HANDICAP
. Vocabolo derivato dall'espressione inglese hand in cap (letteralmente "mano nel copricapo"), adoperata nel significato di "estrazione a sorte". In un giuoco inglese di cui si ha notizia sin dal sec. XIV, il New Faire, i partecipanti ponevano la mano in un copricapo contenente alcune monete, e il vincitore veniva designato in base al confronto tra ciò che ognuno aveva estratto. Più tardi (sec. XVII) la parola handicap indicò quelle corse di cavalli (v. ippica) in cui i partenti vengono disposti a distanze diverse (trotto) o caricati con pesi diversi (galoppo) graduate a seconda del loro valore, in modo da parificarne almeno tendenzialmente le possibilità di vittoria. Questo genere di corse presenta una situazione di massima analoga a un'estrazione a sorte: da ciò l'applicazione ad esse del vocabolo. Il handicap nelle corse ippiche può essere "ascendente" o "discendente", e i cavalli vengono disposti scalarmente rispetto al migliore (o al più favorito da altre circostanze, come il peso), che parte nelle condizioni meno vantaggiose, e che si denomina scratch, se l'handicap è sulla distanza, top-weight se fatto rispetto al peso. Per estensione, poi, il termine handicap si applica a ogni gara in cui si cerchi di eguagliare le possibilità dei concorrenti: così in una corsa podistica o ciclistica verrà assegnato un maggior vantaggio, calcolato sul percorso da compiere o sul terreno da impiegare, ai meno esperti; in un assalto di scherma verrà dato all'avversario di minor valore il vantaggio di alcune botte; in una partita a scacchi un campione giocherà senza qualcuno dei pezzi principali contro un dilettante, ecc. Da ciò il nuovo senso di "difficoltà" assunto dal termine in quasi tutte le lingue.