Uomo politico cecoslovacco (Bratislava 1913 - ivi 1991). Membro del comitato centrale del partito comunista slovacco clandestino (dal luglio 1943), ebbe cariche governative (dal 1946) e svolse un ruolo notevole nella realizzazione del colpo di stato del 1948. Caduto in disgrazia nel 1950, fu condannato (1954) quale "nazionalista borghese" e riabilitato solo nel 1964. Vice primo ministro nel governo Černík (apr. 1968) e primo segretario del partito comunista slovacco, dopo l'invasione sovietica sostituì (apr. 1969) Dubček nella carica di primo segretario del partito comunista cecoslovacco (dal 1971 con il titolo di segretario generale); nell'ottobre 1969 attaccò duramente l'operato del suo predecessore, accusandolo di "dilettantismo politico" e giustificò l'intervento in Cecoslovacchia dei paesi del patto di Varsavia. Presidente della Repubblica dal maggio 1975, nel dic. 1987 lasciava la segreteria generale del partito. Nel dic. 1989, dopo l'inaugurazione del primo governo in cui i comunisti figuravano minoritarî, rassegnava le dimissioni da capo dello Stato.