Fisico (Berlino 1826 - Lipsia 1899). Prof. di fisica sperimentale nell'univ. di Basilea (1854), poi nei politecnici di Braunschweig (1863) e Karlsruhe (1866) e infine nell'univ. di Lipsia (1871); nel 1878 succedette a J. C. Poggendorff nella direzione degli Annalen der Physik und Chemie, che mantenne sino alla morte, conservando al periodico l'elevato prestigio scientifico già conseguito. Socio straniero dei Lincei (1891). Lavorò nel laboratorio di H. Magnus ed esordì con lo studio della rotazione del piano di polarizzazione della luce in campo magnetico, scoprendo, nel 1846, che il fenomeno si verifica anche per le radiazioni calorifiche; seguirono altre importanti osservazioni sullo stesso argomento, sui fenomeni magnetici nei metalli e nei sali, sulla costruzione di galvanometri. Nel 1852 portò a compimento un'accurata indagine su problemi di elettrochimica e in particolare sul trasporto degli elettroliti attraverso un setto poroso. Un suo vasto trattato di elettromagnetismo (Die Lehre von Galvanismus und Elektromagnetismus, 1882-85), in quattro volumi, ebbe larga diffusione e numerose edizioni. Da lui prende nome anche la legge di W. e Franz (elaborata in collab. con R. Franz, 1853), secondo la quale per tutti i metalli, il rapporto tra la conducibilità termica ed elettrica alla stessa temperatura è costante e aumenta proporzionalmente alla temperatura termodinamica.