Riformatore francese (Gap, Delfinato, 1489 - Neuchâtel, Svizzera, 1565). Studiò a Parigi, e subì presto l'influenza dell'umanesimo religioso di Lefèvre d'Étaples; deciso e conseguente, tentò subito, d'accordo col vescovo G. Briçonnet, di riformare la chiesa di Meaux; ma la sua aspra polemica contro il culto della Vergine e dei santi fece fallire il tentativo e costrinse il vescovo a esiliarlo. Comincia così la sua vita di predicatore itinerante: nel 1523 è a Basilea, ospite di Ecolampadio, ma ne viene espulso (1524) per la violenza della sua predicazione; vaga ancora per la Svizzera francese, e incontra Zwingli. Partecipa alla riunione di Berna (1528), predica in molti posti con grande foga, riesce a creare dappertutto nuclei di riformati; nel 1532 partecipa con A. Saunier e l'Olivetano al sinodo valdese di Cianforan. Lo stesso anno è a Ginevra: espulso, vi ritorna, e qui per molti anni esercita la sua attività; abile e impetuoso ha successo e nel 1537 ottiene persino, per sé e i fratelli, il diritto di cittadinanza. Poi compare Calvino, che F. sostiene nelle prime lotte e col quale è anche esiliato; poi, poco a poco, accanto alla personalità del nuovo riformatore, la figura di F. viene perdendo rilievo e colore. Staccandosi da Zwingli, egli finisce con l'accogliere la teologia di Calvino: e ritiratosi a Neuchâtel (1552) vi stabilisce una chiesa di tipo strettamente calvinista.