HAMA (arabo Hamah, ebraico Ḥămāt)
Città della Siria centrale, sul fiume Oronte, esplorata dal 1931 al 1938 da una missione archeologica danese diretta da H. Ingholt.
Il sito è stato abitato fin dal Neolitico (V millennio a. C.), ma nulla si conosce della sua storia più antica; nel periodo degli Hyksos (1750-1550 a. C.) la località rimase deserta. Verso il XII sec. a. C. la presenza, eccezionale in Siria, di tombe a incinerazione mostra che l'Età del Ferro si iniziò a H. con l'arrivo di una popolazione non semitica accanto alla quale compaiono, poco dopo, gli Aramei. Nel I millennio a. C. la storia della città è meglio nota: H. è il centro di un piccolo stato indipendente che partecipa alle lotte delle varie città siriane. Al tempo di David (circa 1000-961 a. C.) il re To῾i rende omaggio al sovrano israelita (II Samuele, viii, 9-10); un'iscrizione aramaica ci fa conoscere che sul finire del IX sec. a. C. il re Zakir, dopo aver riunito in sé i regni di H. e di Lu῾ash, vince una coalizione promossa contro di lui dal re Bar-Hadad III di Damasco. Nel 720 a. C. il re Iaubi'di viene vinto a Qarqar da Sargon II di Assiria e la città è distrutta. Ricostruita nel periodo seleucide col nome di Epiphàneia, si è conservata, col nome antico, fino ai nostri giorni.
I resti archeologici di H., pur senza essere eccezionali, presentano un certo interesse. Per l'architettura vanno ricordate: le case absidate della prima metà del III millennio a. C. (presenti anche in Palestina), per la loro connessione col mondo egeo; la cittadella aramaica, distrutta da Sargon, col suo ingresso monumentale di tipo siro-hittita; una costruzione romana del III sec. d. C., con decorazione architettonica affine a quella di Baalbek e di Palmira, incorporata in una basilica cristiana (V-VI secolo) poi trasformata in moschea. Oltre agli usuali ritrovamenti di ceramiche e di statuette, fittili e in pietra, vi sono opere di scultura di un certo rilievo: una stele di basalto, assai rovinata, decorata con due figure ai lati di un tavolo e con una grande aquila bicefala (inizio I millennio a. C.); una testa maschile del periodo aramaico ritrovata entro un'urna; un leone in pietra, ellenistico, e una replica, in piccolo formato, del tipo della Sosandra (v. kalamis) che, prima della scoperta della copia di Baia, era l'unica che conservasse la testa pertinente e perciò fu decisiva per la ricostruzione del tipo. Del periodo romano, una statua femminile ammantata, e un busto femminile datato al 101 d. C. Un cenno particolare spetta agli avorî: oltre ad un bicchiere con manico a forma di cervo, appartenente allo strato pre-aramaico (1200-950 a. C.), sono stati trovati frammenti di avorî iconograficamente interessanti: il simbolo di Iside, il capitello palmiforme, la sfinge, sono i motivi, di origine egizia, più rappresentati, e ciò rende assai problematica l'ipotesi avanzata dal Barnett secondo la quale la città di H. sarebbe stata la patria degli avorî di stile siriano, e in particolare di quelli trovati a Nimrud ("gruppo Lofius").
Bibl.: H. Ingholt, Rapport préliminaire sur la première campagne des fouilles de Hama, Copenaghen 1934; id., Rapport préliminaire sur sept campagnes de fouilles à Hama en Syrie (1932-1938), Copenaghen 1940; P. J. Riis, Hama. Les cimitières à crémation, Copenaghen 1948; E. Fugmann, Hama. L'architecture des périodes préhellénistiques, Copenaghen 1958. Studî particolari: P. J. Riis, Remains of a Roman Building in Ḥamā, Syria, in Berytus, II, 1935, pp. 34-39; V. N. Poulsen, Die verhüllte aus Hama und einige Vermutungen, in Berytus, VI, 1939-41, pp. 7-18; O. E. Ravn, A Kassite Seal from Hama, in Berytus, VI, 1939-41, pp. 19-25.