UZIELLI, Gustavo
– Nacque a Livorno il 29 maggio 1839 da Sansone (v. la voce in questo Dizionario) e da Marianna Foà.
Apparteneva a una facoltosa famiglia israelitica, colta e di tradizione liberale, che, intorno al 1700, si era trasferita da Sarzana. Ebbe due fratelli (Angiolo e Vittorio) e due sorelle (Angelica e Lina).
L’ambiente familiare fu sicuramente favorevole alla formazione del giovane Gustavo: il padre, banchiere, era altresì filantropo, letterato e scrittore e la colta madre si dedicò alle scuole israelitiche.
Come nella tradizione degli ebrei sefarditi, Gustavo compì i primi studi liceali a Marsiglia (nel triennio 1855-57), dove fu nominato bachelier di scienza e ottenne anche alcuni premi; dal 1858 proseguì gli studi all’Università di Pisa, dove si laureò in matematica il 1° luglio 1861.
Nel 1859 prese parte alla guerra d’indipendenza in Lombardia e nel 1860 partì con i Mille di Giuseppe Garibaldi sotto la guida del livornese Vincenzo Malenchini, lasciando un’ampia produzione memorialistica su quest’esperienza: Dai ricordi di uno studente garibaldino (1859-1860), in Il Risorgimento italiano, II (1909), 5-6, pp. 913-951; Garibaldi e Cavour, Milano 1911.
Dal 1863-64 studiò a Parigi all’École des ponts et chaussées e al Jardin des plantes, dove iniziò a occuparsi di mineralogia e cristallografia nel laboratorio di chimica di Edmond Frémy e frequentò due gruppi di intellettuali: quello di René-François-Armand Sully-Proudhomme, Georges Lafenestre e José-Maria de Hérédia (con i quali sarebbe rimasto in contatto per tutta la vita) e quello degli studenti italiani (molti diventati poi insigni professori).
Terminati gli studi, nel 1866, partì nuovamente volontario con Garibaldi per la guerra in Tirolo.
Trasferitosi a Firenze, tra il 1866 e il 1867, lavorò come volontario al riordino delle collezioni del Museo di mineralogia.
Nel marzo del 1867 fu tra i fondatori a Firenze della Società geografica italiana, con la quale collaborò attivamente ricoprendo anche incarichi istituzionali e partecipando molto criticamente al dibattito per circa un trentennio, non esitando a entrare più volte in aperta polemica con gli organi direttivi, soprattutto per l’indirizzo del sodalizio, ritenuto da lui prettamente politico e, solo secondariamente, scientifico.
Grazie all’appoggio di Quintino Sella (che aveva conosciuto tramite l’amico astronomo pisano Giovan Battista Donati), dal 1867 lavorò per un breve periodo a Torino nel Laboratorio di Adolf Lieben, dove poté compiere studi di cristallografia e presentare all’Accademia delle scienze la sua prima memoria sul tema (Risoluzione analitica dei problemi della cristallografia, Torino 1867).
Nel 1868, rientrato in Toscana, potendo contare su una certa disponibilità economica ereditata dalla famiglia, fondò con alcuni amici, tra i quali Donati, l’Officina Galileo di Firenze per la costruzione di strumenti di precisione, che diresse fino al 1872-73; tale esperienza gli consentì di dedicarsi allo studio e al perfezionamento di strumenti scientifici, maturando la convinzione dell’importanza delle ricerche sperimentali e della scienza applicata, e altresì di appassionarsi alla questione sociale e operaia.
Nel 1873, su incarico del ministero della Marina militare (e ancora grazie all’appoggio di Sella), fondò e diresse a Roma il settimanale L’Italia marittima, che trattava questioni scientifiche e tecniche attinenti alla Marina, ma che ebbe vita brevissima (circa un anno).
Dal 1875 al 1877 Uzielli riprese la sua formazione scientifica in campo mineralogico nel ruolo di assistente di Johann Strüver all’Università di Roma.
In quegli anni si sposò con Maddalena Pesi (nata a Montecatini il 23 luglio 1849), con la quale ebbe tre figli: Mario (nato a Roma il 19 novembre 1876 con un handicap psicofisico), Vittorio (nato a Modena intorno al 1878, che studiò matematica applicata alla Scuola normale di Pisa dal 1896 e si trasferì poi a Milano per studiare ingegneria alla Scuola tecnica superiore, poi Politecnico, nell’autunno del 1898) e Lina (nata a Torino il 6 febbraio 1881 e morta nel 1906 a soli venticinque anni, affetta da problemi di natura nervosa, che nel 1905 sposò il pediatra ebreo Umberto Franchetti ed ebbe un figlio di nome Piero).
