GUINEA (App. III, 1, p. 801)
Il coefficiente d'incremento annuo, data l'alta natalità, risulta molto elevato (2,3%), la popolazione è andata aumentando, e una stima del giugno 1974 attribuisce alla G. 4.312.000 abitanti (pari a 17,2 per km2; 1955: 2.570.000). La piovosissima Conakry conta (1967) 197.267 ab. nell'agglomerato urbano (308 km2). Elevata rimane la popolazione rurale (85%). L'economia è programmata e allo sviluppo economico sovrintendono i piani, il primo e il secondo dei quali (rispettivamente 1960-63 e 1964-71) avevano di mira soprattutto il consolidamento della struttura statale, mentre il terzo, della durata di un quinquennio (1973-78), riguarda lo sviluppo economico e sociale dell'intera popolazione, con particolare riguardo alla modernizzazione e allo sviluppo dell'agricoltura di ciascuna regione. I caratteri ambientali si presentano infatti molto diversi sia dal punto di vista fisico che umano nella piovosissima zona paludosa costiera a mangrovie, nelle foreste ombrofile, nei rilievi montuosi (Futa-gialòn) e nelle savane della G. settentrionale, adatte all'allevamento. Nel campo dell'agricoltura non sono da segnalare modificazioni di rilievo. All'arativo e alle colture arboree è riservato appena il 6% del territorio, destinato sia a colture indigene che conservano la loro importanza (manioca, riso, mais, sorgo, batate, olio di palma), sia a prodotti destinati all'esportazione (banane: 900.000 q nel 1974, ananas, caffè, tabacco); i raccolti, che erano in regresso negli anni successivi all'indipendenza in seguito alla partenza dei coloni francesi, hanno poi raggiunto i valori di un tempo. Anche l'allevamento risulta stazionario (1.860.000 bovini e un milione tra ovini e caprini). Tra i prodotti del sottosuolo la bauxite, che affiora in molti luoghi (con riserve di 2 miliardi di t) è sempre al primo posto e l'estrazione è in aumento (1959: 302.000 t; 1974: 3.050.000); parte viene esportata grezza (Norvegia, Stati Uniti, paesi socialisti europei), parte trasformata in allumina (700.000 t) nella fabbrica di Fria, collegata con ferrovia (143 km) a Conakry. All'energia elettrica necessaria si fa fronte con gl'impianti delle Grandes Chutes (sul Samou) e di Kaléta sul Konkouré (completato nel 1963). In progresso è anche l'estrazione di minerale di ferro (un milione di t, dalla penisola di Kaloum), che però risulta troppo ricco di cromo e in via di esaurimento, mentre oro (bacino di Siguiri) e diamanti (presso Macenta) non hanno più l'importanza d'un tempo. Per iniziativa del governo sono sorti di recente numerosi impianti industriali di piccole dimensioni (conservifici, manifatture tessili, ecc.); altri impianti sorgeranno con l'aiuto di capitali cinesi.
Nell'agosto 1973 è entrato in funzione il porto di Kamsar, che consentirà l'imbarco di 5 milioni di t annue di bauxite, estratte nel giacimento di Boké. Nel porto, attrezzato modernamente e in grado di accogliere navi di 60.000 t, sbocca un canale di 17 km, dragato nell'estuario del Rio Nunez. A sua volta il porto di Kamsar è collegato con un tronco ferroviario (136 km) con Sangaredi, dove si è sviluppato (per iniziativa della Harvey Aluminium degli Stati Uniti) un centro minerario per l'estrazione della bauxite della zona di Boké, che dà lavoro a 2800 indigeni e 600 europei. Intanto a Conakry è stata iniziata la costruzione di un porto ad acque profonde, che potrà accogliere navi di 300.000 t.
La bilancia commerciale, passiva qualche anno fa, ora regolata dallo stato tende a migliorare per l'aumentata esportazione di prodotti minerari.
Bibl.: A. Seck, A. Mondjannaghi, L'Afrique Occidentale, Parigi 1967; R. J. Harrison Church, Guinea, in Focus, n. 17, marzo 1967; J. Suret Canale, La République de Guinée, Parigi 1970.
Storia. - Ottenuta l'indipendenza nel 1958, la G. ha cercato, sotto la guida del presidente Sékou Touré (che è anche segretario generale del Parti Démocratique de Guinée, PDG), di costruire la propria struttura politica ed economica, restando piuttosto isolata rispetto agli altri stati africani francofoni e perseguendo un cauto equilibrio nei rapporti con le maggiori potenze mondiali. Nel 1960 la G. - la cui economia continuava a sostenersi grazie agli aiuti dei paesi comunisti, soprattutto dell'URSS - lasciò la zona del franco francese, rendendo inconvertibile il franco guineano. Il deterioramento dei rapporti con l'URSS - in seguito all'espulsione nel settembre 1961 dell'ambasciatore D. Solod, coinvolto in uno sciopero antigovernativo degl'insegnanti - favorì una più stretta collaborazione con la Cina popolare (accordi fra il 1962 e il 1964). Nel 1963 furono sistemate le numerose questioni pendenti con la Francia e migliorati i rapporti con i paesi francofoni "moderati" dell'Africa occidentale: due anni più tardi, però, furono rotte le relazioni con la Francia e con la Gran Bretagna, in seguito alla crisi rhodesiana (nel 1965 la G. ottenne notevoli aiuti dagli Stati Uniti); l'isolamento della G. si accentuò dopo la caduta del presidente del Ghana Nkrumah (febbraio 1966), che trovò riparo a Conakry (in quell'anno la G. non partecipò neanche alla sessione dell'OUA).
