HAMADA el-HOMRA (A. T., 109-110-111)
el-HOMRA Regione a S. della Tripolitania, fra le più desolate del Sahara.
H. Barth, il primo esploratore che l'ha traversata, ne fa una descrizione impressionante, e H. Duveyrier dice, fra l'altro: "Niente dà l'idea del deserto, nella sua monotona nudità, come questa hamada; non vi si trova una goccia d'acqua, né una pianta, né un insetto. Neppure la pulce vi può vivere, e il limite nord di questo altipiano è il limite meridionale di tale parassita. Al posto di tutto ciò che rallegra la vista del viaggiatore in altri paesi, qui vi è la nuda roccia, un calore riflesso opprimente, dei venti ai quali nulla si oppone: non vi è orizzonte, tanto la hamada è grande e cosi l'uniformità della desolazione è assoluta". La terribile fama del Hamada el-Homra spiega come questo deserto sia poco conosciuto; e infatti su di esso poche notizie si hanno oltre quelle riportate da Barth e Duveyrier.
Il nome arabo Ḥamādah (di genere femminile) viene dato a un altipiano di roccia nuda, levigata dai venti del deserto. Il nome Homra (Ḥamrā' "rossa") gli deriva dal fatto che la roccia predominante è l'arenaria rossa. La Hamada el-Homra è la continuazione orientale dell'altipiano di Tinr'ert (o Tinghert), che è ben conosciuto; lo attraversa una pista per automobili che parte dal piccolo posto francese presso Gadames e termina a Ohanet e al piccolo posto di Fort Flatters. Il Tinr'ert è una hamada di calcare cretacico. Non è facile dividere il Tinr'ert e la Hamada el-Homra, che sembrano costituire un solo e unico altipiano. Ci deve essere tuttavia una differenza, poiché la hamada di Tinr'ert ha una superficie calcarea d'un bianco vivo. La Hamada el-Homra termina sulla pianura costiera della Tripolitania con un margine ripido frastagliato tra Nalut e il Gebel Garian. Esso si può considerare una sezione geologica naturale delle assise che compongono la Hamada el-Homra, le quali sono cretaciche come quelle di Tinr'ert, ma presentano un'originalità dovuta alla presenza di rocce eruttive. Il Gebel Garian è composto di porfiriti eruttive. I calcari argillosi, in contatto con la porfirite, sono stati colorati in rosso vivo. La porfirite ha fornito gli elementi ferrugginosi che hanno impregnato le arenarie e le marne. Verso O. la massa di porfirite sparisce, ma le arenarie sono sempre impregnate di elementi ferrugginosi. Sembra che la roccia eruttiva esista in profondità. Un altro massiccio eruttivo si trova sull'orlo orientale della Hamada el-Homra; è il Gebel Soda, il Mons Ater degli antichi. Sugli altipiani verso la frontiera tunisina, Bernet segnala arenarie e argille terziarie che mancano nel Tinr'ert.
Si pensa che le caratteristiche geologiche distinguano la Hamada el-Homra dal Tinr'ert, nonostante l'analogia della struttura. Diverse sono anche le dimensioni; la Hamada el-Homra è molto più estesa, misurando 600 km. da E. a O. e 2-300 da N. a S. Diversa è pure la posizione, poiché la Hamada el-Homra raggiunge la costa; in nessun altro luogo il Sahara è così vicino al Mediterraneo.
La Hamada el-Homra separa due regioni che hanno avuto sempre strette relazioni, la Tripolitania e il Fezzan. Ma queste relazioni tradizionali girano intorno alla Hamada a est, passando per Socna. Una sola carovaniera poco frequentata traversa la Hamada: è quella che ha seguito Barth. Tolomeo e Plinio ricordano, fra Leptis Magna e Garama, due vie, di cui la più breve permetteva di guadagnare 405 giorni su un tragitto totale d'una trentina di giorni; questa via era la carovaniera della Hamada rossa.
Bibl.: H. Barth, Reisen u. Entdeckungen in Nord- und Central-Afrika, voll. 5, Gotha 1857-58; H. Duveyrier, Les Touaregs du Nord, Parigi 1864; Bernet, En Tripolitaine, Parigi 1912 e Bull. de la Soc. de géologie, 1912.