BESSENYEI, Gyorgy
Nato nel 1747 a Bercel (Ungheria), nel comitato di Szabolcs, morto il 24 febbraio 1811, e sepolto nel suo giardino di Pusztakovács, all'ombra del suo albero favorito. Creato nel 1765 ufficiale nel corpo delle Guardie nobili ungheresi, istituito dalla regina Maria Teresa con l'intento di attirare a Vienna la scontrosa nobiltà ungherese, e messo a contatto con l'alta civiltà di tipo francese dominante alla corte reale e imperiale, il B. non tardò ad accorgersi della propria ignoranza e di quella dei suoi amici ungheresi della Guardia, e, acceso da patriottico zelo, si fece iniziatore di una crociata per la redenzione spirituale del suo paese. Si diede con accanimento alfieriano allo studio delle lettere, e considerando essere la letteratura il veicolo più efficace della civiltà, si propose di dare ai suoi compatriotti una letteratura scritta in ungherese. A questo fine fondò a Vienna un circolo letterario, di cui fecero parte i nobili ungheresi della Guardia, col programma di imitare e di trapiantare in Ungheria gl'indirizzi letterarî e le idee filosoiìche dell'Occidente e specialmente della Francia: Voltaire fu il suo modello, per la forma e per le idee. Esordì nel 1772 con la tragedia Agis, che segna appunto l'inizio del rinnovamento della letteratura ungherese, e del periodo cosiddetto neo-classico o francese, durato fino al 1825. Scrisse drammi e commedie (la migliore tra queste A bölcsész - Il filosofo, 1777 - imitazione de L'homme singulier del Destouches), epopee e romanzi; poesie filosofiche e narrative, numerose opere storiche, filosofiche e religiose, operette di propaganda della lingua ungherese, ecc., in cui l'arte è inferiore all'entusiasmo dell'autore.