Fino al 1880 ricoprì a Modena la cattedra di geologia e mineralogia, conducendo lavori di petrografia microscopica, e soprattutto si dedicò a riorganizzare e allestire il gabinetto scientifico; sono di questo periodo gli scritti: Sopra le pietre verdi di Renno (Modena 1880), Appunti per servire alla storia e al riordinamento delle collezioni di mineralogia, geologia e paleontologia della R. Università di Modena (Modena 1880) e I musei di Modena (Modena 1880).
Vincitore di pubblico concorso sulla base della legge Casati, dal 1880 Uzielli ottenne la cattedra di geologia e mineralogia alla Scuola di applicazione per ingegneri del Valentino a Torino. Inizialmente osteggiato da alcuni colleghi e oggetto di una violenta protesta da parte degli studenti, dovuta soprattutto (pare) a diverbi e a gelosie su questioni scientifiche, trascorse poi un periodo di serenità, in cui partecipò attivamente alla vita culturale e scientifica della città, e prese parte alle attività del Club alpino italiano e dell’Associazione meteorologica italiana, frequentando personaggi come Edmondo De Amicis, Giuseppe Giacosa, Salvatore Cognetti de Martiis, Enrico d’Ovidio, Casimiro Teja, Odoardo Tabacchi, Ernesto Spurgazzi, Icilio Guareschi, Guido Cora, padre Francesco Denza.
Dal 1887 ricominciarono i problemi in campo accademico che culminarono nel 1890 con l’abbandono della docenza e il rientro definitivo a Firenze per un congedo che si protrasse fino al 1904, nonostante il trasferimento, impostogli nel 1896, sulla cattedra di geologia a Parma, dove prese effettivo servizio solo dall’anno accademico 1905-06 fino alla sua morte (1911).
Nel 1892-93, inventò e pubblicò un nuovo periodico, tutto in francese, di cui era direttore, intitolato Toscanelli, con il disegno di copertina fatto da Telemaco Signorini (Biblioteca nazionale centrale di Firenze, Uzielli striscia 520), che si fermò però a un solo numero.
Durante il lungo distacco dall’università, Uzielli fece della sua battaglia per riottenere una cattedra in un ateneo di primo ordine, pari alla ‘scuola torinese’, una ragione di vita: lo testimoniano le decine e decine di missive ad amici, colleghi, politici, nelle quali chiedeva giustizia.
Tale periodo fu allo stesso tempo particolarmente fecondo sul piano dello studio, della produzione scientifica e delle attività sociali e culturali.
Alle indubbie qualità di studioso e a un’intelligenza pronta e vivace, Uzielli univa grandi capacità di organizzatore e di promotore di iniziative, spirito critico e una spiccata predisposizione al confronto e alla polemica, animato da uno smisurato amore per la verità e per la giustizia. La sua personalità, insieme all’approccio scientifico, agli interessi pluridisciplinari e alla passione per i temi sociali e politici, lo pose sempre al centro di una fitta rete di rapporti su scala nazionale e internazionale (considerando anche la discreta padronanza delle lingue straniere, sicuramente il francese e l’inglese) con accademie e società scientifiche, biblioteche e archivi, geografi, scienziati e studiosi di altre discipline, personaggi della cultura, della politica e dell’arte.
Di fede socialista, Uzielli si incontrava con gli intellettuali socialisti al Caffè Castelmur di Firenze, in via Calzaioli. Alla fine del secolo fu tra gli organizzatori a Firenze di un’esperienza di panificio cooperativo, insieme ad altri militanti come Enrico Cecioni e Riccardo Della Volta. Nel 1900, in aperta critica rispetto ad alcuni esponenti del partito e pur mantenendo forti simpatie per Filippo Turati e il suo socialismo riformista, entrò a far parte dell’Unione Radicale, candidandosi poi nel 1904 nelle file dell’Associazione democratica radicale per il Comune di Firenze. A questi temi, oltre alle decine di articoli su giornali e riviste, dedicò numerosi testi: Una questione di giustizia a proposito delle inondazioni del Veneto. Lettera di Gustavo Uzielli agli operai italiani (Roma 1882); La crisi sociale. Discorso pronunziato il 23 maggio 1896 per l’inaugurazione della nuova sede della Camera del lavoro di Firenze e provincia (Firenze 1896); e soprattutto La scienza e il socialismo (Firenze 1901). Negli ultimi anni della sua vita continuò ad affrontare le questioni sociali, interessandosi anche della fondazione di un istituto internazionale pacifista.
