LIGETI, György
(App. IV, II, p. 337)
Musicista di origine ungherese. Dopo aver preso la cittadinanza austriaca nel 1967, dal 1973 è insegnante di Composizione alla Hochschule für Musik di Amburgo ed è spesso invitato a tenere conferenze e seminari in importanti centri musicali di Europa e degli Stati Uniti.
Nell'attività creativa, specialmente a partire dagli anni Settanta, ha continuato a sviluppare l'attitudine a una raffinata e inquieta manipolazione di tutti i parametri del suono, secondo un atteggiamento espressivo che non rifugge da ironiche bizzarrie e da violente accensioni timbriche, spesso legate a una ricerca esplicita di teatralità. Perciò le sue composizioni più recenti tendono ad allontanarsi dalle sottili vibrazioni materiche e dal senso di stupite e illusorie sonorità che caratterizzavano i suoi lavori nati nel clima di Darmstadt.
Restano comunque significativi, fra i suoi lavori, la San Francisco Polyphony per orchestra (1974) e l'opera in due atti Le Grand Macabre su libretto di M. Mesche (1978). Fra i suoi scritti ricordiamo Fragen und Antworten von mir selbst (in Melos, 1971) e Zur Entstehung der Oper ''Le Grand Macabre'' (in Melos, Neue Zeitschrift für Musik, 1978).
Bibl.: P. Griffiths, G. Ligeti, Londra 1983; G. Borio, A colloquio con G. Ligeti, in Musica/Realtà, 1984; G. Ligeti, a cura di E. Restagno, Torino 1985.