Haiti
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(XVIII, p. 315; App. I, p. 705; II, i, p. 1175; III, i, p. 805; IV, ii, p. 127; V, ii, p. 549)
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Popolazione
Dopo un rallentamento nella prima metà degli anni Settanta, l'incremento demografico, principale problema di questo piccolo Stato insulare, ha fatto registrare una nuova sensibile accelerazione (23‰ medio annuo fra il 1985 e il 1990), per poi scendere negli anni successivi ma attestandosi su un valore sempre piuttosto elevato (21‰ nel periodo 1990-97). La popolazione (7.952.000 ab. nel 1998) ha così raggiunto una densità tra le più elevate dell'America Latina (290 ab./km²), quando si eccettuino le isole di piccolissime dimensioni.
La distribuzione, molto irregolare, ha subito modificazioni notevoli in seguito alla localizzazione di industrie, da parte di imprese multinazionali, nell'area della capitale, Port-au-Prince, il cui agglomerato urbano (1.425.600 ab. nel 1995) ha ricevuto flussi immigratori sempre più notevoli dalle campagne. Continua a essere piuttosto scarso, invece, lo sviluppo degli altri centri e, di conseguenza, rimane ancora alto il tasso di ruralità (67%).
Condizioni economiche
L'economia del paese, già molto depressa, ha risentito negativamente delle recenti vicende politiche (v. oltre: Storia). Indicativi di questa situazione sono il valore estremamente basso del reddito pro capite, che tra il 1990 e il 1997 ha registrato un decremento medio annuo, in termini reali, del 4,4%, nonché gli elevati livelli di disoccupazione e di sottoccupazione, che si riflettono in un forte impulso all'emigrazione.
L'agricoltura rimane l'attività economica che assorbe più forza lavoro, ma è costretta sempre a confrontarsi con i gravi problemi creati dalla siccità, dallo sfruttamento indiscriminato dei suoli agrari, dai danni provocati dall'eccessivo disboscamento e dalla polverizzazione fondiaria, mentre la riforma agraria avviata dal governo haitiano nel febbrario 1997 non ha ancora dato frutti.
Principali colture sono quelle di sussistenza (mais, riso, sorgo, batata, manioca e sisal), che tuttavia non assicurano al paese l'autosufficienza alimentare, seguite da quelle commerciali (banano, canna da zucchero e soprattutto caffè), che - malgrado abbiano registrato negli ultimi anni una caduta delle quantità raccolte - contribuiscono ancora discretamente alle esportazioni.
La pesca occupa poche migliaia di persone e viene condotta con mezzi artigianali: secondo la FAO, nel 1996 il pescato è stato pari a 6000 t, ma questo valore non tiene conto della pesca familiare, che pure contribuisce a integrare con proteine animali la dieta alimentare di numerose persone. Le risorse minerarie continuano a essere sfruttate parzialmente e sempre e soltanto da compagnie straniere. La bauxite, principale prodotto del sottosuolo, ha avuto negli ultimi anni una caduta di produzione, risentendo delle variazioni dei prezzi sui mercati internazionali e della temporanea chiusura di un grande impianto estrattivo.
Lo sviluppo delle attività manifatturiere è ostacolato dalla scarsità di energia elettrica, dalla mancanza di capitali e dal clima di incertezza politica che allontana gli investitori stranieri: tra le industrie di più vecchio impianto si segnalano zuccherifici e manifatture di tabacco, cementifici e qualche stabilimento chimico.
La bilancia commerciale rimane pesantemente passiva: gli Stati Uniti rappresentano la principale fonte di importazioni (46% del totale) e il maggiore mercato delle esportazioni haitiane (53%).
Storia
di Alfredo Romeo
Le speranze riposte dalla popolazione haitiana nel ritorno al potere di J.-B. Aristide andarono presto deluse. Restaurato nell'ottobre 1994 dalle truppe statunitensi e di fatto condizionato nella sua azione politica dal sostegno di Washington, il presidente dovette infatti rinunciare a molte delle sue idee riformiste, potendo vantare quali unici risultati positivi della sua amministrazione l'eliminazione del terrorismo di Stato e delle violazioni dei diritti dell'uomo e lo svolgimento di elezioni pienamente democratiche. In particolare Aristide non riuscì a far accettare a una popolazione poverissima le impopolari misure economiche richieste dagli organismi finanziari internazionali e dai paesi donatori per accordare ad H. gli aiuti necessari alla ripresa di un'economia sottosviluppata, ulteriormente depressa da tre anni di regime militare. La ripresa delle tensioni sociali, l'aumento della criminalità comune, nuovi episodi di violenza politica e le spaccature createsi nel movimento Lavalas ("valanga", che riuniva i sostenitori di Aristide) hanno contribuito ad accrescere i timori per la tenuta della fragile democrazia haitiana.
L'amministrazione civile provvisoria, insediata dai militari golpisti nel giugno 1992, non riuscì a rompere l'isolamento internazionale del paese (il governo presieduto da M. Bazin fu riconosciuto dal solo Vaticano), né a ottenere la fine delle sanzioni economiche decretate dall'OSA (Organizzazione degli Stati Americani) all'indomani del colpo di Stato militare del settembre 1991, in seguito al quale Aristide, primo presidente democraticamente eletto nella storia di H., era stato deposto e costretto all'esilio.
