LIGETI, György
Compositore ungherese, nato a Dicsośzentmárton (Transilvania) il 28 giugno 1923. Dopo aver studiato a Budapest con F. Farkas e S. Veress (1945-48), si occupò attivamente del folclore romeno, e dal 1950 fu insegnante alla scuola superiore di musica. Trasferitosi a Vienna nel 1957, nel 1958 lavorò allo studio di fonologia della West Deutsche Rundfunk di Colonia, dal 1959 ai corsi di Darmstadt e nel 1961 fu visiting professor a Stoccolma. È ora insegnante di composizione al conservatorio di Amburgo.
Considerato fra le personalità più originali della Nuova Musica, egli è tuttavia estraneo, nelle sue opere più mature, al razionalismo e al serialismo di gran parte dei suoi coetanei. Dopo le prime giovanili esperienze compositive sulla scia di B. Bartók, la sua poetica è caratterizzata da un linguaggio che, partendo da ricerche sul timbro e con la tendenza a impressionistiche ipnosi, si muove prevalentemente per fasce sonore, con frequente impiego di clusters: in sostanza L. sembra riflettere, nei suoi minuziosi studi sulle densità sonore degli strumenti tradizionali, le esperienze della musica elettronica, ma con finalità chiaramente espressive che puntano all'emozione di una materia musicale reinventata e carica di misteri. Egli attribuisce alla pratica compositiva il compito d'isolare i fenomeni sonori in una sorta di ("silenzio astrale", nel quale si rispecchia la "fuga verso le stelle", essendo la musica degli uomini un momento della "musica delle sfere".
Fra le sue composizioni principali sono da ricordare: Aventures e Nouvelles aventures, per voce e strumenti (1962-65); Atmosphères (1961) e Lontano (1967), per orchestra; il grandioso Requiem, per soli, coro e orchestra (1963-64); Artikulations, per suoni elettronici (1968); Volumina, per organo (1961-62); Concerto per violoncello e orchestra (1966); Lux aeterna, per coro misto a cappella; Continuum, per clavicembalo (1970).
Fra i suoi scritti critici e teorici, accanto a uno studio sul canto popolare romeno (Budapest 1953) e ai due volumi d'un trattato sull'armonia classica (ivi 1956), citiamo: Wandlungen der musikalischen Form, in Die Reihe, VII, 1960; e Über die Harmonie in Weberns erster Kantate, in Darmstädter Beiträge zur neuen Musik, Magonza 1960.
Bibl.: O. Nordwall, Det omöligas Konst. Anteckningar Kring G. L.s musik, Stoccolma 1966; A. Gentilucci, Guida all'ascolto della musica contemporanea, Milano 1969.