Albers, Hans
Attore teatrale e cinematografico tedesco, nato ad Amburgo il 22 settembre 1892 e morto a Kempfenhausen (Baviera) il 24 luglio 1960. Tra gli attori tedeschi di maggior rilievo, A. interpretò più di cento film muti prima di divenire una star con l'avvento del sonoro. Fondamentale per la sua affermazione fu la breve ma incisiva parte del personaggio di Mazeppa, il seduttore di Lola Lola nel mitico Der blaue Engel (1930; L'angelo azzurro) di Josef von Sternberg.
Aveva iniziato giovanissimo la carriera teatrale con un gruppo di attori girovaghi e continuò a lavorare in diverse compagnie finché fu richiamato alle armi dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale. Congedato nel 1918 a seguito di una grave ferita, riprese a recitare in alcuni teatri berlinesi di operette e riviste facendo il cantante, il comico, il cabarettista e perfino l'acrobata. Nel 1926 fu scritturato nella compagnia di Max Reinhardt e la sua personalità artistica acquisì rilievo con alcune decisive interpretazioni come Liliom di F. Molnar e l'eroe Peer Gynt di H. Ibsen. Dopo il successo di Der blaue Engel, con il quale conquistò grande notorietà, la sua carriera cinematografica non conobbe soste, né limiti di genere. Abbandonato il ruolo di conquistatore rude e spavaldo dal seducente sorriso, interpretò commedie musicali e film drammatico-avventurosi (il più delle volte imitazioni di modelli americani) come Die Nacht gehört uns (1930; La notte ci appartiene) di Carl Froelich, uno dei primi film tedeschi parlati e cantati; Flüchtlinge (1933; Fuggiaschi) di Gustav Ucicky; F.P. 1 antwortet nicht (1932; F.P. 1 non risponde) e Gold (1934; Oro) di Karl Hartl. La sua intensa attività cinematografica lo consacrò come l'attore più famoso del periodo, tanto da essere insignito del titolo di 'attore di Stato', pur se A. cercò sempre di evitare rapporti con il regime nazista anche perché aveva sposato una donna ebrea, Hansi Burg. Nel 1943, ancora in piena guerra, interpretò uno spassoso ed esuberante barone di Münchausen (Münchausen di Joseph von Baky), ruolo nel quale offrì la più alta e ironica variazione del suo personaggio.Dopo il crollo del regime nazista nel 1945 l'attore lavorò in molti altri film, seppur minori, tra i quali: Blaubart (1951; Barbablù) di Christian-Jaque; Der letzte Mann (1954; L'ultimo uomo) di Harald Braun; Das gab's nur einmal (1958; Succede una volta sola) di Géza von Bolváry.
G.C. Castello, Il divismo, Torino 1957, p. 376.