ḤALĪM Pascià (Sa‛īd Ḥalīm Pascià)
Uomo politico dell'ex-Impero ottomano. Era figlio di Ḥalīm Pascià, figlio di Moḥammed ‛Alī Pascià, il fondatore del governo autonomo dell'Egitto. Nacque al Cairo nel 1280 dell'ègira (1863-1864); studiò in Europa e risiedette a lungo a Costantinopoli; al tempo del governo assoluto di ‛Abd ul-Ḥamīd II (v.) ricoprì varie cariche importanti e all'indomani della rivoluzione del comitato Unione e Progresso (1908), seguì, cercando di disciplinarlo, quel movimento. Nel 1913 diventò gran visir: durante il ministero da lui presieduto la Turchia, per insistenza specialmente di Enver e Gemāl Pascià, entrò in guerra a fianco degl'Imperi centrali. Nel 1917 lasciò la presidenza del ministero; durante l'armistizio fu confinato a Malta; liberato nell'autunno del 1920, si stabilì a Roma e quivi cadde il 7 dicembre 1921 vittima di un attentato politico, organizzato forse da rivoluzionarî armeni.
Ḥ. Pascià pubblicò in turco e in francese alcune monografie, specialmente di argomento storico-politico e religioso sull'Islām; la principale, intitolata Islāmlashmaq "Islamizzarsi" (Costantinopoli 1918), contiene una apologia dei principî dell'Islām, considerati in relazione ai bisogni moderni dei popoli musulmani e come mezzo di restaurazione politica e morale.