HADITHA
Regione immediatamente a SE del confine Iraq-Siria, attraversata dal medio corso dell'Eufrate; è stata oggetto dal 1978 di un progetto di salvataggio, in vista della costruzione della diga oggi denominata di Qadisiye, che ha portato alla luce c.a 50 siti di epoche diverse. L'area, desertica eccettuata la fascia alluvionale del fiume, ha rivestito un ruolo essenzialmente commerciale e di tappa nell'espansione babilonese prima e assira poi verso l'alta Siria. L'occupazione vi comincia solo relativamente tardi, non prima dell'età paleobabilonese e del consolidarsi degli obiettivi strategici di annessione della regione da parte degli imperi mesopotamici.
Il centro principale per il II millennio a.C. è l'antica Kharadum, oggi Khirbet ed-Diniye, 70 km a SE di Mari, scavata da una missione archeologica francese. Fondata nel XVIII sec. a.C. come colonia mercantile paleobabilonese, dopo la presa di Mari da parte di Hammurapi, viene abbandonata ben presto già durante i regni di Ammiditana e Ammisaduqa. La città si sviluppa all'interno di una fortificazione a pianta quadrata di 150 m di lato, con quartieri di case private e una griglia regolare di strade, che documentano la crescita pianificata e improvvisa dell'insediamento. La porta principale a O si apre su una via centrale tagliata da cinque vie a essa perpendicolari che formano 8 quartieri. Al centro si sviluppa la residenza del rabiānum, il sindaco, e a S un tempio, il cui ingresso era protetto da due leoni in terracotta rossa e nera. Gli archivi privati, ricchi di lettere e di testi economici, confermano l'attività e gli interessi babilonesi nella regione dopo la presa di Mari. L'occupazione babilonese di tutta la regione è inoltre documentata dai numerosi cimiteri del periodo, come quello di Suwaymiye, dove a questa fase si datano II tombe, sia di un tipo circolare (con diametro di 12 m), sia di forma rettangolare con tetto a doppio spiovente, infossate con una fodera di mattoni e ricoperte poi da un tumulo in rena visibile sul terreno, sia del tipo in giare; o come ancora a 'Usiye, dove le tombe sono in pietra con volta in muratura.
Un secondo periodo di occupazione dell'area ricomincia con l'età medioassira; di quest'epoca è la ricostruzione di Kharadum insieme con i cimiteri di Ğo'ane, di Mawrid e ancora di Šuwaymiye.
Con la politica espansionistica neoassira prende avvio una stabile occupazione della regione, nodo militare strategico sulla rotta obbligata dell'infiltrazione degli Aramei in Mesopotamia. Kharadum viene fortificata potentemente e ricostruita più volte in seguito alle inondazioni dell'Eufrate. Sul lato E, su 33 m di larghezza si succedono 12 muri; successivamente queste opere subiscono una trasformazione, riducendosi a un muro più interno a casematte; qui due vani sono poi convertiti in tombe con ingresso a scala e camera con volta. Altro centro che riveste nella regione un ruolo politico e militare primario è ora 'Ana, controllata dai governatori di Suhu; qui è venuto alla luce un palazzo a due corti centrali, con resti di rilievi e di iscrizioni, tra i quali un rilievo che raffigura il sovrano Ninurta-kudurri-usur (c.a 944 a.C.). Dello stesso sovrano è anche un frammento di tavoletta rinvenuto a Dawali. Tutta la regione è ora caratterizzata da un'intensa attività architettonica e militare. L'isola di Diyan è fortificata con una piattaforma e un muro di contenimento; lo stesso avviene nell'isola di Tilbis; a Sur Ğur'e sono costruite tre linee difensive, l'esterna delle quali, lunga 750 m, si sviluppa in due fasi, prima con un muro a contrafforti, poi a casematte. A Teli Yemniye viene costruita una torre fortificata, forse connessa con la fortificazione dell'isola di Biğan, all'interno di una fortezza con muro a casematte, con una porta, una spianata da parata e ambienti diversi di funzione non chiarita, databili al IX sec. a.C. Vengono infine occupate Teli Abu Thor, Sahliye, Sur Mohre con il suo cimitero a Mohre; alla stessa fase data anche il cimitero di Kifrin.
'Ana è ancora occupata in epoca seleucide (al tardo II sec. a.C. risalgono tre tesori di circa mille diversi pezzi) e di nuovo in epoca romana, quando la città fortificata di Kifrin (v.) diviene il caposaldo del limes severiano. Tombe d'età ellenistica sono documentate nell'isola di Tilbis. D'età romana e sasanide è il cimitero di Muqaber Maǧwal, con tombe scavate nella roccia, con colonne, pilastri, pitture a figure umane, fiori e uccelli, ricco di corredi di gioielli e di iscrizioni greche e aramaiche.
Bibl.: Rapporti preliminari in AfO, XXIX-XXX, 1983-1984, pp. 207-213; Iraq, XLI, 1979, p.149; XLV, 1983, pp. 199-224; XLVI 1985, pp. 215-239; L. Jakob-Rost, E. Klengel-Brandt, R. B. Wartke, Archāologische Untersuchungen im Haditha-Gebiet, Iraq, in FuB, XXIV, 1984, pp. 45-53; Ch. Kepinski-Lecomte (ed.), Haradun, I. Une ville nouvelle sur la Moyen Euphrate (XVIIIe-XVIIe sièclés av. J.-C.), Parigi 1992.
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