GUINEA
La G. che faceva prima parte dell'A.O. F (v. guinea francese, XVIII, p. 262) è divenuta una repubblica indipendente a partire dal 2 ottobre 1958. Il paese ha una sup. di 246.000 km2 con una popol. di 2.500.000 ab., di cui 7000 europei, in gran parte francesi. I gruppi etnici più cospicui sono costituiti dai Fulbe (900.000), dai Mandingo o Malinke (500.000) e dai Sussu (250.000). Mentre i primi sono ottimi allevatori di bestiame, gli altri, se non sono impiegati nelle piantagioni, nelle miniere e nelle poche imprese industriali sorte nel paese, sono dediti ad un'attività agricola alquanto primitiva o ad un allevamento estensivo.
Dal punto di vista religioso, almeno l'80% degli abitanti sono musulmani. Il numero degli appartenenti a confessioni cristiane è valutato a circa mezzo milione. Conakry, la capitale (45.000 ab.), è la sede di un arcivescovado cattolico.
La fascia costiera, soggetta ad un recente abbassamento, è paludosa e orlata lungo il mare e gli estuarî dalla foresta a mangrovie. Il clima è malsano, data anche la media molto elevata delle precipitazioni (4300 mm), accentrate particolarmente nel periodo giugno-ottobre e per lo più in forma di piogge notturne. Conakry, il capoluogo della Guinea, si trova sull'isola Tombo, oggi collegata alla terraferma. Malgrado il vantaggio di essere protetta dalle isole Los e di avere un bacino con acque profonde, Conakry sino al 1952 rimase un porto di secondaria importanza; è nel 1952 che ebbero inizio le esportazioni di ferro. La parte portuale con i moli ed i magazzini atti all'imbarco dei passeggeri, dei minerali di ferro (con una capacità annua di 3 milioni di t), di banane, frutta (agrumi ed ananas), essenza d'arancio, prodotti della palma e caffè, che costituiscono le principali voci dell'esportazione, è situata sul lato NO dell'antica isola. Il porto di Benty, usato dai Francesi già nel 1867, è situato nei pressi del confine con la Sierra Leone ed asseconda Conakry nel carico delle bananiere di stazza inferiore alle 8000 t.
Tra l'ampia fascia delle mangrovie e i primi contrafforti collinari del Futa Gialon si estende la piana costiera, il cui terreno alluvionale ricopre la laterite ed il substrato granitico e gneissico: essa ha un'ampiezza che varia dai 45 ai 60 km; più ristretta a NO e più larga e piatta a SE, si presenta particolarmente umida e soggetta alle piene. Malgrado questi fattori sfavorevoli, la piana costiera presenta un insediamento agricolo distribuito in numerosi centri, dediti per lo più alla coltivazione del riso, del mais, delle noci di cola e della palma da olio. Anche la fascia costiera a mangrovie con l'opera di bonifica ha visto sorgere qualche insediamento agricolo legato alla coltivazione del riso. Le piantagioni di banane sono sorte nell'antica isola di Conakry (Kaloum), presso Forécariah e Benty. L'ananasso si è diffuso a Benty ed a Ouasson.
La Media Guinea è la parte montuosa del paese, essendo in gran parte occupata dall'altopiano del Futa Gialon, in media sui 1000 m ed eccezionalmente con sommità sui 1500 m. Esso è costituito da rocce sedimentarie molto antiche, per lo più arenarie, sovrastate spesso da rocce eruttive basiche (gabbri e doleriti). Le aree più elevate sono popolate da Fulani, che vi sono stati attratti dalle più favorevoli condizioni climatiche e dall'abbondanza dei pascoli. Le popolazioni da essi assoggettate furono costrette a dedicarsi all'agricoltura nelle valli che incidono l'altopiano. Sui terreni eruttati, più ricchi sono sorte delle piantagioni: presso Labé di aranci, il cui frutto amaro fornisce un olio oggetto di larga esportazione, di gelsomini, per l'essenza da profumo, e di caffè. Sull'orlo occidentale del Futa Gialon i gabbri formano le cime più elevate, come il M. Gangan presso Kindia.
I centri più importanti di questa regione sono sorti e si sono sviluppati lungo la ferrovia, che da Conakry si estende nell'interno del paese sino a Kankan; essi sono: Kindia, notevole mercato di raccolta e di distribuzione delle banane, nota per l'Istituto Pasteur che prepara i sieri contro i morsi dei serpenti, e Mamou, da cui parte un'importante strada verso il Senegal.
