HAłBAT
Grande complesso monastico dell'Armenia settentrionale, situato sulle pendici del colle che domina il villaggio omonimo, nella valle del fiume Debed.H., fondato nella seconda metà del sec. 10° per volere della regina Xosrovanuš, sposa di Ašot III Bagratuni, e scelto nel sec. 12° come sede delle sepolture reali dei principi Kyurikyan, si sviluppò nel corso del 13° sino a divenire uno dei maggiori centri di cultura religiosa dell'intero paese, dotato di una ricca biblioteca di manoscritti e di un attivo scriptorium, nonché sede amministrativa di vaste e importanti proprietà terriere.Oltre ad amministrare una serie di edifici minori (cappelle, fortezze, fontanili) a servizio del territorio circostante, il monastero consiste in un nucleo centrale, eretto entro una vasta cinta di mura di pianta poligonale, fortificate verso valle da bastioni cilindrici, e formato di un gran numero di edifici monumentali, quasi tutti accorpati al centro dello spazio così delimitato.Come in altri analoghi complessi, il monastero di H. crebbe, senza un apparente criterio compositivo preordinato, per aggregazioni successive intorno a una chiesa iniziale, S. Nšan (Santo Segno della Croce), la cui costruzione venne avviata nel 972 dalla regina Xosrovanuš e portata a termine nel 991 dai suoi figli Smbat e Gurgen. Seguirono la chiesa di S. Grigor, costruita nel 1015 e ampliata nel 1211, il gavit῾ - una sorta di vasto nartece - anteposto al S. Nšan (1210), le cappelle degli Ukanc῾ (1211-1220), il campanile (1245), il gavit῾ di Hamazasp (1257), la sala del grande xač῾k῾ar (croce in pietra) del 1262. Nel corso del sec. 13° sorsero anche la chiesa di S. Astvacacin (S. Madre di Dio), la biblioteca, il refettorio e la cucina.Le due chiese più antiche adottano, in forme semplici e severe, l'abituale tipologia della sala a cupola inscritta in un perimetro rettangolare che dà luogo, alla base, a una compatta volumetria, da cui si staccano, nella parte alta, i quattro bracci di una croce tridimensionale.L'elemento più rappresentativo è il vasto gavit῾ di S. Grigor (fatto erigere dal priore Hovhannes Vačenac῾i), il cui spazio si sviluppa su un'inconsueta pianta a croce, dotata di due soli pilastri liberi, con il vano centrale coperto da un'ardita cupola di base quadrata su due coppie di archi intersecati, sormontata da una lanterna a sua volta poggiante su un analogo dispositivo. Tale sistema, non raro in Armenia, ma adottato di norma per grandi spazi monumentali, si ritrova pure, nello stesso complesso di H., nella biblioteca (1258-1268) e, ripetuto due volte, per coprire l'ambiente allungato del refettorio (sec. 13°).L'ambiente più vasto del complesso resta tuttavia il gavit῾ di Hamazasp, del tipo a volte e cupola centrale su quattro pilastri liberi, di pianta quadrata di m. 18 di lato, articolata in nove settori, destinato ad atrio multifunzionale anteposto a una cappella absidata molto più piccola.Assai singolare appare l'architettura del campanile, elegante costruzione a due piani (in ciò analoga ad altri edifici commemorativi presenti nei monasteri armeni del sec. 13°), che svetta isolata a E del nucleo centrale. Tale edificio, che adotta una pianta cruciforme al piano terreno e ottagonale a quello superiore, assume tuttavia una volumetria compatta a forte sviluppo verticale, impreziosita da grandi croci a parete, cornici mistilinee, finestre bifore e raccordi a tromba e stalattiti ai quattro angoli. Gli spazi interni danno luogo a sette cappelline absidate, che non risultano però denunciate nel volume esterno, culminante in una svelta lanterna su arcate e colonnette libere, coperta dal tetto cuspidato.A monte, poco al di fuori del recinto, sorge la chiesa di Kusanac῾ (eremo delle Vergini), eretta nel sec. 13° e restaurata nel 17°, destinata alla comunità femminile.Il monastero di H. conserva diversi affreschi (nell'abside del S. Nšan resti di una Déesis, Annunciazione, Natività, Battesimo di Cristo) e alcuni elementi dell'apparato scultoreo e decorativo, quali il modellino di chiesa a tutto tondo che forma una sorta di acroterio sul timpano orientale del S. Nšan, e la scena di donazione, al centro del timpano stesso, che include a sua volta un modellino in altorilievo posto tra le mani dei due fratelli donatori. Vanno inoltre ricordate le elaborate incorniciature a intrecci dei portali delle cappelle-mausoleo degli Ukanc῾, nonché il grande xač῾k῾ar bicolore con scena di Crocifissione (1279) che si eleva, a fianco del S. Nšan, nel vano di passaggio per la biblioteca.
Bibl.: J. Baltrušaitis, Le problème de l'ogive et l'Arménie, Paris 1936; O. Khalpakhtchian, Arkhitekturnoe pamiatniki Akhpada [Monumenti architettonici di H.], in Arkhitektura Respublik Zakavkaz [L'architettura delle Repubbliche transcaucasiche], Moskva 1951, pp. 321-355; K. Łafadaryan, Hałbati čartarapetakan mi K'ani karuč'vack'nere ev vimakan arjaragrutyunnere [H. Alcune costruzioni architettoniche e iscrizioni murali], Erevan 1963; S. Mnazaganian, A. Alpago Novello, Hakhpat, Milano 1968; P. Cuneo, Les modèles en pierre de l'architecture arménienne, Revue des études arméniennes, n.s., 6, 1969, pp. 201-232; K. Hovhanessian, Sanahin-Hałbat, Erevan 1978; J.M. Thierry, P. Donabédian, Les arts arméniens, Paris 1987, pp. 543-545; P. Cuneo, Architettura armena dal quarto al diciannovesimo secolo, Roma 1988, I, pp. 302-310; M. Hasratyan, s.v. Haghbat, in Enciclopedia archeologica (in corso di stampa).P. Cuneo