Nel giugno 1993 anche il Consiglio di sicurezza dell'ONU impose ad H. un embargo commerciale: seppure ampiamente violate, le sanzioni internazionali costrinsero il governo a intavolare trattative con i rappresentanti di Aristide. Con la mediazione di ONU e OSA nel luglio 1993 fu raggiunto un accordo a Governor's Island (New York), che prevedeva il ritorno del presidente deposto entro l'ottobre 1993 e garantiva l'impunità ai militari golpisti. Il mancato rispetto dell'accordo da parte di questi ultimi, e la ripresa delle violenze contro i seguaci di Aristide, indussero il Consiglio di sicurezza a inasprire ulteriormente l'embargo (maggio 1994), quindi ad autorizzare (luglio 1994) l'uso "di tutti i mezzi necessari" per restituire il potere ai civili. Sospinti anche da considerazioni di politica interna (quali le pressioni della comunità afroamericana e la necessità di interrompere le fughe di massa di profughi haitiani verso le coste della Florida), gli Stati Uniti inviarono un contingente militare sotto l'egida dell'ONU, sbarcato ad H. nel settembre 1994 senza incontrare resistenza.
Dopo la partenza dei principali responsabili del colpo di Stato (concordata prima dello sbarco dai militari haitiani col mediatore statunitense, l'ex presidente J. Carter), Aristide poté infine tornare ad H. il 15 ottobre. Sottoposto di fatto a una sorta di tutela statunitense, pur avendo trascorso in esilio tre anni del suo mandato, il presidente dovette impegnarsi a lasciare la carica alla scadenza prevista originariamente (febbraio 1996); nel novembre 1994 Aristide diede vita a un esecutivo formato soprattutto da esponenti di un movimento a lui vicino, l'Organisation politique lavalas (OPL), affidandone la guida all'imprenditore indipendente S. Michel. Sostituiti i vertici delle forze armate e della polizia e ridimensionati drasticamente i rispettivi organici, Michel cercò di ottenere dagli istituti internazionali di credito i finanziamenti necessari alla disastrata economia locale, in cambio dell'adozione di un rigido piano di aggiustamento strutturale e della privatizzazione delle imprese statali. La politica economica varata dal primo ministro suscitò una viva opposizione popolare e aspri contrasti anche all'interno del governo; ciò nonostante, le elezioni legislative e amministrative del giugno 1995 fecero registrare la vittoria delle formazioni politiche vicine ad Aristide e all'esecutivo. Nell'ottobre 1995 il presidente, accogliendo l'insoddisfazione popolare per l'operato del governo, indusse Michel alle dimissioni e lo sostituì con la signora C. Werleigh, già ministro degli Esteri. Sul piano internazionale, mentre rimasero tesi i rapporti con la confinante Repubblica Dominicana per il durissimo trattamento imposto ai circa 300.000 lavoratori haitiani impegnati nella raccolta della canna da zucchero, nel febbraio 1996 l'amministrazione Aristide riallacciò dopo oltre trent'anni relazioni diplomatiche con Cuba. Nello stesso mese entrò in carica R. Préval, eletto alla presidenza della Repubblica quale candidato dell'OPL nel dicembre 1995, in consultazioni caratterizzate da bassa affluenza e dal boicottaggio di alcuni partiti di opposizione. Nel marzo 1996 Préval nominò R. Smarth primo ministro; questi confermò le misure di austerità adottate da Michel e ripropose il piano di privatizzazioni delle imprese statali che il suo predecessore aveva dovuto accantonare sotto la spinta del malcontento popolare.
Trovatosi presto in disaccordo con Aristide - che pure ne aveva sostenuto la candidatura, ma che nel novembre 1996 diede vita a una nuova formazione politica, denominata Fanmi lavalas ("Famiglia valanga") -, Préval non riuscì a impedire un rapido peggioramento del clima sociale e una ripresa delle manifestazioni di protesta contro la politica del governo, mentre la stabilità interna fu messa in pericolo nei mesi successivi da una recrudescenza della violenza a sfondo politico. Dopo mesi di scioperi e di violente dimostrazioni, e nonostante l'avvio nel febbraio 1997 di una limitata riforma agraria, nel giugno 1997 Smarth rassegnò le dimissioni, accusando i sostenitori di Aristide di averlo boicottato e di aver manipolato a favore del partito dell'ex presidente le elezioni amministrative e per il rinnovo parziale del senato svoltesi ai primi dello stesso mese. Si aprì allora una grave crisi politica, che dimostrò quanto profonde fossero divenute le divergenze tra presidente e maggioranza parlamentare: Préval tentò infatti di sostituire Smarth dapprima con E. Pierre, quindi con H. Denis, ma entrambe le nomine furono bocciate dal Parlamento. Nel dicembre 1998, benché l'instabilità politica nel paese andasse crescendo, il Parlamento approvò la nomina di J.E. Alexis.
bibliografia
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H.R. Cajou, Le pouvoir Lavalas: du mythe à la mystification. Essai politique, Port-au-Prince 1997.
I.P. Stotzky, Silencing the guns in Haiti. The promise of deliberative democracy, Chicago (Ill.) 1997.
J.-C. Jean, Transition politique en Haiti. Radiographie du pouvoir Lavalas, Paris 1999.