GUNNARSSON, Gunnar
Scrittore islandese, nato il 18 maggio 1889 nel Fljótsdal. Incominciò con alcune raccolte di liriche (Vorliođ, Canti primaverili, 1906; Mođurminning, Ricordi materni, 1906, in islandese; Digte, Poesie 1911, in danese); ma è noto soprattutto come il miglior narratore islandese in lingua danese.
Si riattaccò dapprima allo stile della saga antica in Af Borgslægtens Historie (1911-14), disuguale di tono e qualche volta forzata, ma a tratti potente, particolarmente nel terzo libro; poi nella storia del pastore Gera Sturla in Livets Strand (Il lido della vita, 1915) impostò, con fine e sicuro intuito delle anime, quello che rimase il tema preferito della sua opera: la vita come una prova a cui l'uomo è sottoposto perché nell'esperienza si purifichi e redima. Lo stesso tema ricorre infatti anche in Varg i Veum (1916), nell'interiore elevazione del pastore Ljotur, a cui la moglie diventa pazza e il figlio, inetto e fiacco, muore; in Salige er de Enfoldige (Felici sono i semplici, 1920), cupa ma grandiosa narrazione d'un dramma di anime e di concezioni discordi della vita, con la visione dell'epidemia che infuria nella città e della pesante notte invernale che grava sopra gli uomini e le cose. Un romanzo storico (Edbrødre, 1918), alcuni volumi di novelle (Smaa Historier, 1916-18; Ringen, 1921; Den glade Gaard, 1923), alcune composizioni drammatiche (Smaa Skuespil, 1917; Dyret med glorier, 1922) rappresentano tentativi varî del G. di ampliare il proprio mondo poetico. Delle sue ultime opere la più importante è l'autobiografica descrizione di vita islandese Kirken paa Bjerget (La chiesa sulla montagna, 1924-27).
Bibl.: O. Gelstedt, G. G., Copenaghen 1926.