(o haiku) Forma poetica della letteratura giapponese, di sole 17 sillabe sullo schema 5-7-5, derivata dal renga («poesia a catena»). Fu elevata a forma d’arte da Bashō (17° sec.). Grandi cultori del genere furono Kobayashi Issa (18°-19° sec.) e Masaoka Shiki (19° sec.). Tale forma ha trovato imitatori nella poesia europea del Novecento, specie in quella ‘pura’ francese e in quella italiana postdannunziana, fra impressionistica ed ermetica, mirante a una essenzialità quasi epigrammatica. Il primo Ungaretti (Il porto sepolto, 1916; Allegria di naufragi, 1919), per es., risente di tali modi.