Erdmann, Hans (propr. Hans Erdmann Thimotheus Guckel)
Compositore e musicologo tedesco, nato a Breslau il 7 novembre 1887 e morto a Berlino il 21 novembre 1942. Alla musica per il cinema dedicò, dal 1922, una particolare e pionieristica attenzione. In un'epoca in cui vennero pubblicati numerosi manuali di tecnica musicale per il cinema, specialmente in Germania, l'importanza di E., più che nell'operato pratico, risiede soprattutto nella sua capacità di scavare a fondo e di esprimere intuizioni illuminate da teorico 'moderno', indicando, pur con le riserve necessarie, la strada su cui si sarebbero incamminati i compositori delle generazioni successive, anche i più affermati, nell'esercizio della loro professione. Con Giuseppe Becce (e con la collab. di Ludwig Brav) pubblicò nel 1927 l'Allgemeines Handbuch der Film-Musik, trattato in due volumi che il musicologo E. Simeon ha definito "il compendio più esauriente ed interessante di tutta la musica per il cinema muto, non solo tedesca"(1995, p. 46).
Studiò violino, teoria musicale e composizione nella sua città natale, dove fece anche le prime esperienze concertistiche (1907-08). Dopo aver preso parte alla Prima guerra mondiale, nel 1919 divenne primo Kappelmeister del teatro cittadino di Jena. Nel 1921 iniziò a lavorare come direttore artistico della Prana, casa di produzione cinematografica appena fondata, e in tale veste compose la sua prima partitura, per Nosferatu ‒ Eine Symphonie des Grauens (1922) di Friedrich Wilhelm Murnau, il primo film finanziato dalla società. Quando questa fallì, l'attività di E. si concentrò sugli aspetti teorici della composizione per il cinema. Tra il 1924 e il 1930 pubblicò diversi articoli per i periodici cinematografici "Filmtechnik", "Reichsfilmblatt" e soprattutto "Film-Ton-Kunst", foglio berlinese nato espressamente per lo studio dello specifico lavoro del musicista per il cinema (con il nome "Kinomusikblatt"), diventato poi l'organo ufficiale della Gesellschaft der Filmmusik-Autoren, la società tedesca degli autori di musica per film. L'esigenza di passare dalla musica di accompagnamento, realizzata con il metodo della compilazione, alla musica originale composta appositamente per un determinato film è al centro del principale testo che E. pubblicò sull'argomento, l'Allgemeines Handbuch der Film-Musik. Rispetto alla Kinothek, la raccolta di brani che Becce aveva pubblicato a partire dal 1919, l'Handbuch, grazie alla presenza di E., approfondisce e sviluppa le questioni di carattere teorico, pur conservando la funzione pratica del repertorio. Così, mentre la seconda parte, dovuta soprattutto a Becce, è un vasto 'catalogo' di frammenti musicali, indicati con il loro incipit tematico ‒ numerati e classificati ‒ adatti per ogni situazione narrativa, la prima parte, curata da E., affronta l'estetica della musica per film, dando prova di lungimiranza, specialmente nel dettare principi validi non solo per il cinema muto ma anche per i futuri sviluppi della musica per film. Partendo dall'assunto che "la questione cruciale della musica cinematografica rimarrà irrisolta finché la sceneggiatura e le riprese non terranno conto della musica" (p. XI), E. distingue tre categorie di musica per film: l'illustrazione, o compilazione di materiali preesistenti; l'illustrazione d'autore, o composizione di musiche originali; e la composizione, o lavoro svolto in collaborazione con lo sceneggiatore e il regista, dato che il film va concepito come risultato di un lavoro collettivo. Come ha sottolineato Simeon, "riservare il concetto di "composizione" ad una musica ipotetica, scritta in perfetta sintonia con gli altri artefici del film, in una prospettiva audiovisiva globale e paritaria, testimonia una rara coscienza delle potenzialità insite nell'apporto del musicista" (1995, p. 39). E porta E. a identificare la migliore musica per film con quella che non può essere ascoltata autonomamente, che cioé non può essere separata dalla scena cui è destinata, come avviene nelle concezioni più moderne.Nella seconda categoria (se non addirittura nella terza) si può senza dubbio far rientrare la partitura che E. compose nel 1921 per il Nosferatu di Murnau (andata dispersa, è stata negli anni Novanta ricostruita ed eseguita dagli studiosi Berndt Heller, in collab. con il Münchner Filmmuseum, e Gillian Anderson, in collab. con la Cineteca di Bologna). E. compose infatti una musica di carattere espressionista, dunque intonata allo stile del film, con suoni secchi e duri nella resa dei fantasmi dell'inconscio e dell'attrazione per il morboso e per il demoniaco. Tra i lavori che E. realizzò negli anni Trenta, dopo l'avvento del sonoro, occorre anzitutto ricordare quello per Das Testament des Dr. Mabuse (1933) di Fritz Lang, in cui la musica è legata con grande sensibilità alle diverse situazioni: se per la coppia giovane si hanno interventi romantici (strumentini e archi), per il diabolico dominio di Mabuse sul clinico che lo ha in cura e sulla pazzia di quest'ultimo si affacciano inquietanti pagine spettrali per organo e vibrafono. Talvolta la musica ha carattere di suono-rumore: l'incipit del film è sostenuto, in particolare, da una pagina sinfonica espansa che diventa di carattere ritmico e infine una specie di battito meccanico che, pur se riconducibile attraverso le immagini al rumore di una rotativa, "rappresenta l'idea di un ritmo del mondo, ritmo potente e fisicamente irresistibile incarnato dalle macchine" (Chion 1995, p. 88). Anche il rumore e la parola rivestono in questo film un significato particolare, come accade con la voce, registrata e distorta dall'amplificazione, del capo dei malfattori nell'impartire i suoi ordini. E. compose anche le musiche di altri film tedeschi sonori tra i quali si ricordano Der tolle Bomberg (1932) per la regia di Georg Asagaroff e August der Starke (1936) per la regia di Paul Wegener.
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