Il regime di Sékou Touré, accentuato il suo carattere autoritario (anche attraverso la revisione costituzionale dell'ottobre 1963) e imposta una rigida austerità economica, è riuscito a stroncare vari tentativi eversivi (un gran numero di Guineani ha lasciato in più riprese il paese); nel settembre 1967 (in maggio la tendenza alla "africanizzazione" aveva colpito la Chiesa cattolica) il congresso del PDG ha lanciato una "rivoluzione culturale" per l'istruzione e la mobilitazione delle masse sulla base della scelta di fondo socialista, e aperto una fase distensiva nei rapporti internazionali (rinnovata collaborazione con i paesi dell'Organizzazione degli stati rivieraschi del fiume Senegal e ripresa delle relazioni con la Gran Bretagna). Le elezioni per la presidenza della Repubblica e per l'Assemblea nazionale nel gennaio 1968 hanno confermato il potere a Sékou Touré e al PDG; è proseguito pur cautamente il miglioramento dei rapporti internazionali (fra il 1968 e il 1969, accordo con compagnie statunitensi per lo sfruttamento della bauxite locale e finanziamento del progetto da parte della Banca Mondiale; dopo la morte di De Gaulle, distensione con la Francia e con i paesi africani "moderati"; dopo l'avvento di S. Stevens ulteriore rafforzamento dell'intesa con la Sierra Leone, perfezionato nel 1971 con un accordo di difesa). Nel novembre 1970 è stato respinto un attacco militare dall'estero, che aveva investito Conakry danneggiando uffici governativi e liberando dalle prigioni militari portoghesi, poi catturati dai nazionalisti nella G.-Bissau. Ne è stato accusato il governo di Lisbona (ma sembra piuttosto che l'iniziativa fosse partita dai comandi della Guinea Bissau) e ne è seguita un'ondata di arresti, protrattasi nel 1971, e di processi (con numerose condanne all'ergastolo e a morte, alcune delle quali eseguite); la G. è tornata quindi a una politica di isolamento.
Nel 1972, dopo il rilascio di una parte dei detenuti politici, il IX Congresso del PDG rinnovava le strutture del partito (Sékou Touré è stato confermato al vertice); l'anno seguente è stata lanciata una campagna per potenziare il ruolo degli organi di governo locali nella vita economica e culturale. Mentre appoggiava pienamente la lotta di liberazione della G. portoghese, offrendo ai combattenti basi e rifugi, nei rapporti con gli altri stati dell'Africa occidentale, la G. compiva atti di distensione e di amicizia (nel 1972 riconciliazione con il Senegal e visita del presidente nigeriano Gowon; nel 1973 incontro a Conakry con Stevens e il liberiano Tolbert) ma provocava anche nuove tensioni (rottura dei rapporti con il Senegal e la Costa d'Avorio nel settembre 1973, polemiche con alcuni paesi occidentali). Nel gennaio 1975 Sékou Touré è stato rieletto, senza alcun candidato di opposizione, presidente della Repubblica, per il terzo settennato. Nel 1976 la G. ha firmato la Convenzione di Lomé e ha ripreso le relazioni diplomatiche con la Francia.
Bibl.: P. Pierson-Mathy, La République de Guinée, in Chronique de politique étrangère, 1961; I. Wallerstein, L'idéologie du P.D.G., in Présence Africaine, 1962; B. Charles, Guinée, Losanna 1963; B. Ameillon, La Guinée, bilan d'une indépendance, Parigi 1964; S. Amin, Trois expériences africaines de développement; le Mali, la Guinée et le Ghana, ivi 1965; G. Pasquino, Lo studio comparato sul sistema politico della Guinea e del Mali, in Il Politico, 1968; L. Adamolekun, Politics and administration in West Africa, The Guinean Model, in The Journal of administration Overseas, 1969; C. Rivière, Mutations sociales en Guinée, Parigi 1971; W. Derman, Serfs, peasants and socialists, Los Angeles 1974; L. Adamolekun, L'aggression du 22 novembre 1970: faits et commentaires, in Revue française d'études politiques africaines, 1975; L. Adamolekun, Sékou Tourés Guinea, Londra 1976.