HAGHIOS NIKOLAOS
Capoluogo della Creta orientale sul lato O del golfo di Mirabello, occupa il sito dell'antica Latò pros Kamara, o più semplicemente Kamara. Il nome potrebbe significare «Latò verso l'arco», in ragione di qualche struttura ad arco peraltro non identificata. Stefano di Bisanzio ci informa che gli abitanti erano chiamati Kamarites. Alcune iscrizioni, statue (oggi raccolte nella collezione archeologica di Neapolis), necrepoli e tombe sparse sono venute alla luce soprattutto in circostanze fortuite. Poche aree, scavate per la maggior parte da C. Davaras, hanno messo in luce resti di case greco-romane e di strade lastricate.
Il museo di H. N., fondato nel 1970, ospita i ritrovamenti archeologici della Creta orientale, dal Neolitico alla fine del periodo romano. La maggiore e forse più importante collezione del museo è costituita dai corredi delle tombe della necropoli dell'Antico Minoico I-II di Haghia Photià. Un altro gruppo di materiali, leggermente più tardi, è stato rinvenuto nell'importantissimo insediamento dell'Antico Minoico II di Phournou Koryphì, presso Myrtos di Hierapetra. La ceramica, 700 vasi, proveniente da questo sito, ha caratteri molto diversi. Certamente il ritrovamento più importante è rappresentato da un rhytón antropomorfo noto come «dea di Myrtos». La figura è resa in maniera assai astratta, con un corpo campaniforme, privo di gambe, e una minuscola testa su un collo estremamente lungo. I reperti comprendono inoltre alcuni dei più antichi sigilli minoici esistenti. Il museo possiede anche una bella collezione di vasi litici: due di essi sono forse i più pregevoli rinvenuti a Creta. Degni di nota sono anche alcuni oggetti di oreficeria prepalaziale dalla necropoli dell'Antico Minoico II-III di Mochlos, rinvenuti in recenti lavori di pulizia e di restauro: comprendono elementi in foglia d'oro, come un elegante spillone da capelli a forma di margherita e un eccezionale diadema con alte appendici ad antenna.
Nel museo è esposta anche la più grande raccolta di statuette umane e animali in terracotta, provenienti da varî santuari sulle alture della regione di Sitia, in particolare da Petsophàs (v. palekastro) e da Priniàs. Il periodo neopalaziale è rappresentato dai materiali rinvenuti dalla villa cultuale di Makrygialòs: tra questi è un alto «calice da comunione», alcuni dei più fini esemplari della ceramica in stile marino e infine un singolare sigillo, raffigurante una nave sacra con a bordo una sacerdotessa, un altare e una palma sacra. Del periodo postpalaziale va menzionata una figurina in terracotta da Myrsini, con la parte inferiore del corpo a forma di breve cilindro. Di una certa importanza sono, inoltre, alcuni corredi da varie tombe a camera, come quelle di Kritsà e di Milatos, dove si sono rinvenuti un minuscolo coccodrillo in avorio e pochi frammenti di ambra del Baltico, reperti, questi ultimi, davvero rari per Creta. Nel museo sono raccolte anche alcune notevoli statuette geometriche e dedaliche: la testa di una statua di terracotta, di dimensioni inferiori al naturale e cava internamente, rinvenuta in un deposito dedalico-arcaico a Sitia, deve certamente considerarsi uno dei capolavori dell'arte greca delle origini; lo stesso deposito comprendeva dozzine di altre interessanti figurine. Notevoli sono anche i materiali del deposito di Olunte. Dalla stessa H. N. provengono i corredi di varie tombe, in particolare quelle della necropoli di Potamos, del I sec. d.C., che ha restituito, tra l'altro, una pregevole collezione di unguentari, oreficerie, gemme da anello (una raffigurante probabilmente Eschilo, in una vivace scena con altri personaggi e una maschera teatrale), strigili e arỳballoi bronzei, alcune rare maschere teatrali miniaturistiche e altro; ugualmente eccezionale appare una corona d'oro, formata da foglie di ulivo, poiché, malgrado le acque di un torrente che scorreva al di sopra della tomba, la corona venne rinvenuta ben ferma in situ. Nella bocca del defunto era posta una moneta argentea di Hierapytna, in eccellente stato di conservazione, coniata negli ultimi anni del regno di Tiberio e recante una leggenda con il nome del proconsole romano Laches.
Bibl.: C. Davaras, in Amaltheia, III, 1972, p. 45 s.; id., in ADelt, XXVII, B', 1971, p. 645 s.; XXIII, A' 1973, pp. 110-115; XXVIII, B', 1973, pp. 586, 592-593; XXIX, B', 1973-74, p. 931; XXXI, B' 2, 1976, pp. 373-374; XXXIII, B', 1978, pp. 385-389; XXXIV, B', 1979, p. 410; id., Das Grab eines kretischen Wettkampfsiegers? Vorläufiger Ausgrabungsbericht, in Stadion, V, 2, 1979, pp. 193-219 (necropoli romana); id., in AEphem, 1980, pp. 27-37 e 1985, pp. 130-216 (necropoli romana); id., Museo di Haghios Nikolaos, Atene 1982, passim (con bibl.). ―Cfr. inoltre: G. Gerola, Monumenti veneti dell'isola di Creta, I, Venezia 1906, pp. 236-243; K. Gallas, K. Wessel, M. Borboudakis, Byzantinisches Kreta, Monaco 1983, pp. 80 s., 422-425.
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