HABRON ("Αβρων)
Pittore greco, ricordato due volte da Plinio: la prima volta (Nat. hist., xxxv, 141) come autore di un'Amicizia, di una Concordia, e di simulacri di dèi; la seconda volta (Nat. hist., xxxv, 146) come padre del pittore Nessos. Verosimilmente si tratta di un'unica persona.
Quanto alle opere di H., l'Amicizia (ϕιλία) è stata per congettura accostata alla Concordia (ὁμόνοια): infatti ϕιλία ha avuto, come ὁμόνοια, un culto e le due divinità vengono accostate l'una all'altra anche da Dione di Prusa. Ma è stata accettata anche la lettura amicam (Ferri), e la cosa non può venir trascurata, in quanto molti pittori hanno dipinto le loro amiche; non deve sembrare strano che un'"amicam" venga elencata vicino a una Concordia e a simulacri di dèi, poiché questi accostamenti sono frequenti in Plinio. Philìa è attestato anche come nome di donna e di ninfa, e come nome di etèra: perciò è stata presa in considerazione anche la possibilità che Philìa fosse proprio il nome dell'amica dipinta. Non si può dare una datazione precisa di H.: indicheremo l'epoca ellenistica, alla quale appartengono la maggior parte dei pittori elencati da Plinio negli stessi passi.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, 2154-2155; H. Brunn, Gesch. griech. Künst, Stoccarda 1889, p. 299; E. Pfuhl, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, c. 2159, s. v. n. 5; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Storia delle Arti Antiche, Roma 1946, pp. 202, 206.