BALDUNG, Hans detto Grien
Pittore tedesco, incisore, disegnatore d'incisioni in legno e di decorazioni su vetro. Nacque intorno al 1480 a Weyersheim presso Strasburgo; morì nel 1545. È incerto se i primordî del suo sviluppo artistico siano da ricercare nell'Alto Reno (Alsazia) o nella Svevia. Agl'inizî della sua arte si possono rilevare rapporti con le due regioni: il segno rapido e fitto dei suoi primissimi disegni (1503), con tratteggi proprî alle incisioni in rame, accenna all'Alto Reno, centro dell'arte incisoria intorno al 1500; donde si può anche ritenere derivato il senso raffinato per effetti di luce e di tinte chiare nelle sue prime pitture.
La personalità artistica del B. si delinea chiaramente nei disegni a penna del 1503-1504, con caratteri già fortemente originali. ll tratto, più duro e più acuto che nel Dürer, denota tuttavia una straordinaria sensibilità e la trattazione dei soggetti (ad es. La morte e il lanzichenecco, Modena, Galleria estense) rivela un malinconico carattere di sognatore e una repressa passionalità. Dal 1504 in poi, se non prima, l'artista si trattenne per qualche tempo a Norimberga, giacché ivi tra il 1505 e il 1507, fra le xilografie del Dürer, del Kulmbach, dello Schäuffelein, se ne trovano anche alcune di sua mano; presumibilmente quando il Dürer partì per Venezia (autunno 1505) egli lasciò nuovamente Norimberga. l rapporti amichevoli col Dürer, del quale a Norimberga sembra sia stato piuttosto aiuto che discepolo, continuarono anche poi, giacché il Dürer, nel 1521, muovendo per l'Olanda, prese in consegna per venderle incisioni del B., e questi alla morte del Dürer ricevette una ciocca dei suoi capelli, oggi conservata nell'Accademia di Vienna.
Del 1507 sono i suoi primi quadri, le pale d'altare con il S. Sebastiano (Norimberga) e coi Magi (Berlino) che nella composizione ricordano, più dei primitivi disegni, la maniera del Dürer e già annunciano nel contrasto tra tinte chiare e scure, ma calde, tutta la gamma coloristica del B. La sua arte, per quanto di carattere popolare e intimamente appassionato, assume ben presto l'aspetto esteriore freddo e riservato proprio dello spirito umanistico. Dal suo ritorno da Norimberga fino alla morte egli visse a Strasburgo, a prescindere da un soggiorno a Friburgo, ove dal 1512 al 1516 eseguì due pale d'altare e pitture su vetri per il Duomo.
L'evoluzione pittorica del B. fra il 1507-1510 era ancora dominata dall'influsso, che andava man mano affievolendosi, del Dürer. Il più importante lavoro di quel periodo è la Nascita di Cristo nel Museo di Basilea. Il soggiorno a Friburgo, almeno in due grandi pale d'altare, fra cui quella dell'altare maggiore del Duomo (1516), e nei quadri affini quali il Pianto delle Marie a Innsbruck, la Trinità con Maria e Giovanni (1512) a Londra, l'Ecce Homo con Maria (1513) a Friburgo - segna un primo vertice nella maniera del B.; alla chiara spaziosità del Dürer sottentra una particolare compatta corporeità; la colorazione calda predomina e dirige l'effetto pittorico. ll problema della plastica anatomica s'impose anche più al B., dopo il suo ritorno a Strasburgo. Dopo il 1520 si manifestano nell'arte del B. i primi sintomi di un manierismo plastico quale si osserva, ad esempio, inItalia in Giulio Romano: nel quadro della Strega e nella pala con S. Giovanni - tutte e due del 1523 e in Francoforte - il colore cede, ma solo per breve tempo, a un trattamento quasi monocromo, col modellato sin troppo accentuato dalle luci crude. Del 1825 è una serie di nudi, fra cui la Giuditta (Norimberga), Adamo ed Eva (Budapest), Venere e Cupido (L'Aia, collezione Kroeller), ove un'euritmia lineare subentra alla plasticità robusta. L'allegoria della musica e della caducità umana e i nudi femminili del 1529, conservati a Monaco, segnano il passaggio all'ultima maniera del B., cioè ad un manierismo spiccatamente lineare, simile in qualche modo a quello del Bronzino, che agli acuti contrasti, ricercati fin dal 1523, tra l'incarnato pallido e lo sfondo scuro ama aggiungere i toni cupi di un turchino quasi nero, di un roso caldo e d'un giallo squillante. Come nel 1520, accanto a rappresentazioni della Madonna (sono del 1530 quella di Norimberga e del 1540 all'incirca quelle di Strasburgo e di Sanssouci presso Berlino), il B. tratta allora soggetti umanistici (l'Ercole e Anteo di Cassel è circa del 1529; un altro, già nel commercio antiquario, del 1530, fa riscontro al Marco Curzio e al Piramo e Tisbe in Berlino), ispirandosi talvolta per singole figure a incisioni di Marcantonio. Poco dopo il 1530 la produzione artistica diviene scarsa e verso il 1540 anche ineguale qualitativamente; accanto alla magnifica Natività del 1539 a Karlsruhe, si trovano opere con tendenze gotico-arcaicizzanti sul tipo di pitture del vecchio Cranach o del Pontormo (Cristo Giardiniere, Darmstadt 1539). Quest'ultima tendenza ebbe il sopravvento nelle posteriori Madonne, nelle Grazie che fanno riscontro alle Età dell'uomo (ambedue a Madrid) e infine nella allegoria delle Sette età della Vita, del 1544, conservata nel castello di Seusslitz.
Come ritrattista il B. lavorò specialmente fra il 1509 e il 1519 ma anche nel 1525-26 e nel 1538. I suoi ritratti sono freddamente rappresentativi e tendono a dar vita alle fisionomie piuttosto con il colore che con la vivacità dell'espressione psicologica.
Colorista di prim'ordine, il B., specialmente nelle sue ultime opere, diede prevalenza assoluta al colore, mostrando la sua virtuosità sempre più di frequente in scene notturne.
Importante è la produzione xilografica del B. che si può classificare secondo i medesimi criterî seguiti per l'opera pittorica.
Le sue rare incisioni sul rame risalgono al primo soggiorno a Strasburgo; ma sembra che il B. abbandonasse presto quella tecnica cui s'adattava il suo modo rude di tratteggiare. Sono numerosi i disegni del B.; in gran parte abbozzi per quadri e vetrate.
Bibl.: Friedländer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia 1908; i disegni del B. sono stati pubblicati da G. von Térey che ha raccolto però molti disegni di altri. Per le incisioni, v. l'elenco dell'Eisenmann, nel Künstler-Lexikon del Meyer (II, Lipsia 1872); H. Schmitz, H. B., in Knackfuss Künstler-monographien, Lipsia 1922; H. Curjel, H. B. G., Monaco 1923.