HALIFAX, George Savile, marchese di
Scrittore, oratore, statista inglese, nato nel 1630. E una delle figure più interessanti della vita pubblica e artistica inglese del sec. XVII. Vissuto in tempi estremamente difficili, quando la lotta politica conduceva spesso ai processi e al patibolo, quest'uomo dotato di prodigiose qualità oratorie e d'un fascino personale che anche i più ostinati avversarî gli riconobbero, riuscì a mantenersi costantemente ai primi posti della vita pubblica, indifferentemente sotto i regni di Carlo II, di Giacomo II e di Guglielmo d'Orange. Membro della Camera dei lord per nascita, fu scelto ambasciatore straordinario presso la corte di Francia per le lunghe e complesse trattative (1672) riguardanti i cattolici d'Inghilterra e i sacerdoti della Chiesa romana. Se la sua opera in questa missione non lasciò tracce durature, si è perché l'ostilità dell'Inghilterra a qualsiasi ristabilimento ufficiale del papismo permaneva irreducibile. Ma tale era la preoccupazione negli avversarî per la finezza e per l'abilità di H., che si ebbe perfino un voto alla Camera dei comuni perché egli venisse allontanato dalla Corte e dalle cariche pubbliche. Le sue qualità oratorie, accompagnate da uno spirito caustico e satirico, destavano l'ammirazione universale, così da essere richiamate perfino dagli scrittori del tempo, fra cui il Dryden. Nelle vicende politiche cui partecipò sempre coprendo cariche altissime (presidente della Camera dei lord, guardasigilli, membro del Consiglio privato della corona) riuscì a dominare i suoi avversarî fino a quando poté godere dell'incontrastato favore dei sovrani. Ma Guglielmo d'Orange non parve apprezzare l'eccessiva duttilità di carattere del H.; allora egli se ne adontò e alla freddezza del re rispose atteggiandosi a oppositore, il che forse corrispondeva più di ogni altro atteggiamento al suo spirito caustico e forse anche un poco cinico. Morì a Londra nel 1695, quando da qualche anno era completamente appartato dalla vita politica.
La varietà degli atteggiamenti politici da lui assunti gli attirò acerbe critiche. Ad esse rispose con uno scritto anonimo, nel quale però fu facilmente riconosciuto il suo stile: scritto che porta il titolo On the character of a Trimmer (1684 o 1685), nel quale egli espone delle considerazioni audaci e ironiche intorno alla incoerenza politica e al carattere dei "Girella" (Trimmer). La natura eminentemente esteriore delle qualità del H. ha fatto sì che ben poche siano le sue tracce nel governo del suo paese. Più importante è il ricordo da lui lasciato come scrittore e come teorico della politica, in cui manifesta qualità superficiali, ma brillanti, di espositore e di polemista. Numerosissime sono le opere di lui che trattano gli argomenti più varî, dalla Letter to a Dissenter (1687) a un saggio sulle "Tasse", da un trattato Maxims of State (verso il 1692) a saggi diversi ispirati da contingenze politiche e da discussioni parlamentari. Tutti gli scritti del H. ebbero varie edizioni. Nel 1877 vennero ritrovati alcuni scritti inediti e pubblicati da una rivista del tempo, il Macmillan Magazine. Essi però non aggiungono nulla al valore dell'opera del H.