Ad oriente della barriera del Futa Gialon si estende la regione dell'Alta Guinea (alto bacino del Niger), morfologicamentepoco movimentata e sottoposta ad un regime climatico a piogge stagionali, che annuncia la savana sudanese. Lungo i fiumi si pratica la coltura del riso e nelle zone non soggette alle piene accanto all'allevamento prospera l'agricoltura (cassava, patate dolci, miglio, arachidi ed il caratteristico albero del burro). Kankan, il capolinea orientale della ferrovia per l'Oceano, si trova sul Milo, più facile a navigarsi del Niger, di cui è tributario. Quindi Kankan è un importante centro per le comunicazioni sia ferroviarie sia stradali, fluviali ed anche aeree. Esso presenta l'aspetto di un grande villaggio, composto in gran parte da capanne e con vie spesso fiancheggiate da coltivazioni di varie piante alimentari.
Nella parte meridionale del paese ai confini con la Sierra Leone e la Liberia si estende la G. forestale, a rilievo discretamente accidentato, con precipitazioni abbondanti e ben distribuite. Qui il manto forestale è particolarmente denso. I gneiss, che costituiscono l'ossatura geologica della regione, hanno fornito ricchi terreni particolarmente adatti alla coltivazione del riso, della palma da olio, della noce di cola, della cassava. Vi si stanno sviluppando le piantagioni di caffè, oltre alle stazioni sperimentali per la coltivazione del tè a Macenta e della cinchona a Sérédou. Le noci di cola vi costituiscono un articolo di largo commercio interno, diretto soprattutto verso i campi auriferi di Siguiri. Questa regione presenta notevoli risorse minerarie, specialmente ferro e grafite - che potrebbero essere largamente sfruttate con un eventuale prolungamento della linea ferroviaria dalle miniere di ferro liberiane di Bomi Hills a questa zona mineraria - e diamanti (145.000 carati).
La struttura economica del paese è essenzialmente agricola. Tra i prodotti alimentari predomina senz'altro il riso, che in molte zone costituisce l'alimento base, malgrado il suo sviluppo alquanto recente. Nuove aree stanno per essere bonificate per permettere un ulteriore sviluppo della coltura meccanizzata del riso: così a Monchon presso Boffa e a Koba. Una coltura che alimenta le esportazioni è quella del banano, favorita, come nella Costa d'Avorio, dalle tariffe preferenziali praticate in Francia. È una varietà nana diffusasi dopo il 1920. Le già estese piantagioni potrebbero essere ancora ampliate, ma il mercato francese non assorbe tutte le esportazioni, del resto già triplicatesi dal 1947 al 1957. Le piantagioni d'ananas si sviluppano nelle stesse zone di quelle bananiere. Questa coltura ha cominciato ad affermarsi nel 1946 ed a partire dal 1949 si è avuta una crescente esportazione. La coltura degli agrumi, invece, è di più antica data, e si è diffusa, oltre che sugli altipiani del Futa Gialon, nella bassa Guinea. La produzione di frutta fresca è ostacolata dalla concorrenza dei paesi mediterranei, per cui essa concerne soprattutto l'essenza di arancio. Una coltura in grande sviluppo e invece quella del caffè, che può prosperare sia nella Media Guinea che in quella forestale. Introdotta già prima del 1915, la pianta ha cominciato ad assumere un grande valore commerciale soltanto in questo secondo dopoguerra e la produzione è passata da 50.000 q nel 1953 a 100.000 nel 1957. Il clima della bassa Guinea, specie di quella forestale, si presta allo sviluppo della palma da olio. Gli alberi di cola, ampiamente diffusi nella piana costiera e sugli altipiani, con il loro prodotto (noci) alimentano un notevole commercio interno.
L'allevamento dei bovini si pratica sul Futa Gialon e nel bacino superiore del Niger.
La produzione mineraria, accanto all'oro (lungo il Niger ed i suoi tributarî nell'area di Siguiri) e ai diamanti, riguarda anche la bauxite e il ferro. I più importanti giacimenti di bauxite sono localizzati nelle isole Los, a Boké, a Dabola e Kindia. Gli ultimi due sono adiacenti alla strada ed alla ferrovia. A Kindia, sfruttando l'energia delle cascate Kaleta, la bauxite potrebbe essere utilizzata anche industrialmente. Lo sviluppo dei giacimenti bauxitiferi delle isole Los (Kassa e Tamara) ebbe inizio nel 1950 e le esportazioni non tardarono a seguirlo. Nel 1956 si raggmnse una produzione di 452.000 t, diretta per lo più verso il Canada. I giacimenti di ferro della penisola di Kaloum, a pochi chilometri da Conakry, sono noti sin dal 1904 e sono considerati tra i più ricchi del mondo. Lo sfruttamento degli strati esterni avviene ancora a cielo aperto. Si conta di portare i quantitativi di minerale (esportato verso il Regno Unito) a 1,5 milioni di t annue.
