BOTTA, Gustavo
Nacque a Milano il 25 genn. 1880 da Giacomo e da Ogelie Bouffier. Dalla madre, originaria di Grenoble, fu avviato all'interesse per la poesia e la letteratura francese, di cui divenne in breve esperto conoscitore, specie di quella simbolista e decadente; nell'adolescenza sentì anche l'influsso dell'estetica crociana e della poesia dannunziana e pascoliana. A queste componenti della sua formazione si aggiungono tracce evidenti di quella cultura lombarda di fine secolo di cui il B. conobbe gli ultimi esponenti, da Boito a Fogazzaro, nella frequentazione dei caffè letterari milanesi, non rifuggendo però dalle irrequiete ricerche e sperimentazioni dei protagonisti di alcune avventure d'avanguardia di primo Novecento, da G. P. Lucini a T. Marinetti a P. Buzzi, ai quali si legò di amicizia.
Tra i primi in Italia, il B. diffuse la poesia di P. Claudel, di cui lesse agli amici Connaissance de l'Est e L'arbre tra il 1900 e il 1901 acquistandosi la stima e l'ammirazione del poeta francese. La sua profonda conoscenza della letteratura francese, messa a profitto anche dal Croce, che gli chiese consigli su Rimbaud e sui simbolisti francesi, gli permise d'aprire sulla Critica (Reminescenze e imitazioni nella letteratura italiana durante la seconda metà del sec. XIX: Fonti dannunziane, 20 luglio e 20 nov. 1912, 20 genn. 1914) una polemica su una serie di derivazioni dannunziane.
Una certa eco e maggiore durezza ebbe la polemica del B. sulle pagine della Voce (Un plagiario ostinato, 10 aprile; L'ultimo "prétexte" del sig. Gide, 24 aprile; Ancora del plagiario ostinato, 1º e 8 maggio 1913) a proposito di alcuni articoli di G. Vannicola(Le varie morali, in Lacerba; Il simbolismo francese e la musica di Debussy, sul Vaglio), ritenuti dal B. cattive traduzioni degli scrittori francesi Léon-Paul Fargue, Jules Laforgue, Henri de Regnier, Jacques Rivière, in cui intervenne anche A. Gide. Questa acutezza fu dal B. messa a profitto anche per scoprire i valori di alcuni poeti minori, come P. Bettini, di cui fu grande ammiratore.
L'attività letteraria del B. è antologizzata in Alcuni scritti, a cura e con prefazione di F. Flora (Milano 1952), con il meglio delle sue poesie, prose e traduzioni. Distanziata nel tempo, questa attività coprì l'intera vita del B. in un lento maturarsi e riconoscersi: dai sonetti quali Solitudine autunnale (1904), dove può rintracciarsi la sottile capacità di interiorizzare e rendere paesaggi dell'animo certi aspetti della natura, ai versi sciolti di Ora settembrina (1905) o Palude (1906), il B. ricercò tutta la gamma delle possibilità metriche della nostra poesia, aderendo più spontaneamente, come rileva il Flora, al versetto che più lo impegnava nella ricerca preziosa delle tecniche poetiche rare e difficili. Per le sue qualità di purista e di stilista fu stimato anche da Marinetti, né è un caso che il Boine rimanesse entusiasta dei suoi poemetti in prosa, specie di Metamorfosi (come risulta dallo scambio epistolare tra il Boine e il B., pubblicato dal Flora in Letterature moderne, dicembre 1950), proprio per quella capacità musicale di vibrazioni interiori, che tendeva a sciogliere l'aspetto fonico della parola nel ritmo musicale, come si può capire dal suo poemetto in prosa A la Musica. Tra le sue migliori traduzioni deve essere ricordata quella (1945) del Centaure di Maurice de Guérin.
Il B. fu, oltre che collezionista, acuto critico d'arte, specie della pittura lombarda del secondo Ottocento; E. Gola, G. Carnevali, D. Ranzoni ebbero in lui un lettore finissimo, e A. Tosi uno tra i primi estimatori e critici.
Il B. morì a Ternate (Varese) il 27 ottobre del 1948.
Fonti eBibl.: R. Simoni, G. B. e la sua collez., in Il Corriere della sera, 3 apr. 1934; E. Somarè, La raccolta di G. B., Milano 1934; C. Linati, Milano d'allora, in Corriere d'informazione, 10dic. 1948; C. Linati, Tremava il fondatore del futurismo, in Corriere d'informazione, 11 dic. 1948; F. Flora, Lettera a G. B. di G. Boine, in Letterature moderne, I (1950), 4, pp. 435-46; F. Flora, G. B., in Scrittori ital. contemp., Pisa 1952, pp. 331-42; E. Falqui, Scrittori fantomatici, in Tempo, 20 apr. 1956; C. Martini, G. B., Padova 1960; G. Prezzolini, Il tempo della Voce, Milano-Firenze 1960, pp. 255-57, 507 s.; C. Martini, Lettere inedite di Marinetti a G. B., in La Fiera letteraria, 30 sett. 1962; C. Martini, Neera e G. B., in Nuova antologia, giugno 1963, pp. 195-206; G. Ravegnani-G. Titta Rosa, Antologia dei poeti italiani dell'ultimo secolo, Milano 1963, p. 279; C. Martini, G. B., in Bollettino bimestrale del sindacato nazionale scrittori, XX (1969), 5, pp. 43-49.