SCHWALBE, Gustav Albert
Anatomico, antropologo, nato a Quedlinburg il 1° agosto 1844, morto a Strasburgo il 23 aprile 1916. Laureatosi a Berlino nel 1866, lavorò per qualche tempo a Bonn con Max Schultze e ad Amsterdam, quale assistente alla cattedra di fisiologia con W. Kühne. Prese la docenza in anatomia a Halle nel 1870. Nel 1871 era nominato straordinario a Lipsia, quale istologo dell'istituto di fisiologia di Ludwig. Nel 1879 succedeva a K. Gegenbaur nella cattedra di anatomia di Jena. Nel 1881 passava a Königsberg e nel 1883 a Strasburgo.
La primissima attività di lui fu volta alla citologia e alla fisiologia. Ma solo i suoi studî sui vasi e spazî linfatici in diversi organi lo posero in evidenza. Lo studio della fine struttura dei linfatici dell'occhio lo portò da una parte all'esame di questioni relative alla retina e al nervo ottico e dall'altra allo studio dello sviluppo dell'osso. Gli studî, collegati a quello sull'occhio, sui gangli e nervi del globo oculare condussero all'opera Lehrbuch der Neurologie (Erlangen 1881). A ricerche particolari sugli altri organi di senso, naso, orecchio, ecc., seguì il Lehrbuch der Anatomie der Sinnesorgane (Erlangen 1883-87). È questo complesso di ricerche che stabilì la sua fama come anatomico. L'inizio della sua attività come antropologo si collega alla precedente, mediante il lavoro del 1889 sull'origine embriologica dell'orecchio esterno, al quale seguirono molti altri sulla forma dell'orecchio, che per la prima volta lo portarono in contatto coi problemi dell'origine dell'uomo (1890-97). In questo stesso decennio egli pubblicava una rivista, Morphologische Arbeiten, in cui trovavano posto assai importanti statistiche delle variazioni anatomiche. In questo stesso decennio uno scheletro medievale, trovato in demolizioni e da lui descritto, lo faceva entrare nella questione dei caratteri antropologici degli Alsaziani, a cui egli e i suoi allievi dedicarono molte pubblicazioni. Da queste ricerche presero appunto origine i suoi studî sui cranî fossili del Paleolitico dell'Europa centrale, Neanderthal, Egisheim, Cannstatt, Brünn e Brüx e su quello del Pitecantropo, studî che dovevano suscitare molto rumore. Nel 1899, spintovi dalla nuova direzione dei suoi studî, fondava l'importante rivista: Zeitschrift für Morphologie und Anthropologie. Per l'analisi dei detti cranî, o meglio calotte, egli fondava una metodica di misure, che applicava su larga scala anche alle forme attuali, compiendo una grande quantità di lavoro paziente e preciso. Questa metodica è apparsa a molti dare la prova innegabile della posizione specificamente isolata della razza di Neanderthal, che verrebbe ad essere intermediaria fra il Pitecantropo e l'uomo attuale. Il metodo dello Schwalbe avrebbe, secondo alcuni, sostituito i metodi metrici descrittivi, antichi, sterili di resultati, con un metodo morfologico filogenetico fecondo. La critica successiva ha molto tolto al valore, affermato da discepoli e seguaci, sia della metodica sia dei resultati concreti raggiunti dallo Sch. Comunque a lui rimarrà, certamente, insieme con H. Klaatsch, il merito di avere fortemente agitato le questioni relative alle origini umane, ai primi del secolo XX.