Menghistu, Haile Mariam
Politico etiopico (n. distretto di Wolaita 1937). Ufficiale quasi sconosciuto di stanza ad Harar, nel contesto della rivoluzione che nel 1974 abbatté la monarchia fu inviato a rappresentare la sua divisione militare nel Derg, il comitato militare che aveva assunto la guida del Paese, distinguendosi rapidamente per radicalismo e assumendo la vicepresidenza nel novembre 1974. Divenne leader indiscusso a seguito dei regolamenti di conti che condussero nel 1977 all’uccisione di Tafari Banti, Atnafu Abate e altri vertici del regime. M. fu l’artefice primo della sanguinosissima fase che seguì, detta Terrore rosso (1977-78), in cui furono eliminati numerosi esponenti del vecchio ordine imperiale e delle opposizioni. Contro l’attacco somalo del 1977 invocò l’aiuto sovietico. Negli anni successivi attuò politiche per la trasformazione in senso comunista dello Stato e della società. La designazione di M. alla guida del Workers party of Ethiopia (1984) e della Repubblica democratica popolare d’Etiopia (1987) segnò la transizione al regime civile. Tuttavia carestia e rivolte provinciali minarono gradualmente la tenuta del Derg e di M., che con la fine della Guerra fredda perse anche il sostegno dell’URSS. Con l’abbattimento del regime a opera delle opposizioni armate tigrina ed eritrea, riparò in Zimbabwe (1991). Nel 2007 è stato condannato all’ergastolo per genocidio dall’Alta corte federale dell’Etiopia; la condanna in contumacia è stata commutata in pena di morte nel 2008.