HACILAR
Località archeologica nella Turchia sud-occidentale, 25 km a O di Burdur, dove ha scavato dal 1957 una missione inglese diretta da I. Mellaart. Il sito è stato occupato, con qualche periodo d'intervallo, dal Neolitico alla prima fase del Calcolitico. L'importanza di H. è data dal fatto che per la prima volta viene documentata l'esistenza di una cultura neolitica nell'Anatolia sud-occidentale, anche se la cronologia assoluta proposta finora dal Mellaart (dal VI al V millennio a. C.) sembra troppo alta, dati i rapporti con le altre culture dell'Asia Anteriore: il Neolitico di Giarmō (v.) è della prima metà del V millennio; il Calcolitico di Mersin e di Tell Ḥassūnah è della seconda metà del V-inizio del IV millennio a. C.
La cultura neolitica e calcolitica di H. si salda con quella di Beycesultan (v.), che gli scavi più recenti hanno mostrato esistente già in periodo calcolitico, sì che è possibile attualmente avere una conoscenza della più antica cultura della Pisidia; presenta inoltre connessioni con quelle dell'Anatolia sud-orientale (Çukurkent, Konya, Mersin), mentre si distingue da quella dell'Anatolia nord-occidentale. Fuori dell'Anatolia la cultura di H. trova interessanti paralleli a Chio, Coo, Syros e specialmente a Sesklo, in Tessaglia.
Gli elementi più notevoli del Calcolitico di H. finora noti sono costituiti dai resti di una fortezza, costruita in mattoni su basi di pietra (tecnica architettonica comune nell'Asia Minore), le cui mura raggiungono talvolta lo spessore di m 3,30 e sono conservate, a tratti, fino a 2 m di altezza. Da ricordare inoltre statuette steatopigiche piuttosto grandi (da cm 12,5 a 30), affini ad altre trovate a Beycesultan e a Chio, e specialmente la ceramica dipinta. Questa incomincia ad apparire negli strati più recenti del Neolitico (che aveva conosciuto solo ceramica monocroma) e presenta uno svolgimento sia nella forma dei vasi, sia nella decorazione: dopo una serie di vasi bassi e larghi, decorati con motivi geometrici non lineari (triangoli, rettangoli, reticolati), che presentano affinità con la ceramica di Konya, Mersin e Tell Ḥassūnah, si hanno vasi a fiasco, con una decorazione curvilinea che gioca sulla mancanza di distinzione tra sfondo e zona decorata e che richiama le forme astratte dello stile animalistico (v.); la fase più recente di H. ha vasi bassi e molto larghi con decorazione geometrica lineare.
Bibl.: J. Mellaart, Excavations at Hacilar. First Preliminary Report, in Anatolian Studies, VIII, 1958, pp. 127-56; id., Excavations at Hacilar. Second Preliminary Report, ibid., IX, 1959, pp. 51-65; id., in Am. Journ. Arch., LXIV, 1960, pp. 62-63.