Da ricordare è anche la stretta amicizia con molti artisti con i quali trascorreva piacevoli estati a Castiglioncello, ritrovo dei pittori macchiaioli; tra questi i pittori Telemaco Signorini, Giovanni Boldini (che ritrasse il giovane Gustavo in un’opera oggi conservata in una collezione privata), Adriano Cecioni (del quale nel 1905 Uzielli curò a Firenze la pubblicazione degli Scritti e ricordi, con sue prefazione e note e con lettere di Giosue Carducci, Ferdinando Martini e altri), Giovanni Fattori (insegnante di disegno della figlia Lina all’Accademia di Firenze, che nel 1899 eseguì, su commissione di Uzielli, il dipinto Episodio della battaglia del Volturno), lo scultore Domenico Trentacoste (che scolpì un’effigie di Uzielli su un medaglione di bronzo e sul quale Uzielli pubblicò uno scritto nel 1899); fu anche amico del critico e mecenate Diego Martelli.
La sua vasta produzione scientifica è composta di quasi duecento lavori, tra monografie e saggi pubblicati in riviste. Nei suoi scritti emerge un metodo saldamente basato sulle ricostruzioni geostoriche e sulla convinzione dell’importanza sia della storia sia dell’esperienza per capire il presente; sulla raccolta capillare dei dati; sulla rigorosa e ampia indagine bibliografica; sulla richiesta di informazioni ad amministratori, studiosi, cittadini; sull’indagine sul campo; sull’uso dell’inchiesta e del questionario per raccogliere dati e opinioni; sull’utilizzo di materiali di varia natura e specialmente di documentazione grafica (disegni, fotografie e soprattutto cartografia, con tanto di riproduzione e costruzione di carte tematiche con cui documentava i suoi scritti); sull’attenzione continua alla letteratura critica e ai commenti presenti sulla stampa, con puntuale commento e richiamo di opinioni non condivise; sulla forte attenzione per la questione sociale e per la difesa dei più deboli.
Uzielli fu un personaggio e uno studioso veramente poliedrico. Oltre ai filoni più propriamente legati alla sua formazione e al suo ruolo accademico (la geologia e la mineralogia e in particolare la cristallografia, settori in cui si annoverano una ventina di scritti e numerosissimi interventi brevi e recensioni) e alla grande passione culturale della sua vita, Leonardo da Vinci, i suoi interessi scientifici riguardarono la storia della geografia e della cartografia, la storia dei viaggi e delle esplorazioni fra Quattro e Cinquecento. Sulla storia della geografia e della cartografia, tra le opere principali di Uzielli è da considerarsi il poderoso e ancora oggi utile repertorio storico-cartografico realizzato nel 1875 per conto della Società geografica italiana in occasione del Congresso geografico internazionale di Parigi, dal titolo Mappamondi, carte nautiche e portolani del Medioevo e dei secoli delle grandi scoperte marittime costruiti da italiani trovati nelle biblioteche d’Italia (in P. Amat di San Filippo - G. Uzielli, Studi biografici e bibliografici sulla storia della geografia in Italia, Roma 1875, con aggiornamento nel 1882). Riguardo alla storia dei viaggi e delle esplorazioni, Uzielli si occupò, in modo particolare, della scoperta dell’America e dei rapporti tra Paolo dal Pozzo Toscanelli e Cristoforo Colombo, pubblicando oltre venti scritti e numerosissimi articoli brevi; il principale lavoro fu: La vita e i tempi di Paolo Dal Pozzo Toscanelli, con un capitolo sui lavori astronomici del Toscanelli di G. Celoria (in Raccolta di documenti e studi pubblicati dalla R. Commissione Colombiana pel quarto centenario dalla scoperta dell’America, Roma 1894). Al Congresso degli americanisti di Parigi nel settembre del 1900 la questione Toscanelli-Colombo fu al centro di un acceso dibattito scientifico che vide Uzielli in contrapposizione con eminenti studiosi dell’epoca come Manuel Toribio Gonzales De la Rosa ed Enrico Vignaud. Gli studi su Toscanelli portarono Uzielli ad approfondire anche la questione della difformità delle misure lineari, a partire dal valore del miglio calcolato da Toscanelli nelle carte inviate a Fernand Martins in funzione del viaggio verso l’America. Un altro tema caro a Uzielli fu quello della paternità degli scritti di Amerigo Vespucci, con la necessità di una loro integrale pubblicazione (Vita di Amerigo Vespucci scritta da Angelo Maria Bandini con le postille inedite dell’autore, illustrata da Gustavo Uzielli, Firenze 1898). Sempre in questo ambito si ricordano anche scritti sulle esplorazioni delle regioni polari, della Papuasia e dell’Africa, sul leggendario Prete