Molander, Gustaf
Regista e sceneggiatore cinematografico svedese, nato a Helsinki il 18 novembre 1888 e morto a Stoccolma il 19 giugno 1973. Uno dei padri del cinema nordico, realizzò quasi settanta lungometraggi sia per il cinema sia per la televisione, trasponendo numerose opere letterarie d'area scandinava.
Il padre, noto scrittore, diresse per anni lo Svenska Teatern di Helsinki e, tornato in Svezia, iscrisse il figlio alla scuola di recitazione del Kungliga Dramatiska Teatern di Stoccolma. Per anni M. recitò in teatro cimentandosi con autori classici e repertorio contemporaneo. Si avvicinò al cinema nel 1917 sceneggiando ‒ con lo pseudonimo di Harald B. Arald ‒ alcuni importanti film dello Svenska Biografteatern, tra cui Terje Vigen (1917) di Victor Sjöström, Thomas Graals bästa film (1917, Il miglior film di Thomas Graal), Thomas Graals bästa barn (1918, Il miglior figlio di Thomas Graal), Sången om den eldröda blomman (1919, Il canto del fiore scarlatto) e Herr Arnes pengar (1919; Il tesoro di Arne) di Mauritz Stiller. Debuttò nella regia con Bodakungen (1920, Il re di Boda). Già in quegli anni M. mostrò uno stile visivo profondamente influenzato dai maestri Stiller e Sjöström, senza tuttavia possederne la fantasia e la forza evocativa. Nonostante ciò, specializzandosi in un cinema di matrice letteraria, seppe trovare la propria strada facendosi portavoce di un artigianato di grande gusto ed equilibrio formale. Attraverso le sue immagini e grazie a una recitazione controllatissima, il pubblico nordico imparò a conoscere i principali punti di riferimento della propria tradizione culturale. M., in quanto a tecnica, fu anche il vero maestro di Ingmar Bergman e di molti altri registi svedesi che si affermarono tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Prima dell'avvento del sonoro si impose con due riduzioni da S. Lagerlöf: Ingmarsarvet (1925, L'eredità di Ingmar) e Till Österland (1926, Verso Oriente). Successivamente affrontò il dramma della guerra civile finlandese in En natt (1931, Una notte). Nel 1936 lanciò Ingrid Bergman nel fortunato Intermezzo, di cui venne realizzato tre anni più tardi un remake statunitense diretto da Gregory Ratoff. Ingrid Bergman fu protagonista anche di Dollar (1937; Inquietudine), En kvinnas ansikte (1938; Senza volto) ed En enda natt (1939; Solo una notte), tre magistrali ritratti femminili di forte spessore psicologico. Con Rid i natt! (1942; Il boia di Brandebold) M. affrontò allegoricamente il dramma della guerra e dell'occupazione nazista nei Paesi confinanti con la Svezia. Nel 1943 firmò la sua opera più importante, Ordet (La parola), un poderoso film sul rapporto tra uomo e spiritualità, tratto dal dramma di K. Munk, che fu alla base del capolavoro di Carl Th. Dreyer del 1954. Dopo la guerra avvenne l'incontro con Bergman, del quale M. si avvalse come sceneggiatore per Kvinna utan ansikte (1947; La furia del peccato), Eva (1948) e Frånskild (1951, Divorziata), subendone l'influenza in modo determinante. Negli anni Cinquanta si dedicò esclusivamente alla rilettura dei classici, sia letterari sia cinematografici, come Herr Arnes penningar (1954, I soldi del signor Arne), che aveva già sceneggiato trentacinque anni prima. Allontanato, alla fine del decennio, dalla Svensk Filmindustri in cerca di rinnovamento e di giovani talenti, M. passò alla televisione. Il suo ultimo lavoro fu un episodio del film collettivo Stimulantia (1967), filmato tra gli altri anche da Bergman, Jörn Donner e Vilgot Sjöman.