Economista svedese (Stoccolma 1866 - Jönköping 1945); prof. all'univ. di Stoccolma, partecipò vivamente alla discussione dei problemi monetarî durante e dopo la 1a guerra mondiale, soprattutto riprendendo e sviluppando la teoria della parità dei poteri d'acquisto delle monete come base della parità cambiaria, teoria - già adombrata in realtà da J. Wheatley, W. Blake e D. Ricardo - che ha avuto grande fortuna ma che ha pure suscitato serie critiche sia sul piano teorico sia su quello dell'applicazione pratica (The world's monetary problems, 1921; Money and foreign exchange after 1914, 1922; Das Stabilisierungsproblem, 1926; Postwar monetary stabilization, 1928; The downfall of the gold standard, 1936). Grande successo ebbe anche il suo trattato Theoretische Sozialökonomie (1918, 4a ed. 1929), d'ispirazione walrasiana, in cui, considerata la teoria economica essenzialmente una teoria dei prezzi, viene formulato un sistema di equilibrio generale che comprende soltanto certe relazioni tra prezzi e quantità, prescindendo da spiegazioni di carattere psicologico dei fatti economici e rinunciando quindi al concetto di utilità. Da ricordare anche Grundriss einer elementaren Preislehre (in Zeitschrift für die gesamte Staatswissenschaft, 1899) e The nature and necessity of interest (1903).