GUIPÚZCOA (A. T., 41-42)
Una delle tre provincie basche, la più piccola per superficie (1885 kmq.) fra le spagnole; secondo il censimento del dicembre 1930 conta 296.540 ab. Il territorio, i cui limiti furono fissati nel Medioevo, quando formò uno stato indipendente, unitosi poi (fine del sec. XII) alla monarchia castigliana, abbraccia la zona collinosa e montuosa ad O. dei Pirenei. Più gruppi di rilievi si alzano press'a poco paralleli alla linea di costa: la loro altezza va aumentando verso l'interno, dove le ultime sierre (Arlabán, Elguea, Alzama, Aralar ecc.) dividono la Guipúzcoa dall'Alavese e segnano il displuvio col bacino dell'Ebro. Solo sui margini le elevazioni superano i 1000 m.; nel resto si mantengono in media intorno ai 500. I fiumi (Deva, Urola, Oria, Urumea) hanno corso breve e precipite, data la prossimità delle scaturigini al mare, e si prestano bene allo sfruttamento dell'energia idroelettrica; le loro foci, in parte affogate, dànno origine a porti naturali, su una costa rocciosa e impervia. Il suolo, una volta tutto boscoso, si è profondamente trasformato per il diffondersi delle colture e soprattutto dell'allevamento (ovini e bovini), favorito dal clima umido e temperato e perciò propizio alla creazione di prati stabili e a vicenda. Dei cereali, il mais ha qui maggiore diffusione che il frumento; notevole è anche la frutticoltura, e, in questi ultimi anni, lo sfruttamento razionale della foresta (faggi, roveri, querce). Le ricchezze minerali non mancano: minerali di ferro, lignite, ecc., hanno da tempo lontano eccitato un vivace sforzo industriale, che in epoca moderna si è andato estendendo in varietà (industrie del legno, alimentari, tessili chimiche ecc.). L'insediamento presenta una forte percentuale di popolazione sparsa, come conseguenza anche dell'intenso parcellamento del possesso fondiario. Lungo la costa si affermò (epoca coloniale) il commercio, poi decaduto e oggi in parte sostituito dal movimento turistico (stazioni balneari).
La popolazione, nonostante il largo esodo emigratorio, è cresciuta dai 163 mila ab. del 1860 ai 297 mila, circa, di oggi e la provincia segna valori fra i più alti di tutta la Spagna come densità (157 ab. per kmq.). Una quindicina di centri superano i 5 mila abitanti; fra questi notevoli, oltre la capitale, San Sebastiano, Tolosa (10.000 abitanti nel 1920), Oñate, sede di una contea a lungo indipendente, Irún, Èibar, Azpeitia e Vergara. La provincia è divisa in quattro partidos judiciales: Azpeitia, San Sebastiano, Tolosa e Vergara.
Storia. - La storia della provincia di Guipúzcoa è strettamente collegata con quella dell'intero paese basco (v. baschi). Acquista un suo maggior rilievo proprio tra il sec. VIII e il X, quando, rimasta libera insieme con la Galizia dal dominio dei musulmani, costituisce uno dei territorî di cui si costituisce il sorgente regno di Navarra. Si sa con sicurezza che al principio del sec. XI era compresa in questo regno; e anche i signori di Guipúzcoa, ricordati dai documenti, appaiono sottoposti all'alta sovranità del re di Navarra. Nella seconda metà dello stesso sec. XI invece, la Guipúzcoa si unisce alla Castiglia di Alfonso VI; poi nel sec. XII ritorna alla Navarra. È un periodo, dunque, di oscillazione fra i due regni vicini, che termina quando nel 1200 la Guipúzcoa si unisce definitivamente alla Castiglia, di cui da allora ha seguito le sorti. Tuttavia in questa, come d'altronde nelle altre provincie basche, è rimasto caratteristico il vivissimo attaccamento alla libertà e ai privilegi, ai vecchi fueros tenacemente difesi, alle tradizioni. Anche di recente, nel 1931, di fronte a certi provvedimenti dell'Assemblea costituente spagnola, tale senso della propria individualità, si è fatto chiaramente percepire, nella Guipúzcoa come negli altri paesi baschi.
Bibl.: M. Larramendi, Corografía o descripción general de la provincia de Guipúzcoa, Barcellona 1882; R. Adán de Yarza, Descripción física y geológica de la provincia de Guipúzcoa, Madrid 1884.