Medico (Coutances 1644 - Parigi 1682). Scarse le notizie sulla sua vita. Quando, nel 1672, ricevette la laurea in medicina a Parigi, aveva già pubblicato un De principiis rerum (1669) in cui, rinviando a Epicuro, si faceva sostenitore di un radicale atomismo e di un rigoroso antifinalismo (inutilità delle cause finali nella ricerca naturale), prendendo posizione contro Aristotele e contro lo stesso Descartes, del quale, se accettava la messa al bando delle cause finali, criticava invece tanto il dubbio metodico, quanto le leggi del movimento, sia infine i capisaldi della metafisica. Nei Discours anatomiques (1675), raccolta di sei lezioni tenute al Jardin du roy, l'antifinalismo (inteso come impossibilità di conoscere i fini reconditi di Dio) è rivolto soprattutto contro Galeno e fa da sfondo a una concezione in cui all'uomo è negata ogni preminenza nel regno animale. Attento a liberare il campo della scienza dalle ingerenze teologiche, sostenitore della necessità del ricorso all'esperienza, L., come accade sovente nella corrente libertina all'interno della quale deve essere collocato, si trova poi a criticare alcune delle nuove scoperte nelle scienze della natura: si opporrà alla pratica, allora agli albori, della trasfusione sanguigna, riproporrà, contro l'ovismo, la teoria ippocratica del defluxus, ecc. Si ricordano anche una Explication mécanique et physique des fonctions de l'âme sensitive (1677) e una Dissertation sur l'antimoine (1682).