui l'autore tratta con grazia, e con rassegnazione, della sua tarda avventura sentimentale. La Prise d'Alexandrie narra la vita di Pietro di Lusignano, re di Cipro, morto nel 1369. L'opera di G. ebbe grande fortuna al suo tempo: Chaucer se ne giovò; in Francia, l'imitarono il Deschamps, Christine de Pizan e Martin Le Franc; ma col Rinascimento fu dimenticata.
Ediz.: Le livre du Voir dit, ed. P. Paris, Parigi 1875; La Prise d'Alexandrie, ed. L. de Mas-Latrie, Parigi 1877; Les Poésies lyriques, ed. V. Chichmaref, voll. 2 (1909); Øuvres de G. de M., ed. E. Hoepffner; voll. 3, Parigi 1908-1921, contenente i poemetti, con uno studio introduttivo.