Lo sviluppo economico del paese è rivolto oggi soprattutto alla produzione agricola e mineraria. Ma l'utilizzazione delle notevoli risorse idroelettriche potrebbe, come già accennato, far sorgere l'industria dell'alluminio.
Storia. - Tra i territorî dell'Africa Occidentale Francese, la G. fu uno dei centri di maggiore vivacità politica dopo la fine della seconda guerra mondiale, grazie all'attività assai intensa del moderato Raggruppamento democratico africano e del più radicale Blocco africano di Guinea. Promulgata da Parigi la legge-quadro del 23 giugno 1956, fu nella capitale della G., Conakry, che sorse il Movimento socialista africano, ad iniziativa di Lamine Gueye, con un programma che mirava alla revisione del titolo VIII della Costituzione del 1946 allo scopo di stabilire "da una parte un'associazione della Francia e dei territorî d'oltremare basata sull'uguaglianza dei diritti e dei doveri di ognuno, dall'altra un governo territoriale responsabile davanti ad un'Assemblea dotata di poteri legislativi". Nelle elezioni per l'Assemblea territoriale prevista dalla legge-quadro, il 31 marzo 1957, la vittoria andò al Partito democratico di Guinea - sezione locale del Raggruppamento democratico africano -il cui capo, Sékou Touré, divenuto vicepresidente del Consiglio di governo (presidente era di diritto il capo francese del territorio), si fece portavoce, insieme a Léopold Senghor del Senegal, della tesi federalista, cioè del raggruppamento federale degli otto territorî dell'Africa Occidentale Francese con un esecutivo a Dakar, unito in confederazione alla Francia. La tesi di Sékou Touré prevalse al congresso di Bamako (Sudan), che si svolse dal 20 al 25 settembre 1957. Allorché nel 1958 il nuovo capo del governo francese, gen. Ch. De Gaulle, propose la formazione di una Comunità francoafricana, Sékou Touré annunziò subito che si sarebbe valso della clausola che contemplava l'immediato accesso all'indipendenza. Nel referendum, infatti, del 28 settembre 1958 la G. con 636.281 voti contro 18.012 respinse la Costituzione proposta dal gen. De Gaulle; il 2 ottobre venne proclamata l'indipendenza. Nonostante il tentativo francese di far fallire sul nascere l'esperimento della G., annunziando il ritiro di tutti i funzionarî francesi e la sospensione di ogni assistenza finanziaria, il nuovo stato venne riconosciuto già durante il 1958 da 40 governi, mentre le immediate difficoltà organizzative ed economiche vennero superate con la decisione, il 23 novembre, di Touré di firmare col Ghana un accordo di unione quale primo nucleo degli Stati Uniti dell'Africa occidentale. Si trattava solo d'una dichiarazione "di intenzioni", ma sul terreno pratico l'accordo significò subito un prestito del Ghana di 10 milioni di sterline e l'offerta del Ghana alla G. di "tutta l'assistenza tecnica e amministrativa necessaria al consolidamento del nuovo stato"). Nel gennaio 1959 Parigi, rivedendo le sue direttive, entrò in trattative con Conakry. Impostando una politica di contatti amichevoli con tutti i paesi, come dimostrò il lungo viaggio circolare di Sékou Touré, dal 25 ottobre al 6 dicembre 1959, negli S.U.A., nella Gran Bretagna, nella Repubblica federale di Germania, nell'URSS, nella Cecoslovacchia e nel Marocco, la G. riuscì a stipulare accordi di cooperazione economica con diversi paesi, ciò che le consentì di superare agevolmente la prima difficile fase di assestamento.
Bibl.: Bulletin statistique et économique de la Guinée, Conakry, mensile; M. Houis, La Guinée Française, Parigi 1953; V. Thompson-R. Adloff, French West Africa, Stanford 1958; J. Beaujeu-Garnier, L'agriculture guinéenne, in L'information géographique, 1958, fasc. 5.