GUILLAUME de Machaut (XVIII, p. 259)
Importantissima è l'opera di G. de M. come musicista. Egli è il maggiore rappresentante, in Francia, dell'Ars nova e la sua personalità ne domina la storia per circa un secolo, fino all'avvento dei Fiamminghi. Egli ebbe grande influenza sui musicisti contemporanei; sviluppò i generi già noti e in molte cose fu un innovatore; usò la cadenza perfetta, la scala maggiore e il cromatismo.
La sua opera ci è pervenuta forse completa. Si conoscono di lui diciotto lais; ventitré motets a 3 e 4 voci, ciascuna su testo diverso, latino o francese, e un double hoquet; quarantacinque ballades notées, da 1 a 3 voci; venti rondels, da 2 e 4 voci; trentadue virelais o chansons balladées, di cui sette con tenor strumentale e una con tenor e contratenor strumentale; e infine una messa a 4 voci, forse scritta per la consacrazione di Carlo V a Reims (1364) e che è il più antico esempio di composizione organica e unitaria di tutte le parti contenute nell'ordinario di una messa. Inoltre, intercalati nel poema Le Remède de Fortune, si trovano 1 lai, i chanson royale, 1 complainte, 1 rondel, 1 chanson balladée e 2 ballades.
Bibl.: J. Wolf, Geschichte der Mensural-Notation, Lipsia 1905; J. Combarieu, Histoire de la Musique, I, Parigi 1913, p. 391 seguenti; P. Wagner, Geschichte der Messe, I, Lipsia 1913; F. Ludwig, G. de M.s musikalische Werke, in Publikationen älterer Musik, ivi 1926-30; e in Adler, Handbuch der Musik-Geschichte, Francoforte s. M. 1924; A. Machabey, G. de M., in Revue Musicale, 1930 e 1931; T. Gérold, La Musique au Moyen Âge, Parigi 1932, p. 317 seg.