Machatý, Gustav
Regista cinematografico ceco, nato a Praga il 9 maggio 1901 e morto a Monaco di Baviera il 14 dicembre 1963. L'opera di M. rinnovò e sprovincializzò il cinema del suo Paese: l'attenzione alla letteratura straniera e il dialogo con l'avanguardia artistica nazionale, del quale fu un precursore, si coniugarono con uno stile ben definito, determinato da un uso espressivo del montaggio e dei movimenti di macchina. Acquisì la massima fama con film contraddistinti da tematiche erotiche: fecero scalpore Erotikon (1929; Seduzione) e Extáse (1933; Estasi), premiato alla seconda Mostra del cinema di Venezia nel 1934. Nella sua successiva carriera all'estero (in vari Paesi europei e negli Stati Uniti) non riuscì più a produrre opere di pari valore.
Lavorò nelle sale cinematografiche come pianista e maschera fin dal 1913; nel 1918 esordì nel cinema, svolgendo per tre anni le funzioni di attore, sceneggiatore, ispettore di produzione, e regista di un breve film scomparso, Teddy by kouřil (1919, Teddy vorrebbe fumare). Dal 1921 al 1925 fu a Hollywood, dove divenne assistente di David W. Griffith e di Erich von Stroheim. Tornato in patria vi diresse il suo primo lungometraggio, Kreutzerova sonáta (1926, Sonata a Kreutzer), tratto dal romanzo di L.N. Tolstoj. Molto interesse destò l'accento da lui posto nelle opere successive sulla sessualità femminile, evidente anche nelle meno riuscite commedie Švejk v civilu (1927, Švejk tornato in borghese) e Načeradec král kibiců (1932, Načeradec, re degli spettatori importuni), e che raggiunse i risultati migliori in Erotikon, in Ze soboty na neděli (1931, Dal sabato alla domenica), il suo primo film sonoro, che vide la collaborazione di diversi esponenti delle avanguardie artistiche ceche (tra cui il poeta surrealista Vítězslav Nezval), e soprattutto in Extáse. Quest'ultimo, in cui sono state ravvisate analogie con L'amante di Lady Chatterley di D.H. Lawrence (H. Miller, Max and the white phagocytes, 1938; trad. it. 1949), costituì la summa del cineasta, che seppe fondere le ricerche delle avanguardie cinematografiche tedesche e sovietiche con l'erotismo della vicenda, manifestato dal celebre nudo di Hedy Kiesler (che prenderà poi negli Stati Uniti il nome di Hedy Lamarr) e dalla glorificazione della natura e dei sensi che da esso traspare. Lavorò poi in Austria a Nocturno (1934; Notturno). In Italia realizzò Ballerine (1936): il film fu un insuccesso, che lo costrinse a emigrare a Hollywood. Ancor minore fortuna caratterizzò, tuttavia, il periodo americano, durante il quale M. lavorò soprattutto come regista di seconda unità e di b-movies (con la parziale eccezione di Jealousy, 1945). Dopo il secondo conflitto mondiale si stabilì in Germania, dove rimase sostanzialmente confinato nella produzione radiotelevisiva. Il suo cosmopolitismo fu un esempio tipico dello stile d'autore europeo tra muto e sonoro: proprio l'identificazione con questa stagione costituì il suo limite, rendendolo inadatto all'industria hollywoodiana, ma anche alla mutata situazione produttiva nel secondo dopoguerra europeo.
J. Brož, M. Frída, Gustav Machatý. Legenda a skutečnost (Gustav Machatý. La leggenda e la realtà), in "Film a doba" (Film e tempo), 1969, 4-7; Gustav Machatý. L'eros ritrovato, a cura di C. Basso, Pordenone 1982; Ekstase, hrsg. A. Loacker, Wien 2001.