KUNERT, Günter
Scrittore tedesco, nato a Berlino il 6 giugno 1929. Genesi e finalità della sua opera, prevalentemente lirica, sono legate alle vicende della Repubblica Democratica Tedesca, mai però in spirito di adeguamento al reale (non è mai stato cantore di regime), bensì in vista d'una riflessione sullo stesso reale, per una presa di coscienza disincantata e, infine, disillusa. Coerentemente influenzato più che dall'aedo nazionale J. Becher dal marxismo critico di B. Brecht, affronta senza preclusione di tematiche i problemi dettati dai rapporti sociali e, più oltre, dalla situazione politica non solamente tedesca, con un'apprensione dettata anche dal recente passato e sempre presente di fronte alle resistenze oggettive per un rinnovamento in cui appare sempre più utopistico confidare. In questa linea continua di evoluzione interna a un'opera in sé coerente s'inserisce, come cesura volutamente evidenziata, il trasferimento nella Repubblica Federale, avvenuto nel 1979. Brechtianamente incline a una disposizione didascalica, K. combatte dapprima l'ottimismo semplicistico dell'ufficialità e quindi le facilonerie acquietanti di un'umanità appagata nella mediocrità servendosi di strumenti espressivi apparentemente meno aggressivi eppure, di contro, più insinuanti − metafora, simbolo, paradosso −, su uno sfondo d'ironia particolarmente privilegiato nella forma breve e incisiva dell'epigramma.
Tappe fondamentali della sua attività sono le raccolte Wegschilder und Mauerinschriften (1950), Unter diesem Himmel (1955), Tagwerke (1960), Erinnerung an einen Planeten (1963), Verkündigung des Wetters (1966), Poesiealbum 8 (1968), Offener Ausgang (1972), nonché, in momentanea e più che altro solo apparente deviazione, Unterwegs nach Utopia (1977). Più di recente la tematica si è arricchita fino a raggiungere anche la dimensione ecologica, con toni spesso apocalittici che però, specie da ultimo (Fremd daheim, 1990), risultano più manierati che autentici, col rischio di un'esasperata ripetitività.
Parabola simile ha segnato in K. la prosa, che dà felici esiti, più che nella dimensione epica (nel lungo racconto Gast aus England, 1973, e nel romanzo Im Namen der Hüte, 1957; trad. it., 1969), nell'aneddotica, nella storia breve e persino nella fiaba, in cui meglio si esercita, fuori del rischio di barocchismi che gli divengono inevitabili nella scrittura a più ampio respiro, il suo indubbio dominio sulla parola, anche nella prosa quasi liricamente proposta in un mondo che, tanto prosastico e sciatto e infine anche brutale, gli appare tanto poco disposto ad accoglierla. Da ricordare almeno Der ewige Detektiv und andere Geschichten (1954), Tagträume (1964), Die Beerdigung findet in aller Stille statt (1968), Keine Affäre (1967), Zurück ins Paradies (1984).
Le opere di K. sono pubblicate presso l'editore Hanser di Monaco. Una scelta delle poesie fino al 1968 è apparsa in traduzione italiana con il titolo Ricordi di un pianeta (1970; prefaz. di L. Forte, pp. 5-48).
Bibl.: D. Jonsson, Widersprüche-Hoffnungen. Literatur und Kulturpolitik der DDR. Die Prosa G. Kunerts, Stoccarda 1978; AA.VV., Kunert lesen, Monaco 1979; N. Riedel, Internationale G. Kunert-Bibliographie, i, Hildesheim 1987; AA.VV., G. Kunert, in Text + Kritik, Monaco 1991.