ḤAMĀH (così in arabo; ebr. Ḥămāth; lat. della Volgata Emath; iscrizioni assire Éammātu e Amātu; gr. 'Επιϕάνεια; lat. Epiphanīa; A. T., 88-89)
Città della Siria centrale, a 340 m. s. m., sulle due sponde e più su quella sinistra dell'Oronte (Nahr al-‛Āṣī) che la percorre da SE. a NE. Aveva, nel 1895, 45.000 ab. di cui 35.000 musulmani; nel 1926 51.000, di cui 6000 cristiani. Città pittoresca, alta verso SE. circa 45 m. sul fiume, ricca di bellissimi giardini, orti e palmeti, abbondantemente irrigata da una diecina di enormi norie sul fiume alte sino a 25 m., possiede 24 moschee, fra cui notevole la Grande Moschea, già tempio pagano e basilica cristiana, qualche bel palazzo privato, bagni pubblici e bazar, tre ponti. Emporio dei beduini, commercia in tessuti, cuoi, frutta, seta, tabacco. Collegata dalla ferrovia a Homs, Aleppo, Damasco. È capoluogo di livà dello stato di Siria e sede di due vescovi: greco-ortodosso e siriano-giacobita. La popolazione musulmana è conservatrice e passa per fanatica. È uno dei centri del nazionalismo siriano.
Storia. - Il nome della città ricorre molte volte nell'Antico Testamento in una particolare designazione geografica, l'"ingresso di Ḥamath" (Volgata: introitus Emath). Esso designava praticamente il confine settentrionale della Palestina; non doveva essere più a N. della stretta fra il Hermon a E. e l'estremità meridionale del Libano, ma la precisa identificazione di tale "ingresso" è problematica. È certo, a ogni modo, ch'esso indica il passaggio dalla Palestina al territorio d'influenza della città di Hamath. La città appellativo geografico, è nominata già in Genesi, X, 18 (Tavola delle nazioni) come pertinente al gruppo dei Cananei. Diventata poi dominio degli Hittiti, il suo re entrò in relazione con David (II Sam. [Re], VIII, 9 segg.), e secondo II Cron., VIII, 4 il suo territorio sarebbe stato sotto l'influenza di Salomone (ma questo testo è dubbio). Venuta più volte in conflitto con i re d'Assiria Salmanassar II, Tiglat-pileser IlI, Sargon), fu definitivamente conquistata e annessa all'Assiria sotto Sargon nel 720 a. C. Secondo II (IV) Re, XVII, 24, 30 il re d'Assiria trasportò, secondo i sistemi guerreschi del suo popolo, gli abitanti della distrutta Ḥamath nel distretto di Samaria, la capitale del regno d'Israele distrutta anch'essa poco prima. Risorta a una certa importanza sotto i Seleucidi, ebbe il nome di Epifania in onore, pare, di Antioco IV Epifane; ma accanto a questo mantenne sempre il nome originario. Nel 638 d. C. cadde in potere dei Musulmani: il nome greco della città andò in disuso e solo si mantenne quello primitivo. Fece parte dei dominî dei Ḥamdānidi, degli Atābek, degli Ayyūbidi, un ramo dei quali vi regnò fino al sec. XIV; infine dei sultani mamelucchi di Egitto e degli Ottomani che vi si mantennero sino al 1918. Era stata conquistata da Tancredi nel 1108. Ebbe per sovrano, tra gli Ayyūbidi, lo storico Abulfeda che vi è sepolto; vi è nato il geografo arabo Yāqūt.