Gianni, sul viaggiatore fiorentino Piero Strozzi, sulle aspirazioni coloniali del granduca Ferdinando I dei Medici, sulla leggendaria conquista dell’Irlanda; insieme ad Arturo Issel e ad altri colleghi geografi Uzielli redasse anche un manuale di istruzioni per viaggiatori (1876 e 1881). Quella per Leonardo da Vinci, come già detto, fu un’altra delle passioni che lo accompagnarono per gran parte della sua vita. Nel 1872 effettuò una gita nel paese natale di Leonardo insieme al pittore e amico Signorini, alla ricerca di tracce e documenti (il manoscritto con il titolo 1872, gita a Vinci è stato pubblicato a Fucecchio nel 1999 a cura di Francesca Dini); tra i numerosi scritti si segnala in particolare Ricerche intorno a Leonardo da Vinci (Firenze-Roma 1872; con altre edizioni successive: Roma 1884 e Torino 1896). Uzielli affrontò anche il settore delle scienze del territorio in un’ottica applicativa, con un approccio erede del modello illuminista sette-ottocentesco di una scienza rivolta ai problemi e utile ai bisogni della società, su scala sia nazionale sia toscana e fiorentina. Su questo tema elaborò molti scritti su tematiche idrogeomorfologiche (calamità naturali come inondazioni, frane e terremoti), sulle risorse minerarie e sull’industria siderurgica, in relazione anche al grave problema del diboscamento montano; scrisse anche sulle reti ferroviarie, con la centralità del porto di Livorno e in un’ottica di sviluppo globale delle comunicazioni facente leva anche sulla ripresa della navigazione interna in Toscana (tema sul quale negli anni 1904-06 si fece promotore del comitato per l’uso idroviario di fiumi e canali).
Dalla fine del secolo in poi si occupò in modo particolare di alcuni problemi della città di Firenze, come l’acqua potabile e il tram. Nel 1904, per difendersi da un nuovo e forse ancora più duro attacco, scatenato da un’interpellanza parlamentare sulla questione dei professori comandati e in missione (definiti «succhioni»), Uzielli pubblicò quattro scritti apologetici, in cui, oltre a ripercorrere con maniacale scrupolosità la sua vicenda accademica, presentava decine di lettere e documenti originali in cui raccontava tutti i retroscena. I testi – Ricco e succhione; Nasi e Nasini; Direttore e assistente; Vicende universitarie del febbraio-settembre 1904 – furono editi nella serie Materiali per servire alla biografia di Gustavo Uzielli, Firenze 1904.
Morì il 7 marzo 1911 a Impruneta, nei pressi di Firenze, dove si era da poco trasferito, a causa di un’accidentale caduta.
Opere. Per una bibliografia degli scritti di Uzielli, compresi molti articoli di giornale e opuscoli, si veda: M. Taddei - S. Zeloni, Bibliografia degli scritti di Gustavo Uzielli, 1867-1911, in Amerigo Vespucci e la scoperta dell’America negli studi di Gustavo Uzielli, a cura di R. Nanni - M. Taddei, Cinisello Balsamo 2003, pp. 42-54.
Fonti e Bibl.: Alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze è conservato l’archivio di Uzielli, da lui personalmente organizzato in oltre 500 filze e volumi, con opuscoli e libri postillati (segnatura: Uzielli striscia) e con un carteggio di circa 36.000 pezzi (segnatura: Uzielli carteggio); altri documenti sono conservati sempre a Firenze alla Biblioteca Riccardiana, alla Biblioteca Marucelliana e alla Biblioteca e Archivio del Risorgimento; altri ancora sono invece alla Biblioteca Leonardiana del Comune di Vinci.
A. De Gubernatis, U. G., in Dictionnaire international des écrivains du jour, XVII, Spi-Vog, Firenze 1890, pp. 1862-1864; M. Baratta, G. U., Roma 1911; Nello specchio del genio. Studi storici, cultura urbana e genius loci tra Otto e Novecento nel segno di Leonardo, a cura di R. Nanni - G.C. Romby, Fucecchio 2001 (con scritti di M. Bossi, M. Rolih e L. Rombai); Amerigo Vespucci e la scoperta dell’America negli studi di G. U., cit. (con scritti di A. D’Ascenzo, I. Luzzana Caraci, R. Nanni, L. Rombai, M. Taddei, S. Zeloni); M. Conti, G. U., insigne geografo e valoroso patriota risorgimentale nel centenario dalla morte e nel 150° dell’Unità Italiana, in I navigatori toscani, III (2011), pp. 18-111; A. Guarducci, G. U. (1839-1911). Geografo scienziato di temi territoriali tra Italia, Toscana e Firenze, in Bollettino della Società geografica italiana, s. 14, I (2018), 1, pp. 181-200; Ead., Circolazione di saperi e comunicazione geografica. G. U. (1839-1911), geografo problematico e non accademico, in Geografia e geografi in Italia dall’Unità alla I guerra mondiale, a cura di P. Sereno, Alessandria 2019, pp. 151-184.