HAIFĀ (it. Caiffa o Caifa; A. T., 88-89)
Città marittima della Palestina, situata ai piedi del M. Camielo sull'unica insenatura di tutto l'uniforme litorale palestinese, riparata a ovest dall'estremo sprone del Carmelo stesso, che sporge in mare col Rās el-Krūm. Nel fondo piatto dell'insenatura sbocca il Nahr el-Muqatta, l'antico Gison, la cui valle apre una facile via di comunicazione con la Palestina interna, e in particolare con la regione del lago Tiberiade e l'alta valle del Giordano, e anche con la Siria meridionale. Perciò la città è in favorevole situazione. Il suo nome non compare nell'Antico Testamento, ma solo nel sec. IV (Eusebio), sotto la forma "Hza. In epoca musulmana l'importanza di Ḥaifā fu scarsa. Solo con l'occupazione franca, all'epoca delle crociate, acquistò un certo sviluppo come porto di Tiberiade, col nome di Caiffa e anche di Carmelo; ma allora era molto superata, per importanza, da Acri. Devastata dal Saladino nel 1191, rimase come località del tutto secondaria fino al sec. XVIII, allorché fu distrutta interamente e ricostruita nella situazione attuale, recinta di forti mura. Questa fortezza del sec. XVIII forma il nucleo antico della città attuale, situata in piano, sul mare, con vie piuttosto strette ma piene di vita, perché qui, soprattutto nell'affollato bazar, si concentra tutta l'attività commerciale e marittima. La cinta di mura e di bastioni è stata in gran parte abbattuta per la necessità dì espansione del nucleo urbano, il quale, soprattutto a partire dagli ultimi decennî del secolo scorso, si è assai accresciuto, tanto a nord-ovest verso il Rās el-Krūm con una città-giardino, antica colonia tedesca, e con una più recente colonia ebraica (Bel Gabil), quanto a sud-est dove si va costituendo un quartiere industriale. Ma lo sviluppo maggiore è alle spalle del vecchio nucleo, sulle pendici del Carmelo, ín ottima posizione. Qui, nell'ultimo decennio, è sorto un nuovo quartiere, dagli ampî viali, con case, ville, istituti d'istruzione e alberghi, in parte dovuto a recenti iniziative ebraiche.
La città, che contava appena 10-12.000 ab. al principio del secolo, ne aveva, al censimento nel 1922,24.634, dei quali 9377 Musulmani, 8863 Cristiani e 6230 Ebrei, oltre a un piccolo nucleo di Bahāiti. Il censimento del 1931 ha trovato 50.689 ab.; in meno di un decennio la popolazione è perciò più che raddoppiata; Ḥaifā si avvia a superare Giaffa e a diventare il secondo centro della Palestina. Circondata da terreni coltivati (in parte conquistati di recente bonificando la bassa valle del Nahr el-Muqatta), sede di qualche notevole industria (fabbriche di cemento, mulini, pastifici, oleifici), Ḥaifā ha un discreto movimento commerciale; vi fa capo la principale ferrovia della Palestina, quella proveniente da a-Qantarah sul Canale di Suez. Un'altra linea l'unisce a Damasco; un piccolo tronco la collega ad Acri.
Per il traffico marittimo (circa 1.3 milioni di tonn. nette all'anno nella media dell'entrata e uscita) il porto di Ḥaifā resta per ora un po' al disotto di quello di Giaffa; ma per iniziativa inglese è oramai quasi ultimata la costruzione di un grande porto moderno, che sarà uno dei maggiori del Levante e sbocco marittimo anche per la Mesopotamia e regioni vicine. Esso comprende un grande molo settentrionale lungo m. 2200, un più breve molo a sud, con raccordi ferroviarî; nell'area interposta, la linea di spiaggia è stata per buona parte protesa innanzi, per guadagnare lo spazio necessario agl'impianti portuali; lo specchio d'acqua portuale viene dragato a profondità di 9-11 metri.